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Il New York Times celebra i vini bianchi italiani (sotto i 20 euro)

Il critico Eric Asimov ha raccontato la nostra ricchezza e biodiversità attraverso una selezione di dieci etichette.

 

 

“Oltre il Prosecco, l’identità dell’Italia come terra esclusivamente di vini rossi è restata aggrappata all’immaginazione comune. Non era vero 20 anni fa e non è vero oggi”. Così Eric Asimov, critico enologico del New York Times, inizia il suo racconto dei vini bianchi italiani: con un’idea di fondo ben preciso, quasi una battaglia filologica nei confronti della ricchezza vitivinicola del nostro paese. “L’Italia – continua il giornalista nipote del noto scrittore Isaac Asimov – è il Paese che produce più tipologie di vino rispetto a qualsiasi altra Nazione e, anche se potrà sorprendervi, come ha sorpreso me, sono più bianchi che rossi”.

 

 

E il  New York Times celebra i migliori bianchi italiani (sotto i 25 euro)

“Dalla Sicilia fino all’Alto Adige e al Friuli-Venezia Giulia, passando per la Valle d’Aosta a nord-ovest, l’Italia trabocca di affascinanti e distintivi vini bianchi”. Una dichiarazione quasi d’amore del critico verso una produzione importante nel nostro Paese, che ha scelto di raccontare con una piccola selezione. Dieci bottiglie da lui acquistate durante il lockdown attraverso i maggiori ecommerce online, “senza avere mai, in nessuna delle bottiglie, la stessa tipologia di uva”. Trebbiano d’Abruzzo, nella sua selezione, ma anche Carricante, Zibibbo e un Kerner altoatesino e la consapevolezza “che avrei potuto scegliere altre dieci bottiglie, riuscendo a non bere mai lo stesso vino”. Una ricchezza che mette al confronto con la produzione statunitense, chiosando così: “Riuscireste mai a immaginare di bere dieci bianchi americani variando sempre vitigno, mantenendo un’alta qualità e restando sotto i 25 dollari a bottiglia? Io non penso sia possibile”.

E lancia così la sua selezione dei migliori 10 vini italiani (secondo lui) per rapporto qualità prezzo. Un ottimo spunto per rivalutare la ricchezza che abbiamo sempre sotto gli occhi e rileggerla con gli occhi di chi ci guarda (e assaggia) da oltre oceano.

I vini

 

 

 

1. Antica Tenuta Pietramore Abruzzo Pecorino Superiore 2016 – $17.99

“Amo molto i vini ottenuti dal Pecorino (il vino, non il formaggio)”, dichiara Asimov, scegliendo per la sua selezione questo vino biodinamico la cui età “più vecchio di due anni rispetto alla maggior parte dei Pecorino oggi in commercio” aiuta la resa al calice. “Ricco, di grande struttura e acidità”, per lui è il perfetto compagno di un piatto di pasta con alici e pomodorini.

2. COS Terre Siciliane Ramí 2018 – $24.99

Quasi al limite del range di prezzo che Asimov ha utilizzato come criterio di scelta, questo vino siciliano che lui definisce “quasi un Orange Wine” per il suo colore intenso dato dalla tipologia di vinificazione: “Le uve, Insolia e Grecanico in parti uguali, sono lasciate a macerare con le bucce dai 7 ai 10 giorni”. Ma “nonostante questo il vino resta pulito, fresco e di grande struttura e vivacità”.

3. Collestefano Verdicchio di Matelica 2018 – $17.99

“Il vitigno è il verdicchio e l’area quella di Matelica, nelle Marche” non altrettanto conosciuta per questa tipologia di vino come il vicino areale dei “Castelli di Jesi”. II vino viene definito “vibrante, energico, dal profumo di fiori e mandorle e dalla tipica, elettrica, acidità data dal territorio della zona di Matelica”.

4. Benvenuto Calabria Zibibbo 2018 – $24.99

“E’ incredibile quanto questo vino sia profumato”. Inizia così il giornalista a raccontare questo vino e questo vitigno dalla storia antica che lui conosce nella versione siciliana “ma qui assaggia per la prima volta da uve calabresi” coltivate in maniera organica da Giovanni Benvenuto. “Un vino naturale, diretto, perfetto per l’estate”.

5. Feudo Montoni Sicily Grillo Timpa 2018 – $18.99

Ancora Sud Italia, ancora Sicilia. “Come per lo Zibibbo, il Grillo è conosciuto più per i vini dolci, ma ultimamente io lo amo particolarmente nella sua versione secca e ferma” racconta Asimov, come questo di Feudo Montoni “floreale e armonioso”.

6. Raína Umbria Grechetto 2018 – $19.50

“Il vino bianco più famoso dell’Umbria è l’Orvieto Doc, un bland con un’importante componente di Grechetto” che qui è vinificato in purezza. Raìna è un “vino non filtrato, coltivato in maniera biodinamica, dal non comune colore dorato” che potrebbe far pensare, sbagliando, a un’eccessiva ossidazione. “Fresco, secco e speziato”.

7. Benanti Etna Bianco 2018 – $24.99

“Il Carricante è una delle migliori scoperte fatte grazie alla ribalta” recente della regione vinicola dell’Etna, “contraddistinto da una spiccata sapidità, è il compagno perfetto per tutti i frutti di mare”. Questa particolare bottiglia, secondo Asimov, “rappresenta al meglio le potenzialità del vitigno, capace di evolvere e invecchiare splendidamente”.

8. Tiberio Trebbiano d’Abruzzo Dop 2018 – $19.99

“Ho scritto di questo vino molte volte” racconta Asimov, spiegando questa sua passione con il fatto che l’etichetta “è un ottimo ambasciatore delle potenzialità e del carattere del Trebbiano” d’Abruzzo. Per il critico decisamente “superiore rispetto alla variante toscana”. “Ne è la prova questo vino, secco, aromatico e dalla grande struttura. Al naso floreale e al palato un’esplosione di sapidità”.

9. La Mesma Gavi Docg del Comune di Gavi Indi 2018 – $24.99

“Anni fa, il Gavi era uno dei più famosi vini bianchi italiani, nel tempo sommerso dal peso della cattiva fama di una profusione di vini mediocri”, ma oggi in procinto di riprendere il suo ruolo. “La Mesma, cantina condotta da tre sorelle” produce un vino “fragrante, con un accenno di sentore agrumato, di limone, ricco, dalla buona texutre e con un ottimo equilibrio nelle acidità”.

10. Abbazia di Novacella Alto Adige — Valle Isarco Kerner 2018 –  $19.99

L’abbazia del nome è “un monastero dell’ordine Agostiniano che produce fino fin dal XII secolo”. In questo caso racconta in bottiglia il “Kerner, un vitigno tedesco che ha trovato casa nella regione italiana del Sud Tirolo, con una grande ricchezza di sentori agrumati, fresco ed equilibrato”.

 

( Fonte Repubblica.it )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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