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“Il vino è una risorsa, i rifiuti no”: così Tufo si oppone a nuovi impianti

Confronto su sviluppo e tutela dell’ambiente. D’Amelio: no agli inceneritori, con un compostaggio di qualità si fa crescita

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“Tufo è un patrimonio della Valle del Sabato e della provincia di Avellino da salvaguardare e tutelare da ogni minaccia ambientale. Il vino è la sfida per rendere competitivo il territorio e la regione creando nuove opportunità di sviluppo”. Il sindaco di Tufo Nunzio Donnarumma ha accolto così gli ospiti dell’incontro al Castello denominato “Comune di Tufo e comprensorio del Greco: il cuore pulsante della Valle del Sabato”.

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Di sviluppo del settore connesso al territorio e di turismo si è discusso con l’assessore all’agricoltura della Regione Campania Franco Alfieri, la presidente del consiglio Rosetta D’Amelio, il presidente dell’osservatorio regionale rifiuti Enzo De Luca, il giornalista de Il Mattino Annibale Discepolo, il presidente del Consorzio Terre del Greco Ferrante Di Somma ed il professore dell’Università del Sannio Fabio Amatucci. Invitati anche il delegato all’agricoltura Maurizio Petracca e il presidente della Provincia Domenico Gambacorta che hanno disertato, e gli altri sindaci degli otto comuni del Greco tra i quali anche il sindaco di Chianche Grillo presente in sala.

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Lo sviluppo del territorio non andrebbe di pari passo con l’idea della regione Campania di realizzare nuovi impianti di compostaggio in Irpinia individuando in Chianche, tra l’altro uno degli otto comuni del Greco, e Conza della Campania territori idonei.

 

A rafforzare il concetto espresso dal sindaco Donnarumma ci ha pensato Ferrante Di Somma che dal 2014 è presidente del consorzio Terre del Greco composto da 10 aziende di Tufo e Torrioni “Vorrei vedere Tufo rinascere con l’enoturismo portando i turisti in Irpinia magari con la ferrovia Avellino – Benevento a guardare il mulino giardino. Nel mio immaginario la cattedrale dell’enogastronomia. Vogliamo pullman di turisti e non camion dell’immondizia che transitano sulle strade. La nostra opposizione sarà determinata contro la costruzione di qualsiasi tipo di impianto di compostaggio, non vogliamo essere l’immondezzaio della Campania. Il futuro nelle nostre terre per i giovani è possibile, abbiamo un territorio che ci può invidiare il mondo intero, non permetteremo di pregiudicare lo sviluppo economico”.

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“La Regione non lavora per distruggere una economia ed una produzione di qualità – ha affermato l’assessore Franco Alfieri – Risolvere la questione rifiuti chiudendo il ciclo ed evitare inceneritori è l’obiettivo del Governatore De Luca. Stiamo parlando di un impianto di compostaggio, non di discariche – ha continuato. Come in altre realtà, questi impianti possono stare anche in centro città perché non si corrono rischi e poi, ha sottolineato, la Regione non ha alcuna intenzione di forzare la mano e andare contro la volontà dei territori. La scelta è stata effettuata su indicazione delle amministrazioni che hanno presentato manifestazione di interessi (Chianche è una di queste, ndr). Paradossalmente l’Irpinia è la provincia dove abbiamo avuto più richieste”.

 

D’accordo con l’operato della Regione Campania anche la presidente D’Amelio “L’importante è non realizzare un inceneritore. Se lavoriamo su un compostaggio di eccellenza, di qualità, con impianti altamente tecnologici si può pensare anche ad una risorsa per il territorio stesso per la produzione di concime. Dobbiamo pensare che i rifiuti, come in tutto il mondo, se danno garanzie possono essere una risorsa per il territorio”.

