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IMPORTANTE SENTENZA PER LE DOP ITALIANE

L’EUIPO vede riconosciute tutte le ragioni del Consorzio di Bolgheri nel caso contro il marchio bulgaro Bolgaré

 

Bolgheri, 29 marzo 2022. Dopo 5 anni di attesa finalmente l’EUIPO, l’ufficio marchi europeo, dà piena ragione al Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC nel contenzioso contro una delle principali cantine bulgare, il Domaine Boyar che nel 2017 aveva fatto domanda di registrare il marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. La decisione, emessa lo scorso 21 marzo ma pubblicata solo oggi, ha valore fondamentale non solo per il caso specifico, ma soprattutto per il sistema delle denominazioni, e potrà rivelarsi dirimente anche per risolvere questioni tutt’ora in essere che vedono minacciato il Made in Italy.

Nonostante le ragioni evidenti del Consorzio, l’esito non era affatto scontato, tant’è che l’opposizione presentata per bloccare la registrazione fu respinta in prima battuta. Nel 2020 fu presentata anche un’interpellanza parlamentare da parte degli Eurodeputati Paolo De Castro e Simona Bonafé, stigmatizzando la gravità dell’accaduto, ma fu ribadito in quella circostanza che il compito di giudicare il caso spettasse all’EUIPO, che si è finalmente espresso accogliendo l’appello del Consorzio. In particolare, l’EUIPO afferma la forte somiglianza dei due nomi e il rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro, ribadendo la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione, come già emerso nel caso Champagne c. Champanillo.

 

 

Si tratta di una vittoria non solo per il territorio di Bolgheri, ma per l’Italia e soprattutto per l’intero sistema europeo delle denominazioni, che dopo questa decisione ne esce certamente più forte. Commenta così Albiera Antinori, Presidente del Consorzio: “Dopo 5 anni di battaglia legale siamo molto contenti come consorzio di questo risultato. Essere riusciti a difendere la denominazione Bolgheri dalla tentata registrazione da parte di una azienda bulgara di un marchio molto simile è un segnale importante per l’Italia in questo momento che anche altre denominazioni italiane sono in difficoltà nella difesa del loro nome”. “Ora è chiaro: non può esistere un Bolgheri made in Bulgaria”, così gli europarlamentari Paolo De Castro e Simona Bonafè commentano la decisione a lungo attesa da parte dell’Ufficio europeo dei brevetti di rigettare la richiesta di registrazione del marchio Bolgaré.

“Finalmente – proseguono i due europdeputati PD – è stata data risposta alle nostre preoccupazioni e a quelle dei produttori di una delle eccellenze del Made in Italy vitivinicolo più riconosciute e apprezzate a livello mondiale. Alla vigilia della presentazione del nuovo regolamento europeo sulle indicazioni geografiche, abbiamo la conferma di come il sistema di protezione europeo funzioni. Abbiamo stoppato infatti – concludono De Castro e Bonafè – un chiaro tentativo di usurpazione commerciale da parte di un marchio bulgaro (Bolgaré) chiaramente evocativo dei vini DOC Bolgheri, ma che nulla ha a che fare con quelli che sono considerati tra i migliori vini al mondo.”

“È la sentenza che aspettavamo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare di Regione Toscana Stefania Saccardi – perché Bolgheri non è un gioco di parole. Bolgheri è un territorio, un luogo irripetibile che esiste solamente in quel nome, lo stesso nome di un prodotto che solo questa terra ci offre, che ci danno un saper fare e una tradizione uniche. Con questa decisione l’Ufficio marchi europeo conferma che la Toscana e il made in Tuscany non rappresentano una mera questione di difesa di cortile ma sono la risposta a chi ha bisogno di trovare un prodotto di qualità che si associa a bellezza, storia, valore: 66 aziende socie del Consorzio. Tutto questo è Bolgheri, ben altro e ben oltre maldestri tentativi di ingannare qualche sprovveduto”.

Per l’Avv. Paola Stefanelli di Bugnion Spa che ha assistito il Consorzio nel procedimento: “La decisione d’appello della Commissione dei Ricorsi dell’EUIPO, che sancisce la vittoria del Consorzio di Bolgheri è una lezione di coerenza dell’Ufficio marchi europeo sulla tutela delle DOP alla Commissione Europea, che recentemente aveva approvato la richiesta di menzione tradizionale per il vino croato PROŠEK, indignando il settore vitivinicolo italiano e non. Nessuno sconto per chi evoca, intenzionalmente o meno, una DOP registrata. L’evocazione, afferma l’EUIPO sulla scia della giurisprudenza della Corte di Giustizia, è un concetto assoluto ed oggettivo, e spetta a chi adotta un marchio verificare, prima di depositarlo, che non sia evocativo di una DOP. La Commissione dei Ricorsi rileva poi che l’evocazione può sussistere anche solo in uno dei paesi membri e il fatto che non sussista, per motivi storici o linguistici, in una parte dell’UE è irrilevante. E adesso in bocca al lupo al Prosecco per la sua battaglia!”