Si svolgerà a Frascati dal 30 maggio al 2 giugno 2019 il Concorso Enologico Internazionale Città del vino. Lo ha annunciato in una conferenza stampa il presidente dell’associazione ‘Città del vino’ Floriano Zambon.
Il concorso, giunto alla 18esima edizione, è uno dei pochi a carattere internazionale che si svolge in Italia. Obiettivo è raccogliere, tramite iscrizioni online, 2mila campioni da 500-600 aziende in gara insieme ai sindaci dei rispettivi territori di produzione.
La collaborazione tra l’associazione e i sindaci dei 500 Comuni associati uniti per promuovere i vini e il territorio verrà presentata a Vinitaly allo stand delle Città del Vino. Nella prestigiosa sede delle mura del Valadier saranno accolti esperti enologi, la metà dei quali provengono dall’estero.
Il Concorso Enologico Città del Vino è l’unica competizione vitivinicola internazionale che prevede la premiazione congiunta delle Aziende imbottigliatrici e del Comune in cui sono localizzati i vigneti; una ideale compartecipazione che intende sottolineare il valore del rapporto tra vino e territorio, della collaborazione fra ente pubblico e azienda privata, dove il Sindaco si unisce ai viticoltori per fare da testimonial ai vini del proprio territorio.
L’iscrizione direttamente qui
Si inizierà giovedì 30 maggio, con l’arrivo dei Commissari italiani e stranieri, per poi proseguire, fino a domenica 2 giugno, allo svolgimento vero e proprio del Concorso con le sessioni di degustazione dei vini.
Il regolamento e modalità di partecipazione qui
Con questa iniziativa gli amministratori di Frascati e il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Docg intendono valorizzare il prodotto locale considerato la locomotiva dell’enologia laziale. Non a caso i due unici vini bianchi laziali con la denominazione Docg sono il Frascati ed il Cannellino.
L’associazione Città del Vino nacque nel 1987 a Siena all’indomani dello scandalo del vino al metanolo. Trentanove sindaci si riunirono per far nascere le Città del Vino, intuendo che l’operazione che andava fatta – di carattere culturale, oltre che di marketing – era quella di rendere sempre più forte il rapporto tra vino e territorio, un rapporto che rappresenta ancora oggi l’unicità del vino italiano, la sua originalità assoluta.
Con oltre 3 miliardi di euro di fatturato stimati e circa 5 milioni di enoturisti (secondo i rapporti annuali dell’Osservatorio sul turismo del vino), l’enoturismo si pone al centro delle politiche di crescita locale. È questa una forma di turismo di esperienza che privilegia la sostenibilità, l’incontro con il territorio, e la conoscenza diretta dei suoi protagonisti: i vignaioli e la gente che qui lavora e vive.