Avviato iter per il cambio d’etichetta. L’istituto marchigiano di tutela vini, che rappresenta 17 aziende che producono 1,8 milioni di bottiglie, scommette sul valore della territorialità
Mentre sulle colline di Valdobbiadene e Conegliano si discute da tempo della rinuncia alla denominazione Prosecco (e tutto sommato sono pochi i radicali), nelle Marche la piccola Doc di Matelica accelera e “cancella” il Verdicchio dall’etichetta. L’iter per l’approvazione di Regione, Ministero delle Politiche agricole e UE non è ancora stato avviato, ma dopo la decisione a livello consortile il dado è tratto. Il piccolo bianco autoctono della provincia maceratese sarà dunque indicato come Matelica Doc e Matelica Docg. E nonostante i riconoscimenti anche internazionali – il New York Times ha recentemente suggerito di scoprire questo rosso vestito di bianco – si tratta di una scelta non facile, dato che il Verdicchio è un brand ormai conosciuto e affermato.
Eccellenza territoriale
I produttori di Matelica rivendicano essenzialmente l’identità peculiare come nicchia di qualità tra le denominazioni tutelate dall’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), Doc dal 1967 e dal 2010 anche Docg con il Verdicchio di Matelica Riserva.“Stiamo scommettendo un po’ più su di noi – rimarca Antonio Centocanti, presidente Imt -. Vogliamo uscire dal vitigno per essere un territorio di eccellenza, con una gamma completa di proposte, dallo spumante al passito, e soprattutto una qualità media altissima, che fa del Verdicchio di Matelica Doc e Docg il vino bianco italiano a maggior tasso di riconoscimenti in rapporto alla superficie vitata”.