Il Sangiovese la variet pi coltivata in Toscana ma anche nel resto dItalia (10 % della superficie vitata), in particolare in Romagna, Marche, Puglia e Sicilia. Originaria del Chianti sin dal 1500 su tutti i trattati di viticultura, nel 1800 il Sangiovese inizia la sua espansione in tutte le denominazioni Toscane di cui sempre la variet principale: Chianti, Chianti Classico, Morellino, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Le sue antiche origini e la grande diffusione hanno fatto si che questo vitigno manifestasse una elevata variabilit fenotipica, con un gran numero di sinonimi: Prugnolo a Montepulciano, Morellino in Maremma, Sangiovese grosso o Brunello a Montalcino, Sangioveto in Chianti, Nielluccio in Corsica. La sua grande fertilit nella riproduzione da seme invece ci ha lasciato un patrimonio clonale enorme , con dei biotipi abbastanza riconoscibili ma anche con cloni da considerarsi al limite della variet. Le ultime ricerche sul DNA hanno evidenziato come il Sangiovese debba essere riconosciuto come una variet ad elevatissima variabilit clonale (quasi 100 cloni riconosciuti). Chiaramente non esiste una qualit assoluta di tutti questi cloni, ma essi si adattano alle condizioni pedoclimatiche in modo specifico, ad esempio, per Pomino, abbiamo cloni che si esprimono bene ad un elevata altimetria, in Maremma cloni tardivi, a Montalcino cloni che resistono bene alla siccit e ricchi di tannini. Ogni azienda della Marchesi de’ Frescobaldi ha una sua policlonalit allinterno dei propri vigneti, ma con appezzamenti tali da poter essere raccolti e vinificati singolarmente. Ad esempio, nella Tenuta di Castiglioni abbiamo scelto cloni caratterizzati dal fruttato, a Nipozzano invece cloni che mantengono bene lacidit. Il Sangiovese da un punto di vista agronomico da considerarsi una variet molto esigente e di difficile coltivazione.
Il Sangiovese da un punto di vista agronomico da considerarsi una variet molto esigente e di difficile coltivazione.
Tre sono i fattori determinanti nella vocazionalit : laltimetria, lesposizione ed il terreno.
Laltimetria non deve essere troppo bassa, al di sotto dei 300 m slm, il vino diventa sovrammaturo e marmellatoso, al di sopra dei 450 molto esile, profumato ma senza una grande struttura.
Lesposizione migliore sud e sud-ovest.
I suoli devono essere drenanti per poter evacuare rapidamente eventuali piogge settembrine, che visto il tardivo agostamento dei tralci e dei raspi del Sangiovese ( la lignificazione degli organi vegetali) porterebbe lacqua del terreno nella polpa degli acini, facendoli gonfiare, diluendo tutte le sostanze nobili che invece si trovano nellepidermide.
Il Galestro il terreno dove la nostra variet si esprime meglio.
Anche il pH del suolo molto importante. Infatti su terreni calcarei il Sangiovese si esprime dando vini eccezionali, strutturati ed equilibrati.
E sicuramente insieme al Pinot Nero la variet che meglio esprime il territorio.
E la Toscana, sicuramente, la sua terra di elezione.
La coltivazione del Sangiovese non cosa semplice, infatti, sin dallinizio dellanno vegetativo, con un germogliamento molto precoce, si espone al rischio delle gelate tardive; i suoi tralci hanno internodi molto lunghi, dunque non si adatta bene alle alte densit di impianto, difficile andare oltre le 6.000 piante per ettaro.
I grappoli naturalmente si presentano sempre molto grossi e serrati, solo con et oltre i 20 anni le viti raggiungono un equilibrio vegetativo idoneo per la produzione di grandi vini, dando luce a grappoli piccoli e spargoli (radi).
La maturazione tardiva e dunque sempre rischiosa a causa delle piogge autunnali.
Anche in cantina le vinificazioni devono essere ben gestite per non esprimere certi caratteri tannici e duri del Sangiovese.
Tutte queste difficolt ed esigenze culturali sono ampiamente ricambiate quando si nella situazione pedoclimatica giusta, infatti nessun Cabernet o Merlot pu competere per profumi e personalit con un grande Sangiovese, in questo caso il vino si presenta molto intenso alla vista, con tonalit violacee, classici profumi fruttati di lampone, mora e mirtillo; in bocca tannini importanti e vellutati.
( Fonte Nicol D Afflitto )
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