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Il vino che costa di più non è quello più buono

La qualità non corrisponde sempre al prezzo. I bevitori inesperti lo dicono senza problemi, quelli più raffinati devono essere smascherati da un esperimento

 

Il vino buono costa poco? Non proprio. Ma nemmeno vale cifre astronomiche. La realtà, ogni tanto, viene fuori. Almeno grazie a una ricerca, non proprio recentissima (2008), condotta da alcuni studiosi di Yale e della Stockholm School of Economics: la correlazione tra qualità del vino e prezzo esiste, ma viene sancita solo quando chi beve è già informato del costo del vino. In altre parole, è frutto di suggestione.

 

La ricerca si è basata su un campione di assaggiatori, alle prese con vari bicchieri di vino di qualità diversa. C’erano vini raffinatissimi (e molto cari), intermedi (dal prezzo accettabile) ed esemplari di pessimi (di conseguenza molto economici). Stando all’oscuro dei prezzi di ciascun assaggio, tutti dovevano dare un giudizio per ogni bicchiere. Gli scienziati si sarebbero occupati poi di tracciare una correlazione.

 

Il risultato è stato chiaro. Le persone non esperte tendono a preferire qualità medie di vino. Riconoscono le peggiori (e le rifiutano) ma, al tempo stesso, non apprezzano quelle che – scoprono poi – sono anche quelle più care. Per loro il legame prezzo-qualità non vale. Se dovessero per una volta assaggiare un vino raffinato e costoso è probabile che si sentirebbero raggirati. Gli esperti, invece, sono del tutto a loro agio tra i vini più cari. Ne sanno riconoscere la qualità e, di conseguenza, trovano ragionevole che costino di più.

 

Il problema è che gli esperti, in realtà, non sono sempre d’accordo tra di loro. Come dimostra questo video di Vox, alcuni vini vincono dei premi in una gara mentre perdono in un’altra. Non solo: gli esperti non sono nemmeno d’accordo con se stessi: di fronte allo stesso vino, ma imbottigliato in contenitori diversi, danno giudizi diversi. Dov’è il trucco? Dov’è il problema? La verità è che il prezzo è uno strumento di suggestione fortissimo: se una cosa è cara e/o famosa, viene valutata di più, a prescindere. Anche se non è quella reale, o se è del tutto uguale a un’altra che ha ottenuto minori riconoscimenti. È la legge del branco, certo. Ma anche l’ossequio al mondo dei (sedicenti) esperti.

 

 

 

( Fonte linkiesta )

 

Osservazioni a margine

Nel 2009 è stata fatta una grande degustazione dei vini piu’ famosi e costosi di Francia, rigorosamente alla cieca, da esperti ed addetti ai lavori. La degustazione è stata organizzata dal Gran Juri European, una associazione di addetti ai lavori ai massimi livelli di esperienza e notorietà.

Il video che segue ci/vi darà la dimostrazione reale e concreta che non sempre il vino piu’ costoso è anche il migliore, per cui buona visione. Dimenticavo, ho degustato successivamente il vino classificato al secondo posto, reperibile oggi sul mercato intorno ai 35/40 euro e devo anticiparvi di avere trovato uno dei migliori vini della mia lunga militanza nel settore.

 

Roberto Gatti

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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