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Il futuro è di un prodotto «sartoriale»

Vino travolto dalla crisi? meglio dire quale vino in crisi. Pierluigi Donna, Marco Tonni, Cesare Bosio e Angelo Divittini hanno un’idea precisa e piuttosto univoca che considerano vincente, anche perch, dice Donna, le cantine dei nostri clienti hanno quasi tutte le botti vuote. Ma facciano fare a loro stessi l’identikit del vino che non ha paura della crisi.

Bosio: Certo, alcuni vini rossi soffrono. A soffrire sono i vini senza identit territoriale. Se un vino pensato per un territorio e viene prodotto con il giusto impegno agronomico, poi si vende. Inseguire i gusti dei consumatori, alla fine non paga.
Donna: Ogni produttore deve avere una precisa identit, il suo vino deve essere riconoscibile. Se il vino si identifica con il produttore e il produttore crede nel suo vino e lo comunica con convinzione, alla fine conquista il consumatore. Per il consulente creare un vino sartoriale pi difficile, ma le soddisfazioni poi arrivano.

Ci sono per alcune zone che soffrono pi di altre?
Tonni: Non vero, se ci si muove con la giusta convinzione si esportano anche i vini siciliani e non necessariamente a prezzi stracciati. La crisi non va a zone, ma colpisce i vini non identificabili. Del resto il compito di noi consulenti andare contro le mode. Quando facevamo piantare il Pinot Nero in Franciacorta ci prendevano per matti e si visto come andata a finire.
Come fa il produttore a scegliere per il futuro?
Tonni: Di sicuro non facendosi condizionare dalle guide o dai blog. La strada maestra per capire e guardare avanti il rapporto diretto tra il produttore e chi beve il suo vino. Il caso pi clamoroso quello di un produttore siciliano che ha formalmente diffidato le guide dal citarlo ritenendo che il marketing diretto ne venisse danneggiato.
Tanta chimica in meno
Cosa ne pensate delle innovazioni in cantina?
Divittini: Bene. La tecnologia consente di non aggiungere quelle sostanze che si aggiungevano tradizionalmente nel vino. Basta pensare ai benefici che si sono avuti con l’impiego del freddo gi dal trattamento delle uve. Tutta chimica di meno che entra in cantina. Naturalmente non possiamo essere d’accordo con i rosati fatti miscelando vini bianchi e rossi. Il rosato si costruisce in campagna: se le uve sono destinate ad un rosato si privilegia il quadro acidico sulla concentrazione. Non difficile, basta dosare il numero delle foglie.
Volete dire che fate fare alla vite quello che volete voi? E il rispetto del territorio?
Tonni: Il terreno e il clima li decide il territorio. La vigna la piantiamo noi. Il nostro compito aiutare la vite a fare l’uva che vogliamo. Poi, se non fai errori, il vino si conserva senza particolari problemi.
Al gruppo che ha lanciato in Italia Itaca, il programma che consente di ridurre l’impronta dell’anidride carbonica sull’ambiente, non potevamo non chiedere cosa ne pensa del biologico ed in generale con la naturalit delle produzioni. La reazione un po’ a sorpresa.
Donna: L’attenzione all’ambiente ha un valore morale, ma non si deve avere un approccio filosofico, si devono mettere in campo azioni dove il rapporto tra causa ed effetto verificato. Per la riduzione dell’impatto con l’ambiente consente un contenimento dei costi.
Tonni: vero. Chi aderisce al protocollo Itaca comincia subito a risparmiare cominciando dalle piccole cose. La Champagne ha ridotto di 60 grammi il peso delle sue bottiglie. Pu sembrare poco, ma sono 21 milioni di kg di vetro in meno ogni anno. Per dare un’idea si tratta dell’equivalente di due anni di bottiglie dell’intera Franciacorta.
L’ultima domanda per chiedere che cosa non rifarebbero e che cosa ha dato loro pi soddisfazioni. Se si esclude Pierluigi Donna che si rimprovera di aver perso la pazienza con qualche cliente petulante (peccato venalissimo), i giovani soci sono soddisfatti e realizzati. La scelta azzeccata, dice Donna, stata quella di mettersi insieme condividendo gli obiettivi professionali, mantenendosi indipendenti. Marco Tonni contento di non avere sottovalutato l’indipendenza della natura rispetto all’intervento dell’uomo. Angelo Divittini confessa di avere realizzato il suo sogno di bambino e Cesare Bosio felice di continuare la passione di suo nonno.


( Fonte Giornale di Brescia )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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