Home Arrabbiature Inchiesta falso Brunello, sequestrati oltre 160.000 litri per un milione di euro

Inchiesta falso Brunello, sequestrati oltre 160.000 litri per un milione di euro

Finalmente il nome dell’indagato, si tratta di Alessandro Lorenzetti

 

MONTALCINO. Vino di modesta qualità venduto come Brunello e Rosso di Montalcino. E’ la frode scoperta dalla Guardia di finanza di Siena, grazie a una segnalazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ha portato al sequestro di oltre 160.000 litri di vino e 2.350 contrassegni di Stato.

 

 

Coinvolto nella frode, definita “clamorosa” dalla Gdf, un enologo di svariate aziende agricole di Montalcino, Alessandro Lorenzetti, che è stato denunciato.Per vendere modesto vino rosso come Brunello di Montalcino, l’enologo scoperto dalla Guardia di finanza di Siena inseriva dati falsi nella banca dati di Artea, agenzia della Regione, su dichiarazioni di produzione delle vendemmie, giacenze contabili e cessioni di vino sfuso. Ciò grazie a sue ‘straordinarie abilita’ informatiche’. Inoltre il consulente, approfittando della fiducia dei committenti, era venuto in possesso di contrassegni di Stato e documenti attestanti la Docg del Brunello riuscendo cosi’ a spacciare per Brunello vino di minore qualita’. Per l’enologo, denunciato, e’ scattato anche il divieto di dimora a Montalcino (Siena) da parte dell’autorita’ giudiziaria e sono stati sottoposti a sequestro preventivo i suoi conti bancari, fino al valore di 350.000 euro, come equivalente del profitto di reato.

 

( Una bella veduta di vigneti nella zona del Brunello, a Montalcino (foto d’archivio) )

L’inchiesta sul falso Brunello e Rosso di Montalcino condotta dalla Guardia di Finanza di Siena, con la collaborazione dell’ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole di Firenze, ha portato finora al sequestro di vino per un valore di quasi un milione di euro. In particolare, secondo quanto spiegato dalle Fiamme gialle in una nota, a seguito di numerose perquisizioni, sono stati sottoposti a sequestro probatorio 165.467 litri di vino, pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl. di cui 75.620 litri di Brunello di Montalcino e 89.847 litri di Rosso di Montalcino. Sequestrati anche 2.350 contrassegni di Stato e “copiosa documentazione e materiale contraffatto”. L’enologo denunciato, è stato ancora spiegato, è un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, e dal 2011 al 2013 “è riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualita’”. In corso di individuazione, si spiega ancora, persone che lo avrebbero “coadiuvato”, “collaboratori a vario titolo – si spiega nella nota – e con diverse funzioni nell’ambito dell’intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino”. L’enologo, dal 2011 al 2013 e’ riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualita’.

( Botti di Brunello in una cantina di Montalcino )

Le misure cautelari prese per l’enologo su richiesta del pm e disposizione del gip di Siena, sono state confermate dal tribunale del riesame di Firenze. Il professionista, hanno ricostruito le indagini, ha abusato della fiducia degli imprenditori che lo avevano ingaggiato anche in virtu’ delle sue elevate e riconosciute qualita’ professionali. Col materiale autentico che serve ad attestare la Docg – tra cui i contrassegni da applicare sulle bottiglie – l’enologo ‘vestiva’ da Brunello, in modo perfetto e impossibile da scoprire, bottiglie di qualunque vino rosso. Inoltre, per ottenere quantita’ apprezzabili di Brunello, secondo le indagini il professionista acquistava ‘in nero’ vino comune e partite di uva che cedeva alle cantine per la vinificazione e il successivo invecchiamento in botte, progettando in taluni casi di conservarlo anche per anni e cederlo nelle fasi di mercato in cui i prezzi fossero per lui ancora piu’ vantaggiosi. L’indagato ha messo in pratica la sua abilita’ informatica anche per truffare due imprenditori penetrando nel loro sistema di ‘home banking’ personale e tentando cosi’ di TRASFERIRE DENARO dai loro conti bancari, su propri conti all’estero: in particolare la Guardia di Finanza ha individuato un tentativo per prosciugare 350.000 euro dal conto di un committente. Il consulente e’ accusato dal pm Aldo Natalini, che ha coordinato l’inchiesta, di frode in commercio, accesso abusivo a sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata, falso.

Parla il ministro. “Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne e’ la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualita’ ci sono e funzionano”. Lo ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, a proposito dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha scoperto un enologo capace di una sofisticata frode sulla commercializzazione di vino comune spacciato per Brunello di Montalcino. La contraffazione veniva realizzata aggirando il sistema di tracciabilita’ posto a garanzia di tali produzioni. Ma, ha aggiunto il ministro Martina, “proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti”.

Rossi: la Regione si costituirà parte civile. “La Regione si costituirà parte civile, a difesa dei produttori di Brunello e per il danno subito con la violazione della banca dati dell’agenzia regionale Artea. Voglio ringraziare la Guardia di Finanza e le forze dell’ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l’Italia nel Paese nel mondo”. Così il presidente della Toscana, Enrico Rossi, commenta l’inchiesta che ha portato al sequestro di oltre 160mila litri di vino di scarsa qualità venduti come Brunello e Rosso di Montalcino. “Vogliamo dare un segnale inequivocabile – prosegue – che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l’impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell’ordine la falsa certificazione. Il segnale è chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori è danneggiato da questi criminali. Violano la legge – conclude Rossi – danneggiando la qualità e distruggendo posti di lavoro”.

 

 

( Fonte http://iltirreno.gelocal.it/ )

 

P.S. ) Tengo a precisare per completezza dell’informazione che l’ Assoenologi ha preso immediatamente le distanze dal soggetto in questione, precisando che :

1 ) non è enologo

2 ) quindi mai iscritto all’associazione

RG