Il Gruppo Matura ha deciso di proporre al Merano Wine Festival 2015 questa degustazione intitolata “Indigeno”
Si è concluso da qualche giorno il Merano Wine Festival #mwf2015, che quest’anno è stato prolungato di un giorno, per dare la possibilità ai produttori di presentare il lunedì le vecchie annate dei propri vini e il martedì Catwalk Champagne, uno speciale dedicato alle bollicine francesi.
Durante i giorni del weekend si sono svolti come di consueto oltre che alle degustazioni dei vini premiati dal MWF anche i Masterclass con produttori e vini di grande interesse nel panorama vitivinicolo nazionale e internazionale.
Ho deciso di partecipare all’evento organizzato dal Gruppo Matura, poiché affrontava un argomento che oggi è di spiccato interesse comune. Avevo avuto già modo di parlare di questo tema con loro e tutte le volte rimango affascinata dal modo in cui si approcciano, sia gli enologi che i produttori, a questi vitigni. Credo che ci voglia molta pazienza e cura per arrivare a prodotti che esprimano così marcatamente il varietale oltre che il loro territorio di provenienza.
Il Gruppo Matura ha deciso di proporre al #MWF2015 questa degustazione intitolata “Indigeno”.
Come ci spiega nell’introduzione Valentino Ciarla: “ad un certo punto del nostro lavoro, che è fatto oltre che del lavoro in cantina, ma anche di una conoscenza diretta dei vigneti, ci siamo resi conto che avevamo un patrimonio di vini prodotti da mono-cultivar piuttosto importante. Questo è il frutto del lavoro continuo che viene fatto per valorizzare i vitigni con cui lavoriamo che sono strettamente legati al loro territorio di origine”.
I vini presentati da Matura erano 8 e sono stati raccontati da Laura Zuddas, Goffredo Agostini e Valentino Ciarla, si è parlato della loro storia e del perché insieme ai produttori hanno deciso di imbottigliarli in purezza. Su questi vitigni conoscenze approfondite e scientifiche ce ne sono poche, ma fortunatamente la dedizione, la tenacia ed il saper interpretare i propri territori dei produttori fanno sì che si possa degustare queste piccole perle.
Senti OH! Ansonica Costa Toscana IGT 2014 dell’azienda la Fontuccia (V.Ciarla):
“Siamo all’Isola del Giglio, nell’Arcipelago Toscano, intorno agli anni 60/70 i vigneti non venivano più coltivati per ricavarne vino, ma solo per ottenere uva da consumare a tavola.
Siamo in uno dei luoghi della viticoltura eroica in Italia, i vigneti sono ritagliati nei pochi anfratti fertili nelle ripide rocce granitiche che degradano verso il mare ed ogni pianta che cresce è una conquista per questi viticoltori fantastici che fortunatamente hanno ripreso una tradizione antica di produzione sull’isola.
L’Ansonica è un’uva tipicamente mediterranea e direi marittima infatti si trova principalmente in Sicilia, sulla Costa Toscana e all’Isola del Giglio. E’ una varietà resistente alla siccità e la maturazione delle uve avviene solitamente tra metà settembre ed i primi di ottobre.
“ Le particolari note aromatiche dei vini di questo territorio deriva dal congiunto tra il granito del suolo, il sole e il mare dell’isola e la sapiente scelta fatta dai produttori dell’epoca di raccolta”
Degustazione:
Giallo paglierino carico, note iodate, sentori di pesca non troppo matura, nuance di capperi freschi e piccoli fiori gialli appena percettibili, in bocca entra ampio con una certa rotondità e nello stesso tempo una spiccata acidità che lo contraddistingue. In questo calice si sente senza dubbio l’influenza del mare.
Bardolino Chiaretto DOC 2014 dell’azienda Giovanna Tantini (L.Zuddas):
“la zona di produzione di questo vino è a sud del Lago di Garda, caratterizzata da terreni di origine morenica, molto drenanti che in un’annata umida come il 2014 hanno aiutato a mantenere la sanità delle uve ottimale, fino alla raccolta avvenuta manualmente e con tutta la cura che Giovanna Tantini ed il suo staff mettono sempre nelle fasi di lavorazione. Questo vino prevede Corvina per un 85% e il rimanente 15% fra Rondinella e Molinara”.
