Una cena per assaggiare speciali annate di Barbacarlo. Ma gli invitati non sono enologi, wine writer o sommelier.
Una degustazione speciale, sei ottime annate di Barbacarlo, bottiglie che non si stappano spesso; con spiegazioni adeguate e menu in abbinamento.
Iniziativa in programma per la sera di domenica 14 maggio in Oltrepò e riservata a un pubblico ristrettissimo, solo 50 persone. Tutte selezionate. Tutti clochard.
L’idea fuori dal comune è venuta a Lino Maga, da sempre e da tutti chiamato Maga Lino e riconosciuto come il re del Barbacarlo. E’ stato lui a fare la storia di questo vino generoso e potente, che negli anni gli ha dato tante soddisfazioni e qualche amarezza. Per chi non la conosce, riassumiamo.
Il Barbacarlo viene prodotto solo dai Maga, solo in quella vigna, coltivata su una collina ripida nei pressi di Broni. Diecimila bottiglie, da vitigni Croatina, Uva rara e Ughetta, forse anche un po’ di Barbera.
( Lino Maga detto Maga Lino nella sua cantina di Barbacarlo )
Maga Lino, classe 1931, ha fortemente voluto e alla fine suggellato L’Oltrepò Pavese come denominazione di origine controllata, ha voluto creare unità e visibilità per i sui colleghi vignaioli. Ma nel 2003, per una questione di livelli zuccherini, gli è stato vietato di usare quella stessa denominazione per il suo vino. Per fortuna lui il nome l’aveva registrato, e aveva già vinto non poche battaglie per usarlo in esclusiva. E così il Barbacarlo si identifica con lui.
Apprezzato in modo totale da geni galantuomini come Luigi Veronelli e Gianni Brera (che hanno ognuno la sua ( propria ) botte dedicata, nella cantina “del” Lino, così come altri amici indimenticabili), continua a fare il suo vino allo stesso modo, “come 2000 anni fa”, dice, e non scherza.
Personaggio di notevole spessore, Maga ha deciso di organizzare questa singolare degustazione per gli amici della Mensa del Fratello di Pavia (Oratorio di San Mauro), che ogni sera offre un centinaio di pasti a chi ne ha bisogno.
Tutte persone con un passato di strada, tutte persone che Maga Lino rispetta profondamente: “sono loro i veri intenditori”, dice. Il ragionamento è semplice (ma bisogna aver voglia di farlo): questi uomini e queste donne, spiega, hanno passato momenti difficili e difficilissimi. Spesso hanno creduto di poterli superare ricorrendo all’alcol. Non sempre questo li ha aiutati. Ma sicuramente hanno fatto molta esperienza, sanno che cosa vuol dire bere.
E dunque, a loro dedica la possibilità, per una volta, di bere benissimo, provando sei annate particolari della sua creatura: 2015, 2014, 2013, 2012, 2009, 2002. Tra le mura ottocentesche della cantina (il vino si chiama Barbacarlo in omaggio al primo enologo di famiglia, lo zio Carlo, ovvero, in dialetto locale, il “barba” Carlo), gli ospiti mangeranno questo speciale menu: riso Carnaroli ai pistilli di zafferano con formaggio Montebore e riduzione di Barbacarlo; peperoni dolci al forno ripieni di cipolla di Breme stufata al Barbacarlo e toma di capra del Boscasso; pere spinelle cotte al Barbacarlo con cardamomo, cannella, chiodi di garofano, ginepro e noce moscata.
La cena viene preparata da Valerio Bergamini, pavese, scrittore ed esperto di enogastronomia, che ha, tra l’altro, scritto un libro su Maga Lino.
( Fonte La Repubblica )
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