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La Cnn spiega i piatti delle 20 regioni italiane

Nonostante il successo del “ristorante italiano” all’estero, “l’idea di una cucina italiana unificata è qualcosa che molti connazionali respingono”: per noi è quasi ovvio, ma non è sempre così per gli stranieri che adorano il nostro cibo. Così la Cnn sul suo sito fa scoprire al pubblico internazionale i deliziosi piatti, molto diversi tra loro, delle 20 regioni italiane.

 

“Una delle ragioni per cui i siciliani si identificano prima con la Sicilia e poi con l’Italia è il cibo siciliano”, spiega la Cnn on line (e pazienza se la semplificazione appare eccessiva). Lo stesso succede per il Veneto o la Puglia, in barba ai 150 di storia comune. Le specialità regionali riflettono il territorio e la storia del luogo molto più di qualsiasi specialità genericamente “italiana”, sottolinea la Cnn, conducendo i lettori in un viaggio da gourmet alla scoperta dei nostri piatti regionali. E ci potete scommettere: “Non si fa menzione degli spaghetti alla bolognese”.

Dall’Abruzzo alla Basilicata, pastorizia e semplicità

L’asprezza del terreno fa sì che in Abruzzo la pastorizia sia predominante. I piatti di carne e i formaggi tipici tendono quindi a provenire dalla pecora. Il piatto scelto dalla Cnn è “Agnello cac’ e ove” (agnello con cacio e uova), specialità tradizionalmente pasquale, poiché l’animale deve essere giovane e le pecore nascono in primavera”, spiega Roberto Burdese, presidente di Slow Food.

 

La semplicità è la caratteristica della cucina della Basilicata: la Cnn propone un piatto di pasta (simile alle tagliatelle) “Làgane con olio d’oliva e ceci”. Saltate semplicemente in olio d’oliva, aglio e ceci.

 

Calabria piccante e Campania con la pizza reinventata

I maccheroni con maiale, melanzane e ricotta salata sono il piatto della Calabria, una specialità dello Chef Pasquale Pangallo entrata in “Cucina Regionale”, la “bibbia” della cucina regionale. Combina vari elementi tipici del Sud, come le melanzane, introdotte dagli arabi, gli insaccati, come il capocollo, al peperoncino e la ricotta salata (ottenuta da latte di pecora). In Campania, è quasi d’obbligo parlare di pizza. “La parola pizza ha varie definizioni, a seconda della sub-regione e della stagione”, spiega la giornalista culinaria Katie Parla. “Si può riferire a un pane pasquale o a una pizza per una persona”. La pizza napoletana, dalla pasta alta, è cotta in forno a legna e condita con mozzarella e salsa di pomodoro. La Cnn dà alcuni indirizzi di pizzerie che reinventano questo classico.

 

Emilia-Romagna regno della pasta, il Friuli Venezia Giulia sorprende col frico

Quasi tutti i piatti che all’estero sono considerati “classici italiani” vengono dall’Emilia-Romagna. Basta pensare a lasagne, capelletti, tortellini e tortelloni. La Cnn consiglia un piatto della Locanda del Gambero Rosso, firmato dalla chef Giuliana Saragoni: tortellini con fiori d’acacia.

 

Per il Friuli Venezia Giulia sceglie il frico, un piatto cotto in padella a base di formaggio di latte vaccino Montasio, in una versione con zucchero e cannella e servito con crostini o pane tostato.

L’abbacchio del Lazio e la focaccia della Liguria

Per Katie Pala, che in una app consiglia i posti migliori dove mangiare a Roma, sostiene che l’elemento che più cattura l’essenza delle radici agricole laziali è l’abbacchio. “Raggiunge il meglio quando preparato alla cacciatora, cotto a pezzi in padella con olio o lardo e aglio, salvia e rosmarino, e poi condito con acciughe sotto sale”. Per la Liguria, la Cnn sceglie la farinata, la sottile focaccia fatta con farina di ceci. “Spesso servita per strada, è tradizionalmente tagliata a triangoli e gustata con un pizzico di sale, pepe nero e rosmarino”.

