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Il Müller Thurgau è diventato una «sottozona» della Trentino Doc

Müller Thurgau ed enoturismo di montagna: c’è spazio per crescere in Valle di Cembra, in Trentino e in Italia

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Nell’ambito della XXVI Rassegna Vini Müller Thurgau si è svolto presso il Palacurling di Cembra il consueto momento di approfondimento sui temi del mondo del vino di montagna, quest’anno dedicato all’enoturismo.

All’insegna del titolo «In viaggio con il Müller Thurgau», si sono confrontati tecnici e politici per individuare possibili scenari da consegnare agli operatori per la loro pratica attuazione.

 

Dopo l’introduzione del presidente del Comitato Mostra della Valle di Cembra, Bruno Pilzer, i lavori sono entrati nel vivo: Ugo Faccenda, presidente dell’Apt dell’Altopiano di Piné e della Valle di Cembra, ha sostenuto che «è necessario proporre ad un turista che diventa sempre più esigente una variegata offerta di proposte di vacanza».

Secondo Piero Valdiserra, responsabile marketing di Rinaldi Importatori, «il termine territorio è ormai inflazionato e c’è da lavorare molto, ma fuori dal territorio».

«Negli anni Ottanta del secolo scorso, il Müller Thurgau era solo una curiosità enologica, ma ora le cose sono cambiate e in meglio. Noto con favore che da quest’anno il Müller Thurgau è stato portato fuori dai confini della sua valle e del Trentino per promuovere l’edizione 2013 della Rassegna e ciò non può che essere che un bene per il prodotto, per i vignaioli e per la Valle nel suo complesso.»

 

Secondo Paolo Massobrio, giornalista esperto di comunicazione enologica, «la comunicazione non è un fenomeno totalmente tecnico, ma è come il marketing: deve essere fatto soprattutto di racconto, storia, prospettive. Cembra ha tantissime cose da dire in questo contesto».

«Anche l’Expo’ di Milano 2015 può fungere da fortissimo volano per attirare in Trentino e nella Valle di Cembra una fetta di visitatori dell’Expo’. Ciò lo si fa facendo sapere che il territorio ha tantissimo da offrire, sotto le più svariate sfaccettature, una realtà capace di soddisfare le richieste più svariate, anche di micro nicchia.»

 

Paolo Manfrini, responsabile Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo ha analizzato i dati dell’enoturismo in Italia.

«Si parla di diversi anni di questa realtà, ma nonostante tutto ciò l’enoturismo non è ancora pienamente decollato. Quelli che fanno esclusivamente enoturismo sono 1,8 milioni di persone, mentre l’enoturismo è forte in contesti particolare come le Langhe o il Chianti, territori che generano vini di altissimo pregio, o zone che offrono fascino e interesse anche per i giovani, come le città d’arte.

«Esistono 4,2 milioni di italiani e 6,2 milioni stranieri che hanno capacità di spesa superiore alla media che s ritengono interessati al mondo del vino, mentre tra le maggiori leve di scelta di una destinazione turistica il passaparola è fondamentale.»

 

«In Trentino – secondo Manfrini – si è puntato su tante, forse troppe opportunità di vacanza, ma non ancora decisamente sul vino, che offre ancora notevoli possibilità di sviluppo. Abbiamo lanciato le strade del vino, la strada delle mele e dei formaggi, tutte realtà che hanno ancora molto da esprimere.

«Altro fattore determinate a favore della valorizzazione del vino e dei prodotti tipici è la destagionalizzazione: puntare su queste leve si può allargare la stagione turistica di molte località con positive ricadute sul territorio.»

 

Infine, Manfrini ha evidenziato «l’importanza della formazione degli operatori di settore enologico e turistico volti a soddisfare le esigenze della clientela, con l’obiettivo di allargare ulteriormente la conoscenza del vino anche al di fuori di una ristretta cerchia ai appassionati e di operatori di settore».

