Quando un vitigno viene lasciato cadere nell’oblio, diventa pressochè impossibile provvedere al suo recupero.
La Sardegna è ricca di vitigni autoctoni, risalenti alla notte dei tempi, terra di transito e conquista, immersa al centro del Mediterraneo, oggi può contare 32 vitigni autoctoni iscritti nell’apposito registro nazionale della varietà di viti ( RNVV ). In questi giorni si sono aggiunti questi 11 vitigni : tra i bianchi abbiamo Bianca addosa, Sinnidanu, Doronadu, Pansale e Granatza. Tra i rossi Aniga bragia, Nigheddu polchinu, Procu nieddu e i rosati Rosonadu, Licronaxu rosa, Nuragus arrubiu.
Tutto questo è stato ottenuto grazie al progetto Akinas, coordinato ed organizzato dalla società Agris Sardegna, con la collaborazione di ricercatori di biodiversità vitivinicola, vite selvatica, archeologia ecc., con l’ausilio di attrezzature messe a disposizione dalla Agris, quali cantina sperimentale e laboratorio di biologia molecolare.
Giovanni Lovicu, responsabile per il settore viticolo di Agris, cosi’ spiega : “L’iscrizione delle varietà di vite al RNVV è fondamentale per la coltivazione dei vitigni e la commercializzazione del vino da essi ottenuto.E’ importante per le aziende sarde perché permetterà di avere una base di varietà di vite antiche, ricche di storia ed uniche al mondo utili per ottenere nuove tipologie di prodotto.Giova ancora ricordare che la grandissima parte di questa varietà è un ‘unicum’ della Sardegna, cioè sono coltivati esclusivamente e si trovano tracce documentali solo nell’isola” .
Cosi’ conclude Lovicu : “Un altro gruppo di vitigni che potrà dare supporto alle aziende isolane e rafforzare l’immagine della Sardegna isola ricca di biodiversità, originalità, unicità e di storia. Davvero ‘insula vini’, isola del vino”