In Italia, Francia e Spagna sempre meno vigneti. In Veneto, sempre di più
VALDOBBIADENE – Sempre meno vigneti in Italia: nel 2012 si scende a 655.000 ettari, 9.000 in meno rispetto al 2011, 138.000 rispetto al 2000, quando si coltivavano circa 790.000 ettari a vigna. E’ quanto rileva il Corriere Vinicolo, organo di informazione dell’Unione italiana vini. Tuttavia, le eccezioni non mancano. Se le perdite di superficie maggiori sono riscontrate in Sicilia (-4.000 ettari), Piemonte (-2.500), Emilia Romagna (-2.000), Sardegna (-1.700), in aumento risultano invece le superfici in Veneto (+1.400 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+800), imputabili all’effetto Prosecco. Si è inoltre stoppata l’erosione di vigneti in Puglia, regione che tra 2000 e 2011 aveva perso oltre 24.000 ettari di superficie, concentrati per lo più nel Salento.
“Non nascondiamo la preoccupazione per la perdita di potenziale viticolo nel nostro Paese – commenta Domenico Zonin, presidente di Unione italiana vini – questo fenomeno, oltre a rappresentare in certe aree sensibili un pericolo in termini di stabilità idrogeologica dei terreni, porta all’erosione di un patrimonio difficilmente recuperabile. Sollecitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a non sottovalutare il problema e a porre in atto politiche che possano incentivare il ritorno in vigneto dei giovani”.
Per quanto riguarda la composizione per tipologia di vino, circa la metà dei vigneti è iscritta a un Albo a denominazione di origine (Doc-Docg), il 27% circa agli elenchi Igp e la quota residuale è destinata a vini comuni. Infine uno sguardo a livello mondiale, dove a fare compagnia all’Italia nel trend di riduzione del potenziale viticolo ci sono anche la Francia, che in 10 anni ha perso circa 100.000 ettari, e la Spagna, che ne ha persi quasi 300.000.
( Fonte oggitreviso.it )