 

Giulio Biasion, esperto di turismo alberghiero ed editore della rivista «L’Albergo», ha puntato l’attenzione sul mondo della ricettività.

«L’Italia non ha ancor una strategia di marketing turistico complessiva e ogni regione ha la sua norma con il risultato di disorientare il consumatore. Sul mercato esistono troppe disparità nel posizionamento della qualità degli alberghi in termini di stelle.»

Anche Biasion reputa strategico il ruolo della formazione «le scuole alberghiere hanno un approccio troppo localistico e non a tutto tondo. E ciò è un peccato perché dalla qualità e dalla capacità di chi accoglie il turista deriva la qualità percepita da parte dell’ospite».

 

Fabio Piccoli, responsabile della comunicazione e della promozione del Consorzio di tutela vini del Trentino, ha evidenziato come «il territorio da solo, per quanto straordinario, vale poco se dietro non ci sono le facce delle persone che lo valorizzano: ci deve essere l’orgoglio di quello che si fa e i produttori devono essere i primi ambasciatori del territorio e di quanto essi fanno».

«Qualità, competenza e professionalità sono parole d’ordine che tutti dovrebbero avere ben presenti. Il Müller Thurgau è da poco una sottozona del Trentino Doc, un riconoscimento che ora tocca agli operatori e alla valle nel suo complesso sfruttare bene e con determinazione.»

 

Herbert Dorfmann, eurodeputato altoatesino, esperto di agricoltura e componente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha ricordato l’importanza dell’agricoltura per il mondo turistico.

«Agricoltura e turismo sono entrambe attività economiche fondamentali per un territorio che devono rispondere alle leggi di mercato e fare utili. Dalla reciproca collaborazione derivano benefici per tutti.

«Parafrasando Max Weber, più si allarga la globalizzazione, più il consumatore cerca il particolare. Nel caso del vino, nel passato tiravano solo i grandi vini di spessore internazionale, mentre oggi il consumatore cerca i prodotti di nicchia.

«E il Müller Thurgau, a buon titolo, è tra questi, specie quello della Valle di Cembra che è uno dei migliori esempi del suo campo.»

 

Dorfmann ha ribadito i ruoli della politica e degli operatori.

«Alla politica spetta indicare gli obiettivi ed il metodo, mentre tocca agli operatori trovare i modi per raggiungere i risultati. Vedo con piacere che in sala sono presenti molti giovani: è da loro che ci aspettiamo le maggiori novità, sono i giovani il vero motore del cambiamento in agricoltura.»

 

Valdiserra ha rilanciato «la competenza e la voglia di mettersi in gioco, valorizzando le persone al posto dei prodotti», mentre Massobrio ha auspicato «una maggiore voglia di copiare dai migliori. Sarebbe opportuno organizzare sistemativi viaggi di gruppo in Borgogna per vedere come lì fanno enoturismo con successo da anni».

Secondo Piccoli «il Trentino diventerà veramente popolare quando sapremo far conoscere nomi e cognomi di chi produce i vini», mentre per Manfrini «la strategia per il futuro passa attraverso il lavoro di gruppo».

 

Bruno Pilzer ha tirato le conclusioni del dibattito.

«Una discussione stimolante per tutti quelli come me che da anni lavorano nel settore con tanti spunti di ragionamento per il futuro. Tocca alla Valle di Cembra rimboccarsi le maniche, abbandonare i tanti, troppi personalismi e particolarismi che l’hanno fin qui contraddistinta per imbracciare l’arma della collaborazione a tutto tondo a favore di tutti, nessuno escluso.

«Il Comitato Mostra è stato profondamente rinnovato e ora è composto in gran parte da giovani che hanno tanta voglia di fare e di scommettere su di sé e sulle loro aziende. Le braccia ci sono e le idee pure.

«Ora tocca agli amministratori e alla provincia di Trento in particolare supportare questo cammino.>>

 

( Fonte Ladigetto )