Mi scrive un giovane produttore :
Caro Roberto,
prima di tutto vorrei scusarmi con te per l’enorme ritardo della mia risposta alla tua email.
L’unica giustificazione – almeno parziale – che, essendo praticamente solo a dover mandare avanti la baracca ( ho infatti pochi collaboratori per la campagna, seguo personalmente le lavorazioni agricole, la cantina, l’ufficio, la vendita e la distribuzione, anche all’estero), a volte qualcosa mi sfugge.
Rispondo anche alle tue ultime domande.
Mi chiedevi perch non ci facciamo certificare, dato che siamo convertiti al biologico e biodinamico. I motivi sono essenzialmente due, uno di principio ed uno pratico. Mi rifiuto infatti di piegarmi alla perversa logica che chi, come noi, cerca in ogni modo di non avvelenare l’ambiente e di lavorare in modo responsabile sia verso di esso che verso i consumatori, debba pagare (perch le certificazioni costano e non poco), mentre chi ammorba la terra e l’aria in modo sistematico e, direi, criminale, no. Il principio andrebbe completamente ribaltato, ma questa ancora per l’Italia fantascienza. Il motivo pratico, molto meno nobile ma altrettanto valido, che per quanto pi sopra spiegato non ce la faccio gi ora ad adempire a tutte le incombenze burocratico-amministrative che soffocano un’azienda, anche se medio-piccola come la mia.
Di conseguenza mi terrorizza solamente il pensiero di dovermi sobbarcare di ulteriori adempimenti. Per lo stesso motivo non ho aderito alla DOP Olio ________, che rispecchia bene questa moderna follia certificativa e normativa e nulla garantisce, se non gli interessi dei grandi.
Un cordiale saluto e .. attendo notizie,
( lettera firmata )
Ho trovato molto significativo, lo sfogo di questo produttore che, sovrastato da mille incombenze non sa piu da che parte rivolgersi. Condivido in toto il suo pensiero, quando mi scrive che chi non usa diserbanti , anticrittogamici e veleni in generale, debba essere pure obbligato a sostenere costi esorbitanti, che la burocrazia gli impone; mentre tutti quelli che li usano, a danno dellambiente e soprattutto delluomo, non debbano muovere una foglia, e tutto a loro consentito.
Come direbbe un mio caro amico : mi sembra di sognare, ma purtroppo i nostri viticoltori, specialmente i piu seri e coscienziosi, non sognano affatto, soverchiati dalle mille incombenze che la burocrazia italiana riversa sul loro capo.
Roberto Gatti
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