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L’Aglianico «Turandea», l’esordio

L’Aglianico «Turandea», l’esordio di un’altra lady del vino a Montevetrano


Tiziana Marino si affaccia nell’affollato panorama enologico campano con la sua piccola azienda


 


 


NAPOLI – Benvenuta. Un’altra donna del vino, un’altra salernitana, che, dopo Mila Vuolo, prende la scia di Silvia Imparato, madrina del Montevetrano e, per molti anni, la sola a scommettere sulle potenzialità di un territorio che, in prima della sua, ormai risalente, intuizione non aveva espresso una particolare vocazione per la viticoltura.


 


Benvenuta Tiziana Marino, che col «Turandea», ambizioso Aglianico in purezza ottenuto dalle vigne a ridosso della Rocca di Montevetrano, si affaccia in questi giorni nell’affollato panorama enologico campano. E lo fa con un rosso che ha già tutti i numeri per far pronosticare un futuro importante a questa piccola azienda che in prospettiva arriverà a poco meno di 20 mila bottiglie. Di colore rosso rubino molto scuro, con qualche riflesso purpureo, risulta limpido e macchia le pareti del calice.


 


Se proprio devo trovare il pelo nell’uovo (purtroppo, anche questo rientra tra i compiti del critico) devo osservare che i suoi profumi, pur essendo eleganti e netti, non sono particolarmente intensi. In ogni caso coglierete sentori di frutti di bosco, di humus, di funghi, di liquirizia, di cioccolato, ben fusi con le note balsamiche esaltate dalla fermentazione e dall’affinamento in legno. Ottimo, invece, il riscontro gustativo. Il Turandea è un vino pieno, corposo, caldo avvolgente. Mirabile l’equilibrio tra i polialcoli, che gli conferiscono morbidezza, e la corroborante freschezza assicurata dalla sostenuta acidità. I tannini, naturalmente avvertibili, considerata la giovane età del vino, sono stati estratti con estrema perizia sicché non inficiano minimamente la bevibilità. Molto lungo lungo e coerente il finale. Così giovane va bevuto soprattutto su bistecche di manzo o costolette di maiale alla brace. Con la naturale evoluzione diventerà un rosso da abbinare alla selvaggina di piuma e di pelo. E ai grandi formaggi stagionati.


 


( Fonte Corriere del Mezzogiorno )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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Roberto Gatti

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