( nella foto il Direttore del giornale online Cronachedigusto Fabrizio Carrera )
Sono stato chiamato dal collega Fabrizio Carrera che ringrazio pubblicamente, Direttore del giornale online Cronachedigusto, a partecipareal convegno , che si svolto a Palermo”
Aspettando Verona : come sta il vino del Sud d’ Italia “, ma per motivi personali non ho potuto parteciparVi.
Riporto il report del convegno pubblicato dal collega siciliano Maurizio Artusi, grande appassionato e competente in materia di enogastronomia, con particolare riferimento alla cucina. D’altronde con un nome cosi’…..
Buona lettura
Roberto Gatti
Il giornale onlineCronachedigusto.itci ha riprovato e il2 Marzo, alCastello UtveggiodiPalermo, ha organizzato il secondo forum sul vino del Sud intitolato“Aspettando Verona: come sta il vino del Sud Italia?“, grazie alla disponibilit delCerisdi, Centro Studi e Ricerche Direzionali, e dell’Irvv, Istituto Regionale Vite e Vino, stato inoltre trasmesso in diretta streaming sul sito dello stesso giornale. Spunti costanti di discussione sono stati i questionari inviati e raccolti da Cronachedigusto.it riguardanti cantine, enoteche e ristorazione.
Durante la sessione mattutina emersa la solita diatriba: chi coltiva la terra guadagna pochissimo, chi fa il vino guadagna qualcosa in pi, chi lo vende al pubblico ha un bel ricarico. La filiera non perdona, esattamente come avviene per gli altri prodotti del comparto agro-alimentare, il vino non fa eccezione. Questa la sintesi di una mattinata di incontri, a volte anche di scontri, tra istituzioni, produttori di vino e giornalisti. La sala era virtualmente divisa in due parti: mercato di quantit e mercato di qualit; due interessi e target di clientela che non possono mai convergere, due realt che non possono mai convivere con le stesse regole. Le risposte dei questionari hanno imputato alla crisi e alle leggi di contrasto all’alcol le difficolt del comparto, ma chi di noi, soprattutto qui in Sicilia, ha mai visto un etilometro ? Per quanto riguarda la crisi stata fronteggiata con poche riduzioni di personale, qualche rimodulazione di prezzo e sensibili riduzioni degli investimenti, ma complessivamente nessuna catastrofe. E’ emerso anche che pochi produttori valorizzano la propria biodiversit ampelografica e il territorio, ma dove sta scritto che devono farlo tutti ? Certo, sarebbe auspicabile un migliore utilizzo delle preziose risorse che il meridione, ed in particolare la terra di Sicilia, ci mette gratuitamente a disposizione, tra l’altro ormai ben conosciute e apprezzate nel mondo, ma veramente cos indispensabile ? Si discusso molto anche del controverso argomento “vendemmia verde”, pratica che consente agli agricoltori di usufruire dei contributi pubblici tramite eliminazione indiscriminata di tutti i grappoli di una pianta, a patto che essi non siano ancora giunti a maturazione. A prescindere da tale meccanismo, positivo o negativo, sul quale non mi voglio pronunciare, come si pu chiedere a chi ha coltivato la terra, con la schiena china e i patemi d’animo causati da una natura spesso capricciosa, di uccidere i propri “figli”, frutto di cos tanti sacrifici ? Le storture sicuramente ci sono e provengono sia dalle istituzioni, come in Campania dove i due produttori presenti in sala lamentavano un totale abbandono, sia dalla filiera, che premia di pi chi fatica meno.
Altre considerazioni sono state fatte sulla classe imprenditoriale del Sud, siciliana in particolare, infatti risaputo che, nel meridione d’Italia, l’approccio al mercato spesso opera di improvvisazione, senza nessuna pianificazione o prospettive sul futuro, insomma non si sa fare marketing di prodotto, consentendo pertanto alla concorrenza che meglio si presenta, di sorpassare storia e territorio della Sicilia. In chiusura della mattinata, finalmente, una notizia positiva proveniente dai questionari relativi alle prospettive sul futuro, le risposte, stranamente ottimistiche, hanno dimostrato come al Sud, fors’anche solo per campanilismo, almeno si crede in quello che si ha e in quello che si fa, un sguardo rosa sul futuro dei prossimi 3 anni.
La sessione del pomeriggio ha visto in pista ristoratori ed enoteche, sempre con le solite problematiche, in primis il calo dei consumi ed i ricarichi sulle bottiglie effettuati dai ristoratori. Su quest’ultima annosa questione sembra che gli interlocutori siano tutti sordi, i ristoratori fanno orecchie da commerciante (mercante) e i produttori non hanno armi se non quella di rivolgersi ad altri canali per vendere i propri prodotti. Evidentemente ci sono le eccezioni, ma anche vero che spesso il consumatore si trova afflitto da ricarichi esagerati che non hanno nessuna giustificazione. Il killer del problema potrebbe essere la vendita a bicchiere, ma in quei pochi casi dove applicata, sembra che il ricarico esca dalla bottiglia per rientrare nel calice.
Anche quest’anno,Fabrizio Carrera, ha voluto chiudere con una nota positiva, il suo manifesto dell’ottimismo del 2010, forse a causa della crisi, stavolta si ristretto, diventando un breve slogan: “IL VINO E’ ALLEGRIA“, sicuramente un’espressione di buon auspicio, quella che cos tanta fortuna ha portato allo scomparso Mike Buongiorno.
( Fonte CucinArtusi )
Alcune foto dell’evento al link:
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