L’ Italia è senza ombra di dubbio la nazione con il maggior numero di vitigni autoctoni, si parla di qualcosa come 450/500 specie diverse !
Negli anni abbiamo assistito ad un graduale, costante ed inesorabile abbandono di molte varietà, perchè considerate non soddisfacenti da un punto di vista qualitativo !
Se consideriamo che fino a 50 anni fa, forse anche meno, si producevano quantitativi di uva / ha esageratamente elevati, anche oltre i 300 q.li, che i viticoltori facevano a gara a chi produceva di piu’ e chi arrivava primo in questa “ ipotetica gara “ tra vicini era considerato il migliore ed il piu’ capace !
Con la presa di coscienza delle nuove tecniche agronomiche , ovvero meno quantità e piu’ qualità, incominciata a livello nazionale intorno agli anni ’80, dopo la catastrofe del metanolo ( ricordo oltre 20 morti e molti intossicati ) si è pensato di tralasciare ed abbandonare quei vitigni che sembravano meno adatti ad una qualità medio-alta !
Tra questi ne cito solo alcuni, che mi sovvengono alla memoria :
Enantio in Val d’ Adige, un lambrusco a foglia frastagliata, recuperato dall’estinzione ;
La Tintilia del Molise , un rosso autoctono di cui ne ho scritto molti anni orsono, quando ancora non ne conoscevamo l’esistenza
link: http://www.vinit.net/vini/Le_Mie_Degustazioni/Viti_salvate__la_tintilia_del_Molise_2251.html
di questo ringrazio ancora il produttore molisano Angelo d’ Uva ;
Il Pecorino abruzzese di cui ne scrissi al link :
http://www.vinit.net/vini/Le_Mie_Degustazioni/Un_Pecorino___solo_da_bere___186.html
ringrazio ancora il bravo enologo/produttore abruzzese Rocco Pasetti dell’azienda Contesa, poi ancora il centesimino o savignon rosso ( scritto proprio savignon ) ; il burson o uva Longanesi, cococciola, nascetta, cagnulari ecc.
Oggi Vi segnalo questa azienda che con caparbietà e lungimiranza ne ha salvati alcuni ceppi e nel corso degli anni ha impiantato un nuovo vigneto, oggi in piena produzione !
Pat del Colmel
via Costeselle 3
Castelcucco
treviso 31030
Tel: 0423545292
Cell 333 6719717 e 333 1096892
Web : http://www.patdelcolmel.it/
Email : colmello_ss@libero.it
Il vitigno Recantina
Il vitigno Recantina viene coltivato nella provincia di Treviso fin dall’antichità. Più di recente, notizie di questo vitigno venivano riportate da diversi ampelografi, ma nell’epoca postfilosserica se ne sono perse progressivamente le tracce e ne sopravvivono oggi pochi filari, soprattutto nella zona di Asolo e del Montello, tanto che a volte viene confusa col Raboso.
Esistono comunque, da quanto è dato sapere, almeno due varietà di questo vitigno: la Recantina a pecolo (peduncolo) scuro e la Recantina a pecolo rosso.
Consiglio una lettura di approfondimento, sulla storia di questo antico vitigno al link :
http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2012/05/25/news/la-recantina-diventa-doc-1.5156036
Vino Recantina Doc Montello e Colli Asolani 2013 Pat del Colmel
Scheda Tecnica
Colore: rosso intenso con riflessi viola molto accesi. Olfatto: persistenti percezioni di frutta rossa di sottobosco, confettura di mirtillo, ribes nero e violetta. Si accompagnano note di spezie, di chiodi di garofano, tabacco olandese, nocciola tostata e vaniglia.
Abbinamenti: ideale per secondi piatti a base di selvaggina di piuma, fagiani e starne, ma anche ottimo con coniglio, pollo, faraona ed anatra tipici della nostra cucina. Gradazione alcolica: 13.5% VOL. Temperatura di servizio: 18 °C. Affinamento in botte di rovere francese per almeno 15 mesi. Uve: 100% Recantina. Zona Produzione: Colli di Castelcucco, Monfumo, Asolo e Maser.
Note di degustazione di Roberto Gatti
Rosso rubino in tonalità viva ; naso intenso, pulito, con leggere note speziate, una bella nota di ciliegia e marasca croccante ; in bocca è giustamente caldo, tannini morbidi, buona beva, di grande interesse.
Un vitigno autoctono meritoriamente recuperato dall’estinzione dalla Famiglia Forner !
Un vino originale, unico, gradevole, di sicuro interesse, da provare assolutamente !
Questi sono i vini che rendono unica ed irripetibile l’ampelografia e la vitivinicoltura italiana ! Ottimo.
Grazie alla Famiglia di Lino Forner per averlo recuperato e salvato dall’estinzione !
Roberto Gatti
25 Marzo 2017 ore 9,05