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In calo la vendita di bottiglie ma si brinda ai fatturati

Domenica apre il Vinitaly con il nuovo record di esportazioni per le etichette italiane

 

( Dal 6 al 9 aprile a Verona torna Vinitaly con 4 mila aziende e 50 mila operatori attesi )

Qualche bottiglia in meno, ma venduta più cara sulle tavole straniere. Secondo i dati Istat elaborati da Vinitaly-Assoenologi, il 2013 ha fatto registrare un nuovo record in valore per le esportazioni del vino italiano all’estero, superando per la prima volta la soglia dei 5 miliardi di euro. Il tutto, grazie a una crescita del 7,3% rispetto al 2012 che è valso al vino anche il primato tra le produzioni alimentari più vendute oltre confine.

Un’ascesa che prosegue incessante da cinque anni, passando dai 3.673 milioni di euro del 2008 ai 5.039 milioni del 2013 (+27% sul quinquennio). E il dato è ancor più rilevante, se si considera la diminuzione di quasi 1 milione di ettolitri dei volumi esportati (il totale è sceso a 20,4 milioni contro i 21,3 del 2012) e il contestuale incremento del valore medio unitario, passato da 2,20 euro a 2,47 euro al litro (+12,3%).

 

 

Dunque, con i consumi interni costantemente in calo e la crisi che qui ristagna più che altrove, l’Italia del vino si salva soprattutto grazie alle vendite all’estero e al successo che le nostre denominazioni riscuotono in Paesi «storici» come Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Russia e Giappone, mentre si affacciano nuovi clienti in Estremo Oriente e in Sud America.

Lo sanno bene le oltre 4mila aziende che da domenica prossima al 9 aprile saranno schierate a Veronafiere per la 48ª edizione di Vinitaly e cercheranno di intercettare i 50mila operatori esteri in arrivo da 120 Paesi. Un evento dove è quasi d’obbligo essere presenti, per tastare il polso ai mercati e valutare le prospettive di crescita, con la speranza di veder confermato il buon andamento del settore negli ultimi mesi, pur ancora in un contesto di luci e ombre.

 

Secondo un’inchiesta tra le realtà enologiche più importanti d’Italia per storia, immagine e per volume d’affari (1,8 miliardi di euro, il 15% del fatturato complessivo del vino italiano), il 2014 si è aperto all’insegna dell’ottimismo: per l’88% delle cantine le vendite nel primo trimestre sono cresciute del 7,5% e il «sentiment» resta positivo anche per i prossimi mesi. Vedremo se la sensazione resterà tale anche dopo la full immersion tra gli stand della fiera veronese, dove le tre parole chiave saranno appunto internazionalizzazione, buyer ed esportazione.

 

Il report elaborato da Assoenologi dice che nel 2013 il valore dell’export nell’area dei Paesi Terzi con 2.575 milioni di euro ha superato le vendite interne dell’Unione Europea, ferme a 2.463 milioni. Due sono i mercati di riferimento che insieme assorbono oltre il 41% del valore totale esportato: Stati Uniti e Germania, entrambi con un valore di oltre 1 miliardo. Rallentano, invece, le importazioni dei mercati giovani come l’Estremo Oriente e il Sud America, in parte per problemi congiunturali e in parte per le dimensioni ridotte di molte imprese italiane che incontrano crescenti difficoltà a sviluppare rapporti commerciali con mercati complessi e lontani come quello cinese. Complessivamente, il settore enologico italiano genera un fatturato annuo di 12 miliardi di euro e dà lavoro a 1,2 milioni di addetti, con una crescita del 50% negli ultimi dieci anni, occupati in circa 450 mila aziende (dati Agrinsieme).

 

 

( Fonte La Stampa )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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Roberto Gatti

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