Il colore, intanto: rosso rubino intenso che a volte ha riflessi violacei ten denti al granato… E poi il profumo intenso ed etereo e il sapore pieno e morbido. Stiamo parlando del Montepulciano d’Abruzzo, il rosso doc più prodotto e più esportato (un milione di bottiglie!). Attilio Scienza, forse il più grande esperto di vitigni del mondo, ci ha spiegato che l’uva ha origini antichissime ed è quella più ricca di antociani e quindi di colore.
E quando si parla di Montepulciano è bene precisare d’Abruzzo per non confonderlo con il Nobile di Montepulciano, prodotto in toscana da un clone di Sangiovese. Il vino apprezzato da Annibale che raccontava di una bevanda straordinaria prodotta negli Aprutzi, ha subito nei secoli e negli anni recenti più trasformazioni. Il Montepulciano, che era un vino «povero» adatto ai tagli e alla vendita di «sfuso», è diventato una delle bot tiglie di qualità più ricercate apprezzate nel mondo.
Il merito è di alcune cantine storiche come Masciarelli, Valentini, Emidio Pepe, Illuminati e Torre dei Beati, ma anche di tanti piccoli produttori che hanno scelto di abbandonare la via della quantità per andare alla ricerca della qualità. Un percorso virtuoso che potete apprezzare personalmente degustando una delle bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo che trovate con facilità nella grande distribuzione con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Noi lo abbiamo capito in occasione di #Ama, l’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo al centro espositivo della Camera di Commercio di Chieti. Abbiamo assaggiato una trentina di «anteprime», i Montepulciano d’Abruzzo che sono appena stati messi in bottiglia e a partire dall’ormai prossimo Vinitaly di Verona (dal 6 al 9 aprile) verranno messi in vendita.
Con l’aiuto dell’autorevole esperto francese Raoul Salama, abbiamo selezionato i cinque che ci sono piaciuti di più ben sapendo che l’evoluzione dei prossimi anni potrà cambiare i giudizi e le gerarchie di ogni classifica. Quello di Pasetti, prodotto da uve coltivate in quota (ai piedi della Maiella), ci ha particolarmente convinto per quella nota di alloro e rosmarino che lo caratterizza. Interessante il giudizio di Gaudenzio D’Angelo, da 23 anni presidente dell’associazione sommelier d’Abruzzo che conta oltre 800 affiliati. «Ho visto il “mio” Montepulciano cambiare spesso pelle dice D’Angelo — . E sono orgo glioso dei risultati raggiunti. La degustazione delle anteprime mi ha convinto una volta di più che siamo sulla strada giusta: ho trovato vini già armonici che saranno davvero maturi fra 4o5 anni e hanno una lunga vita davanti. Si perché la qualità media si notevolmente alzata. Abbiamo alcune eccellenze, ma anche le aziende più piccole si sono ritagliate uno spazio importante. Non è un caso che il Montepulciano d’Abruzzo sia il vino italiano più esportato dopo il Prosecco e uno dei 10 brand più noti e apprezzati nel mondo».
( Fonte gazzagolosa.gazzetta.it )