Degustazione:
al colore si presenta con un bel rosa tenue, che ricorda la cipria, note floreali di rosa e di agrumi che solleticano il naso, rotondo, con una piacevole acidità, molto sapido con un finale brioso.
Loccareto Toscana IGT 2013 Colorino dell’azienda Casabianca (V. Ciarla):
con questo vino ci troviamo nel cuore delle Colline Senesi, in Toscana. L’azienda Casabianca sta lavorando molto per la riconversione dei vigneti, con il 2015 l’azienda ha ottenuto la certificazione biologica.
Il Colorino è un vitigno storicamente presente in questa regione e utilizzato principalmente nell’uvaggio per produrre Chianti e Chianti Classico. La particolarità di quest’uva è quella di avere un grappolo spargolo, antociani molto marcati e un aspetto aromatico interessante, come dice Ciarla: “ da un’impronta femminile al naso”. Le uve provengono dal vigneto Pian di Rocca dove è stata fatta una selezione massale per la il reimpianto dei nuovi vigneti. Il vino fa un lungo affinamento in legno dai 18-24 mesi, questo per rendere i tannini più morbidi.
Degustazione:
colore rosso rubino profondo, floreale e fruttato, prugna matura e amarena si alternano a note speziate dolci, entrata ampia e profonda con tannini presenti ma che lasciano una sensazione piacevole al palato, note di liquirizia molto marcate nella retrolfattiva. Vino di piacevolezza immediata, che ricorda un territorio generoso come quello delle Colline Senesi.
Tintilia del Molise Doc 2012 dell’Azienda Terresacre (G. Agostini):
azienda giovane, nata nel 2006 con 35 ettari di vigneto a Montenero di Bisaccia, ma con le idee molto chiare rispetto alla loro produzione che si è focalizzata esclusivamente sui vitigni autoctoni presenti da sempre in questo territorio. Come ci racconta Agostini: “in tutto l Molise si producono attualmente 80 ettari di Tintilia, questo vitigno produce un’uva con acino molto piccolo con 2-3 vinaccioli all’interno, la resa è bassissima si parla di 30 qt./h, e questa potrebbe essere una delle cause del perché fu abbandonata la sua produzione negli anni passati. Dobbiamo ringraziare la tenacia dei produttori e degli enologi presenti sul territorio se oggi riusciamo a riassaporare gusti antichi come questo.
L’annata 2012 è stata molto buona in Molise, favorendo così un’ottima maturità degli acini. Le uve fanno una macerazione di 10/12 giorni mentre l’affinamento avviene in acciaio, solo una piccola parte fa un passaggio in barrique di 2° e 3° passaggio”.
Degustazione:
colore rosso rubino intenso, prugna ed erbe aromatiche caratterizzano il naso, anche se nel tempo le note balsamiche di eucalipto arrivano in modo piacevolmente preponderante, questo pare essere una caratteristica di questa uva. In bocca incuriosisce molto, ottimo equilibrio con spiccata sapidità che rende piacevole riassaggiarlo.
Era Primitivo del Salento IGP 2011 dell’azienda Romaldo Greco (G. Agostini):
l’azienda nasce nel 1973 ed è situata a Seclì nel cuore del Salento, nel 2005 la proprietà decide di fare un cambiamento importante, nuovi vigneti per alcune varietà autoctone e l’introduzione di uve internazionali.
L’intento è quello di rinnovare la tradizione e diventare contemporanei nella produzione per affacciarsi anche ad un nuovo mercato. Antongiulio, figlio di Romaldo inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, portando un grande contributo innovativo.
Le uve Primitivo provengono da un vigneto molto vecchio allevato ad alberello, e dopo una macerazione di 15/20 giorni, una parte segue l’affinamento in acciaio, l’altra in barrique. Questa produzione si presta ad un invecchiamento molto lungo.