 

La scelta di farlo ricadere in un comune, che ha espresso la volontà di ospitarlo, tra gli otto del Greco appare però in controtendenza con le prospettive di sviluppo del settore “bisogna guardare ai progetti per Chianche. Un impianto senza impatto ambientale, con tecnologie di altissimo livello va bene in ogni luogo. Se invece è un elemento di rottura dal punto di vista ambientale è chiaro che sarebbe sbagliato farlo qui. Ma – sottolinea – se non va bene, non va bene dappertutto. Dobbiamo dare garanzie e sicurezza”. Due elementi che dopo le vicende giudiziarie che hanno riguardato lo Stir di Pianodardine a cui si fa fatica a credere “lo Stir fu un’intuizione del sindaco Di Nunno. Oggi non è più adeguato alle esigenze che ci chiede il mercato ambientale, anche su quella struttura bisogna seriamente intervenire perché sia messo a norma e in sicurezza. Anche a Teora, impianto la cui costruzione ho sostenuto quando ero sindaco di Lioni, si va verso l’ampliamento perché quel tipo di lavorazione non è più idoneo. Quando è nato lo Stir c’era una situazione che oggi è cambiata. Se riusciamo a lavorare ottenendo le stesse garanzie di sicurezza è bene. Se non lo è si facciano altre scelte” riferendosi anche all’ampliamento dell’impianto di Pianodardine.

 

Tornando al tema dell’incontro, Alfieri ha espresso parole di apprezzamento per la nostra terra “quando si parla di Irpinia oltre alle tante cose belle che ci sono c’è il vino. Una terra di eccellenza dove l’agricoltura ha fatto balzi in avanti ed anche la cooperazione cresce. Si riesce a conquistare mercato anche grazie alla qualità. La vicinanza della Regione a questa terrà è dovuta ed è anche un piacere incontrare gli imprenditori, perché il vino è un po’ l’ambasciatore della regione”. Ma solo il vino non riesce a produrre ricchezza, “dobbiamo integrare il turismo con l’agroalimentare e a maggior ragione con il vino. Insieme all’olio sono i due elementi su cui deve puntare la Regione. E’ un lavoro da costruire, mettendo insieme tutte queste perle sciolte e metterla a sistema creando occupazione e ricchezza per il territorio. Bisogna mettere in rete tutto e risolvere il problema dell’ accessibilità e della ricettività. L’Irpinia è ricca di Castelli, si potrebbero creare delle residenze di eccellenza con pochi posti ma qualitativamente di livello alto. La quiete di questo territorio, per alcuni può essere noia, ma per altri vuol dire ricchezza. Riorganizzare l’agroalimentare, gli agriturismi, l’accoglienza diffusa. Dobbiamo puntare sul turismo naturalistico, rurale. Affrontare una questione importante come gli eventi, puntando anche ai sei milioni di cittadini campani che non sanno cosa accade in Irpinia al di fuori di quei giorni di festa che però sono concentrati tutti nello stesso periodo. C’è l’esigenza di organizzare un calendario di eventi”.

 

Parole di elogio anche dalla presidente D’Amelio da sempre in prima linea “Senti Tufo e pensi al Greco, una eccellenza prodotta in otto comuni. Stiamo lavorando per utilizzare risorse in questa realtà per ampliare la qualità delle eccellenze delle nostre produzioni investendo su produttori di nicchia. Ci sono tante giovani donne impegnate nel settore”. La presidente del consiglio della Campania si è soffermata anche sulla querelle tra i consorzi irpini. In sala erano presenti esponenti del consorzio dei viticoltori, Ilaria Petitto e Mauro Sarno per citarne alcuni che hanno lasciato il consorzio Vini d’Irpinia. “Dobbiamo avere un consorzio unico di tutela del vino in cui ci sia attenzione non solo ai grandi produttori, ma anche e soprattutto a grandi piccoli produttori” annunciando un’altra iniziativa sull’argomento con l’assessore Alfieri. Dal vino ai castelli un sistema che intrecciato potrà dare certamente i suoi frutti “Non abbiamo nulla da invidiare alla Loira in Francia, intrecciare l’enogastronomia con i beni culturali, i borghi, castelli si può fare”.

 

 

( Fonte Il Ciriaco )