L’Aglianico «Turandea», l’esordio di un’altra lady del vino a Montevetrano
Tiziana Marino si affaccia nell’affollato panorama enologico campano con la sua piccola azienda
NAPOLI – Benvenuta. Un’altra donna del vino, un’altra salernitana, che, dopo Mila Vuolo, prende la scia di Silvia Imparato, madrina del Montevetrano e, per molti anni, la sola a scommettere sulle potenzialità di un territorio che, in prima della sua, ormai risalente, intuizione non aveva espresso una particolare vocazione per la viticoltura.
Benvenuta Tiziana Marino, che col «Turandea», ambizioso Aglianico in purezza ottenuto dalle vigne a ridosso della Rocca di Montevetrano, si affaccia in questi giorni nell’affollato panorama enologico campano. E lo fa con un rosso che ha già tutti i numeri per far pronosticare un futuro importante a questa piccola azienda che in prospettiva arriverà a poco meno di 20 mila bottiglie. Di colore rosso rubino molto scuro, con qualche riflesso purpureo, risulta limpido e macchia le pareti del calice.
Se proprio devo trovare il pelo nell’uovo (purtroppo, anche questo rientra tra i compiti del critico) devo osservare che i suoi profumi, pur essendo eleganti e netti, non sono particolarmente intensi. In ogni caso coglierete sentori di frutti di bosco, di humus, di funghi, di liquirizia, di cioccolato, ben fusi con le note balsamiche esaltate dalla fermentazione e dall’affinamento in legno. Ottimo, invece, il riscontro gustativo. Il Turandea è un vino pieno, corposo, caldo avvolgente. Mirabile l’equilibrio tra i polialcoli, che gli conferiscono morbidezza, e la corroborante freschezza assicurata dalla sostenuta acidità. I tannini, naturalmente avvertibili, considerata la giovane età del vino, sono stati estratti con estrema perizia sicché non inficiano minimamente la bevibilità. Molto lungo lungo e coerente il finale. Così giovane va bevuto soprattutto su bistecche di manzo o costolette di maiale alla brace. Con la naturale evoluzione diventerà un rosso da abbinare alla selvaggina di piuma e di pelo. E ai grandi formaggi stagionati.
( Fonte Corriere del Mezzogiorno )