Degustazione:
colore molto profondo con marcati sentori di frutta, prugna e frutti a bacca nera, ottime speziature dolci. Vino elegante con note saline marcate, nel finale la sapidità torna preponderante, favorendo il riassaggio.
Taffetà Toscana IGT 2011 dell’azienda Poggiopiano (V. Ciarla):
ci troviamo nel cuore del Chianti Classico, l’azienda diventa di proprietà della Famiglia Bartoli a partire dal 1993. Qui si produce principalmente Sangiovese nelle forme più tradizionali della zona, il Colorino è presente da sempre in questi territori come parte dell’uvaggio del Chianti. In azienda si capisce che questa uva poteva avere un suo percorso specifico e una sua propria dignità. Inizialmente viene utilizzato per caratterizzare maggiormente il Rosso di Sera, vino di punta dell’azienda, successivamente a seguito di varie sperimentazioni, si decide di produrlo in purezza. Il vino necessità di un affinamento lungo per addomesticare i tannini, che risultano essere duri in gioventù.
Degustazione:
Colore di un bel rubino brillante, prugna e sentori balsamici con uno speziato pungente, in bocca è ampio e nel finale il tannino risulta essere piacevole, lasciando una notevole setosità al palato.
La degustazione continua con gli ultimi due vini che sono vini passiti provenienti dalla Toscana, anzi da due Isole dell’Arcipelago Toscano.
Il primo è l’Ansonica Passito Costa Toscana IGT 2014 Nantropò dell’azienda La Fontuccia, come ci spiega Ciarla: “le uve vengono stese su dei graticci e tenute ad essiccare al sole, la vicinanza con il mare è tangibile poiché si parla di circa una trentina di metri di distanza. Dopo circa 2/3 settimane le uve vengono rigirate per favorire l’appassimento che durerà per circa 30 giorni. Durante la notte i graticci sono coperti, per proteggerli dall’umidità. La macerazione delle uve dura quasi due mesi, e dopo la svinatura il vino viene messo ad affinare in acciaio. La qualità principale che si voleva ottenere da questo vino era quella di fare un prodotto dolce ma non troppo”.
Degustazione:
colore giallo dorato, con note di miele, agrumi, sandalo, cedro candito e note balsamiche freschissime. In bocca è piacevolissimo, con una marcata acidità che rende questo vino aggraziato nell’assaggio. Nella retrolfattiva le note agrumate sono molto presenti.
Elba Aleatico Passito DOCG 2012 dell’azienda La Fazenda (L. Zuddas):
L’Isola d’Elba è la più grande dell’Arcipelago, e qui si produce vino da sempre, l’azienda Fazenda inizia a produrre vino verso la fine degli anni ’90, coltivando principalmente i vitigni autoctoni presenti in questo territorio. I vigneti sono situati ai piedi di Capoliveri nella Località di Mola su terreni a base argillosa ricchi di scheletro e di ferro, minerale molto presente su tutta l’isola.
“L’Aleatico, uva a bacca rossa, ha dei grappoli piccoli e la buccia degli acini è molto sottile, per questo molto delicata, a circa metà agosto la parte vegetativa blocca la sua attività, e l’uva va in uno stato di surmaturazione, questo è il momento giusto per raccogliere. Le uve vengono disposte su dei graticci poste a circa 80 cm dal suolo e ombreggiati con delle tende, si sfrutta una parziale ombreggiatura per preservare maggiormente i profumi primari, quando si arriva alla concentrazione zuccherina voluta si procede con la macerazione, che sarà breve per non tirare fuori dei tannini troppo amari che non si integrerebbero con la dolcezza finale del vino”.
Degustazione:
colore rosso violaceo profondo, i profumi sono molto complessi, si va dalla confettura di frutta a bacca nera, alla rosa appassita, frutta secca per arrivare alle spezie dolci come la cannella e il cioccolato. In bocca si presenta avvolgente con una bella sensazione dolce subito bilanciata da un’ottima acidità, finale lungo con leggere note di tannino vibrante.
Ciarla conclude la degustazione così:
“una strada per fare Biodiversità e quella di andare in vigna tutti i giorni lavorando per valorizzare questo patrimonio”.
( Fonte Il Corriere del vino )
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