I produttori a Vinitaly con un record di vendite: 15 milioni di bottiglie l’anno. Ma il pericolo è la speculazione al ribasso
I produttori di vino reggiani, cantine sociali e privati, si stanno preparando a partecipare al Vinitaly, la più importante manifestazione enologica del mondo che aprirà i battenti il 6 aprile a Verona, con un consolidato record di vendite. Il Lambrusco in effetti si conferma anche quest’anno il vino più venduto nel nostro paese con oltre 15milioni di bottiglie in un anno. Un record in termini di volumi ma non di fatturato visto che il Chianti vende i suoi quasi 14milioni di bottiglie ad un prezzo più elevato pur perdendo terreno rispetto ai dati dello scorso anno quando il nostro più diretto concorrente incassava il 30% in più di oggi mentre il nostro trend è molto più stabile.
Un segnale che si respira anche in un mercato, quello attuale, particolarmente premiante e ricco di soddisfazioni vista la generalizzata crisi della maggior parte delle aree viticole nazionali, alcune delle quali accusano cali di prezzo del 50%. Soddisfazioni che derivano dal fatto che il prezzo del Lambrusco sta tenendo e la domanda è crescente così come le attenzioni e gli apprezzamenti nei confronti di un prodotto che in passato era snobbato. Non si tratta di moda, anzi, proprio la moda e la non conoscenza del passato hanno per anni relegato un prodotto di così grande pregio ed interesse ad un secondo piano che oggi gli va veramente stretto ed ha permesso l’esplosione della rivincita che stiamo vivendo attualmente. Il tutto senza gravare in modo incisivo sui prezzi al consumo che quando troppo elevati possono spaventare i consumatori ma quando troppo bassi preoccupano soprattutto i produttori. Nel 2013 il prezzo medio di vendita dei 15 milioni di bottiglie in Italia è stato di 2,55 euro a bottiglia che non è certo un prezzo da grande speculazione. Speculazione potrebbe essere invece quella al ribasso che talvolta si osserva nei supermercati quando le offerte sono talmente lusinghiere da risultare insostenibili. Anche in questi giorni, in piena campagna di imbottigliamento e quando il vino della vendemmia 2013 sta offrendo il meglio delle proprie caratteristiche, non è raro incontrare promozioni in cui le bottiglie vengono vendute al di sotto dei 2 euro. A simili prezzi è indubbio che qualcuno ci perde. Potrà essere il supermercato se comprando a costi maggiori si trova giacenze di magazzino da smaltire ma potrebbe essere anche il produttore se pur di vendere è stato disposto a scendere a compromessi talmente bassi che finiscono con il danneggiare l’immagine del lambrusco.
Questo perché a prezzi troppo bassi anche il consumatore diventa diffidente. Non dimentichiamo che il basso prezzo del Lambrusco per anni è stato una delle cause di scarsa considerazione del nostro prodotto. Oggi che finalmente abbiamo raggiunto livelli qualitativi da grandi abbiamo tutti i dovere di mantenerli e salvaguardarli al meglio sia nella qualità che nel prezzo. D’altro canto se il fatturato del vino in Italia è aumentato del 3,1% quando i volumi sono scesi del 6,5% significa che il consumatore beve di meno ma vuole bere buono.
( Fonte Gazzetta di Reggio )