Home DEGUSTAZIONI VINO In Cina si vende Montepulciano d’ Abruzzo imbottigliato al Nord

In Cina si vende Montepulciano d’ Abruzzo imbottigliato al Nord

E’ di pochi giorni fa la denuncia di un giovane enologo siciliano che , trovandosi in Nuova Zelanda per lavoro, ha segnalato quanto riportato sotto.

La medesima cosa è capitata al sottoscritto, durante la permanenza in Cina, nella grande città/metropoli ( 23 Mil. di abitanti ) di Shanghiai, dove su uno scaffale ho notato la presenza di un Montepulciano di Abruzzo imbottigliato ad Ovada nell’Alessandrino ( la patria dell’ottimo Dolcetto omonimo ).


Roberto Gatti

Cantine siciliane in allarme dopo la clamorosa denuncia di un giovane enologo marsalese che ha avuto modo di accertare che il pregiato”Nero d’Avola” viene commercializzato in Nuova Zelanda ma imbottigliato al Nord.La denuncia è di Ivan Cappello, 26 anni, che dopo avere superato il corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia a Marsala, trasferitosi in Nuova Zelanda per motivi di lavoro, ha accertato che il prestigioso “Nero d’Avola” esposto sugli scaffali di supermercati ed enoteche porta nelle etichette il nome di città del Veneto e della Lombardia, del Piemonte e del Trentino dove viene imbottigliato. Da qui la sua denuncia ai presidenti di cantine ed aziende siciliane e marsalesi “, che non riescono ad essere presenti nei mercati esteri e che si accontentano che il nostro vino venga rappresentato dalle cantine del Nord, sicuramente commercialmente molto più attrezzate di quelle locali:

Ecco il testo della sua lettera:

La mia professione e soprattutto la mia curiosità, quando mi trovo all’estero, mi portano a ricercare sempre etichette di vino siciliano ed italiano nella grande distribuzione e nelle enoteche.

Mi piace capire cosa pensa il mercato del vino italiano e soprattutto del vino siciliano. Molto spesso. fingendomi un normale acquirente, interrogo proprio gli addetti alla vendita. Chiedo quali vini la gente preferisce e qual e’ la moda del momento. Con grande sorpresa e felicità spesso mi sento rispondere che è il Nero d’Avola  ad essere richiesto, perché la gente è curiosa di bere siciliano.

Direttore, le scrivo per manifestarle però la mia rabbia e indignazione su un caso che mi ritrovo puntualmente davanti. Purtroppo  proprio quel vino siciliano che la gente compra non è di aziende siciliane ma di cantine venete, lombarde, piemontesi, trentine e di molte altre regioni italiane. Molto spesso questi vini sono proposti allo stesso prezzo dei  vini francesi o di quelli spagnoli di cantine molto famose.

Non vorrei però che si fraintendesse che io sia contrario al fatto che le cantine del nord commercializzino i nostri vini all’estero. Dico solo che non puo’ essere la regola. Dove sono le cantine siciliane????

Ovviamente alcune cantine siciliane ormai hanno i loro mercati a cui vendono le loro produzioni. Ma sono appunto alcune.

 

A volte mi chiedo anche che parte stiano giocando le cantine sociali. Mi riferisco alla mia provincia, perché per fortuna la Sicilia vanta dei buoni esempi, come la Settesoli, a Menfi, molto presente in Inghilterra.

Ma la cosa che mi fa indignare  è che questi vini siciliani imbottigliati al nord si trovano anche in Sicilia. Basta guardare le retro etichette dei vini “low cost” sugli scaffali dei supermercati.

Vogliamo continuare ad  affidare la nostra immagine a queste etichette??? E’ la domanda che si dovrebbero porre tutte le cantine siciliane, anche le piu’ importanti, perché ne vale pure dell’immagine dei loro vini.

Ivan Cappello


Annotazioni di Roberto Gatti

Mi riallaccio alla denuncia del giovane enologo, per testimoniare che, trovandomi in Cina a Shanghai da dove sono ritornato da poche ore, ho notato sugli scaffali di una grande enoteca di vini italiani, un Montepulciano di Abruzzo imbottigliato da una azienda di Ovada nell’Alessandrino. Queste sono denunce che bisogna fare, perchè sono fermamente convinto che quel Montepulciano non rappresenterà degnamente il grande vino abruzzese che tutti noi conosciamo. Immagino quei nuovi consumatori, una volta bevuto quel vino, che presumo senza anima e senza dignità, come potranno fare poi nel futuro ad avvicinarsi ancora a quelle tipologie di vino. Credo sia giusto segnalare queste ” anomalie ” all’italiana, in modo che le nostre autorità preposte, i consorzi di tutela, le camere di commercio e chiunque altro vi abbia interesse, possano e debbano prendere posizione in merito.

Al di la di ogni aspetto legislativo , credo siano queste le operazioni di marketing che fanno male al ” sistema Italia ” in patria e soprattutto all’estero, dove ancora non c’è conoscenza e cultura dei nostri magnifici prodotti agroalimentari.

Roberto Gatti