“Per stare a contatto con la natura, esprimere creatività, confrontarsi con nuovi stimoli e garantirsi in generale una più elevata qualità della vita”
Il sogno degli italiani? Produrre vino. Almeno secondo i risultati di un sondaggio online targato Coldiretti. Ben 4 italiani su 5 vorrebbero possedere un vigneto e produrre vino ”per stare a contatto con la natura, esprimere creatività, confrontarsi con nuovi stimoli e garantirsi in generale una più elevata qualità della vita”.
Secondo Federvini gli eno-appassionati sembrano quanto mai sensibili alla green economy dichiarandosi concretamente ”disposti ad acquistare prodotti green se di qualità”. In Italia ci sono 310 mila aziende agricole e quasi 46 mila aziende vinificatrici, il 50% circa della produzione afferisce al sistema cooperativo.
Marco Nanetti, presidente di Terre Cevico, uno dei colossi della cooperazione, sta mettendo in moto “un circuito virtuoso che da un lato incentiva il lavoro in vigna e dall’altro fa percepire il mestiere in chiave glamour, con produzioni a misura di un vasto pubblico, anche giovane”.
( Fonte Italiachiamaitalia )
Annotazioni a margine
Sognare è facile, realizzare molto piu’ difficile. Servono denari, molti denari, tempo, passione e molti sacrifici. Come mi capita di sentire da qualcuno ” Mi piacerebbe aprire un ristorante “, perchè attività che gratifica e può portare a belle soddisfazioni. Ma un conto è sedersi al tavolo ed essere servito e riverito, altra cosa alzarsi di buon’ora al mattino andare al mercato a fare la spesa, poi passare in banca e dal commercialista, poi fare le pulizie del giorno prima, apparecchiare, sistemare le posate e le vettovaglie ed altre mille incombenze. Poi mettiamoci il periodo economico che non è dei migliori e lo scoramento dopo pochi anni sarà in agguato.
( Brunetta in veste di viticoltore )
Stessa cosa per impiantare anche un piccolo vigneto, chi Vi scrive lo ha fatto dal 1990 fino all’anno 2000, posso attestare che è un sacrificio immane, molte le soddisfazioni, ma per vivere con la famiglia con una azienda agricola servono diversi ha di coltura, investimenti notevoli, sacrifici immani, lavoro, lavoro e sempre lavoro !
( D’Alema in veste di produttore )
Credo sia uno dei lavori piu’ duri, faticoso e pieno di sacrificio, i risultati potranno arrivare dopo molti anni e qualche generazione, non è tutto oro ciò che luccica ! Oggi assistiamo a molti vip che si avventurano nel settore, ma questo è un’altro discorso, questi hanno mezzi e conoscenze a volontà, per loro la strada è spianata ed in discesa,
( Vespa in vendemmia )
mentre per il cittadino medio sarà in salita e piena di sacrifici, non so se il gioco vale la candela !
Roberto Gatti