Il Pignoletto Colli Bolognesi si potrà fare solo qui, diventa ‘Docg’

Quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, diventerà dall’anno prossimo una denominazione strettamente legata a un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna. La vendemmia 2013? Un’ottima annata in tutta l’Emilia.

 

 

 

 

Dall’anno prossimo il Pignoletto dei Colli Bolognesi sarà docg, cosa che permetterà di trasformare quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, in una denominazione strettamente legata a un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna. “Il Pignoletto – ha spiegato Rabboni – si potrà fare solo qui e qui dovranno essere fatti gli investimenti”. Secondo Francesco Cavazza Isolani titolare dell’azienda e presidente del nuovo Consorzio del Pignoletto, costituitosi lo scorso maggio, “l’iter per il riconoscimento dovrebbe chiudersi in tempo per presentare le due nuove denominazioni – Doc e Docg – al prossimo Vinitaly (la più importante vetrina enologica, che si svolgerà a Verona in aprile)”. Il riconoscimento andrebbe ad aggiungersi al docg del Pignoletto classico.

 

Un’ottima annata. “Si prevede un’annata tra le migliori per qualità dell’ultimo periodo. Ci sono le condizioni per confermare i nostri traguardi. L’Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di vino dopo il Veneto e i nostri vini sono campioni d’esportazione con una crescita nel 2012 del 15%, più del doppio del dato medio nazionale che è stato del 6,5%” – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni che oggi ha visitato l’Azienda Cavazza-Isolani a Monte San Pietro, in provincia di Bologna dove è appena iniziata la raccolta dell’uva per il Pignoletto.

E sono diverse le novità in arrivo , oltre alle nuove Doc e Docg Pignoletto. Un rafforzato legame con il territorio di produzione anche per l’Igt Emilia, il cui nuovo disciplinare (già inviato a Bruxelles) prevede che anche la fase di spumantizzazione di questo Lambrusco debba avvenire esclusivamente nella zona di produzione delle uve, vale a dire nel territorio dell’Emilia-Romagna (esclusa la provincia di Rimini) e in quello delle province di Mantova e Cremona.

 

La vendemmia in Emilia. Dopo le vendemmie precoci degli ultimi anni (in particolare quella 2012 condizionata da un’estate particolarmente calda e siccitosa), la raccolta dell’uve quest’anno è iniziata più regolarmente, alla fine di agosto per i bianchi precoci, le basi spumanti e frizzanti, dal 3 al 10 settembre per Ortrugo, Pignoletto e Malvasia, mentre dal 20 settembre in poi partirà la raccolta delle uve per il Lambrusco, seguito a ottobre dagli altri rossi come Sangiovese e Cabernet. L’andamento meteo climatico è stato ad oggi più favorevole di quello 2012. Dopo un primavera particolarmente piovosa, l’estate 2013 è stata infatti una tipica estate padana con caldo e condizioni di siccità, tali tuttavia da non procurare particolari sofferenze ai vigneti, che hanno comunque potuto contare sulla microirrigazione di soccorso e adeguate riserve idriche. Le notti fresche hanno inoltre costituto un elemento molto positivo per il corretto sviluppo della componente aromatica. Buono anche lo stato sanitario delle uve.

 

Dal 2007 a oggi quasi 200 milioni di euro per la qualificazione del comparto. Il vino emiliano-romagnolo è ormai da anni protagonista di una forte crescita qualitativa. Un risultato che nasce anche da forti investimenti nei campi e nelle cantine e da una più efficace commercializzazione. Il tutto sostenuto anche da importanti risorse pubbliche. Per la qualificazione delle cantine sono appena stati assegnati a 31 aziende 4,3 milioni di euro, ma altre risorse sono in arrivo. Si tratta di 3,8 milioni di euro, con un bando che si chiuderà l’11 ottobre destinato alle aree non sisma, e di 5 milioni di euro che saranno invece riservati espressamente alle aziende dei territori colpiti dal terremoto (il relativo bando uscirà entro ottobre). Complessivamente le risorse andate al comparto vitivinicolo grazie all’Ocm vino e al Programma regionale di sviluppo rurale dal 2007 a oggi hanno sfiorato i 200 milioni di euro.

 

( Fonte www.bolognatoday.it )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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Roberto Gatti

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