Home Rosso Baslicata Irpinia, Sannio, Basilicata: il triangolo dell’Aglianico visto da Decanter

Irpinia, Sannio, Basilicata: il triangolo dell’Aglianico visto da Decanter

In 20 anni le esportazioni di vino Made in Italy sono aumentate del 188%, raggiungendo 140 Paesi. L’Italia vanta 674.000 ettari di vigneti e 570 varietà autoctone. A raccontare l’eccellenza – il 5 aprile a Verona – ci sarà OperaWine, evento di Wine Spectator, che nella lista dei produttori include anche 5 irpini. Intanto Paul Caputo su Decanter si dedica ad esplorare il rosso antico, anima del Sud

 

Nel giro di vent’anni le esportazioni di vino Made in Italy sono quasi triplicate (+188%), arrivando a raggiungere 140 Paesi, con le bottiglie italiane che rappresentano la prima voce delle vendite di prodotti agroalimentari nazionali all’estero: è quanto emerge dall’ultima analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero, diffusi al Vinitaly 2024.

 

L’Italia può contare su 674.000 ettari di vigneto, di cui 125.000 coltivati in biologico. Ci sono anche 570 varietà autoctone, un record di biodiversità reso possibile dall’impegno di 240.000 aziende vitivinicole, con 529 vini a denominazione di origine tra Docg, Doc e Igt.

E l’evento che ambisce a raccontare la grande diversità del vino italiano, sia nella tradizione che nelle nuove frontiere dell’enologia, è OperaWine: kermesse di respiro internazionale, da tempo si qualifica come la vetrina che proietta i migliori vini italiani verso l’export sui grandi mercati esteri, offrendo agli operatori specializzati di tutto il mondo la possibilità di conoscere i migliori vini italiani. La classifica viene redatta dagli esperti di Wine Spectator, testata che costituisce un’autorità riconosciuta a livello internazionale nel settore vitivinicolo. Ogni anno i giudici sottopongono a un attento esame visivo e gusto-olfattivo i vini italiani selezionati e assegnano a ciascuno un punteggio sulla base di diversi criteri. Da questo scrutinio emerge l’eccellenza dei produttori italiani: cantine da tutta la penisola che, pur nella differenza di territorio, stile produttivo e dimensioni aziendali, sono accomunate dall’altissima qualità dei vini prodotti.

 

Una Finest Italian Wines Selection che nasce nel 2012 dalla collaborazione di Veronafiere e Vinitaly con la prestigiosa rivista americana Wine Spectator, che per il 2025 rinnova l’appuntamento al 5 aprile con 131 cantine, di cui 5 dall’Irpinia: Colli di LapioFeudi di San GregorioMastroberardinoQuintodecimo e Terredora di Paolo; tutte note per la produzione di vini di alta qualità, in particolare da vitigni autoctoni dell’Irpinia come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo e il Taurasi.

 

A dominare tutte le discussioni sul vino c’è sicuramente l’Aglianico, vitigno antichissimo, indissolubilmente legato ai territori di produzione. Strutturato, corposo, di cuore è estremamente vario nelle sue espressioni, come spiega Paul Caputo: pluripremiato scrittore di vino, critico e giornalista con 20 anni di esperienza nel settore vinicolo, su Decanter firma l’articolo dal titolo Exploring Aglianico triangle , che abbiamo provato a tradurre.

 

In Campania e in Basilicata, l’uva Aglianico domina tutte le discussioni sul vino. Dalla buccia spessa e capace di un lungo invecchiamento, è la principale varietà rossa dell’Italia meridionale e merita il suo posto sulla scena dei vini pregiati del Paese.

Per anni è stato pigramente paragonato al Nebbiolo e i suoi vini venivano etichettati in modo fuorviante come “il Barolo del Sud”. Tuttavia, il confronto ha gradualmente incoraggiato l’interesse e nell’ultimo decennio il crescente sostegno del settore ha portato a una maggiore esposizione da parte dei consumatori e a una più profonda comprensione dell’ampiezza stilistica del vitigno.

Sebbene diverse denominazioni ne consentano l’uso, tre hanno elevato l’Aglianico a DOCG e ne celebrano l’autorità viticola: Aglianico del Vulture Superiore, prodotto sulle pendici del Monte Vulture in Basilicata; Taurasi in provincia di Avellino, in Campania; e Aglianico del Taburno, una piccola area in provincia di Benevento, Campania, che prende il nome dal vicino monte Taburno.

Sebbene altre aree stiano migliorando rapidamente, questi tre territori hanno tradizionalmente fornito le più importanti espressioni del potenziale dell’uva.

E stila una lista delle bottiglie imperdibili, scegliendo sei sublimi vini Aglianico:

  • Elena FucciTitolo, Aglianico del Vulture, Basilicata, Italy 2022

  • PaternosterDon Anselmo Superiore, Aglianico del Vulture, Basilicata, Italy 2017

  • DonnachiaraTaurasi Riserva, Campania, Italy 2020

  • Villa RaianoTaurasi Riserva, Campania, Italy 2015

  • FontanavecchiaAglianico del Taburno, Campania, Italy 2018

  • Elena CatalanoVigna Monte Pino, Aglianico del Taburno, Campania, Italy 2019

In copertina Azienda Agricola Elena Catalano

 

( Fonte Orticalab.it )

P.S. ) In tanti anni ho scritto molto di Aglianico, una delle tipologie a bacca rossa migliori d’ Italia , leggi qui