Immancabile risotto alla milanese in Lombardia, nelle Marche trionfa il brodetto

 

Nel piatto susseguirsi di risaie tra Milano e Torino “sembra quasi di essere in Cina”, nota la Cnn. La Lombardia è la patria del riso, con punti di forza nelle varietà Carnaroli e Arborio. Ed è la patria del risotto. In un risotto alla milanese, gli ingredienti tradizionali sono midollo di bue (al giorno d’oggi spesso omesso per ragioni dietetiche) e zafferano. Nelle Marche, il piatto prescelto è il brodetto all’anconetana: “Riflette il retaggio marinaro della città”. E’ una zuppa leggermente piccate, fatta con pomodoro e pesci locali. Il piatto era in origine cucinato a bordo dei pescherecci. I cuochi usavano pesci ‘poveri’ o pesci un po’ spezzati dalle reti e non vendibili.

Sapori forti: la trippa del Molise e la bagna caoda del Piemonte

Il Molise “è forse la regione meno conosciuta” dagli stranieri. Come l’Abruzzo, la pecora è onnipresente nei piatti locali. In Molise “mangiano quasi ogni parte dell’animale e le interiora di agnello sono il punto forte di molti piatti tradizionali”. Il piatto molisano della Cnn è l’allu’r: ravioli di trippa ovina. Per il Piemonte, un piatto semplice e molto saporito: la bagna caoda, l’intingolo caldo con aglio cotto lentamente in olio e burro e acciughe, servito con topinambur, peperoni dolci, cipolle.

Orecchiette con cime di rapa in Puglia, pilau in Sardegna e pasta con le sarde in Sicilia

Regione amica dei vegetariani, la Puglia abbonda di grano, olio d’oliva e verdure. Le orecchiette, fatte di farina di grano duro, spesso senza uova, sono classicamente servite con cime di rapa e talvolta qualche acciuga. In Sardegna troviamo il pilau, una sorta di cous-cous fatto con la fregola, una pasta di semola che si presenta come piccole palline irregolari. Il pilau viene condito con carne di carne di pecora o capra, o crostacei e molluschi in salsa di pomodoro. Per la Sicilia, la pasta con le sarde, “con il suo contrasto tra dolce e salato, richiama l’influenza araba, che ha fortemente influito sulla cucina siciliana”, spiega Burdese. Il piatto di solito si fa con bucatini al dente, sardine fresche, uvetta, pinoli, finocchio selvatico e zafferano.

Dallo strudel del Trentino-Alto Adige ai primi classici di Toscana e Umbria

 

Anche la cucina “ha un accento austriaco” in Trentino-Alto Adige. Si pensa che lo strudel sia nato dopo lo scontro tra imperi nella battaglia tra Solimano il Magnifico e Re Luigi II d’Ungheria nel 1529”, spiega Roberto Anesi, che nel suo ristorante di Canazei serve i suoi piatti insieme a lezioni di storia. In Toscana, emergono le tradizioni agricole: il piatto preferito dalla Cnn sono gli “gnudi” fatti con ricotta e spinaci, ovvero ravioli senza l’involucro di pasta che normalmente contiene il ripieno. In Umbria il buon cibo viene dai boschi, dal cinghiale ai tartufi. Il tartufo nero cresce appena sottoterra nelle foreste di tutta la regione, mentre quello bianco, più pregiato, si trova intorno a Gubbio nel tardi autunno. Il piatto umbro suggerito è semplice e squisito: tagliatelle con un po’ di burro, un po’ di parmigiano grattugiato e tutto il tartufo che si può avere.

Polenta in Valle d’Aosta, risi e bisi in Veneto

 

Ben lontana dalla dieta mediterranea, la Valle d’Aosta offre piatti sostanziosi a base di formaggio, burro e stufati. Il piatto tipico è polenta di farina di granturco, abbinata con stufato di manzo cotto nel vino, la carbonada. In Veneto la cucina povera si riflette nel piatto più famoso, “risi e bisi”, riso e piselli. Un piatto se non da re, certamente da doge.

 

( Fonte food24.ilsole24ore.com )