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I TERRITORI EROICI DELLA SICILIA DEL VINO AL CONCORSO INTERNAZIONALE VINI DI MONTAGNA E DELLE PICCOLE ISOLE

OTTO LE AZIENDE SICILIANE PREMIATE DOMANI E DOMENICA ALL’NH HOTEL A PALERMO

 

Sono otto le medaglie conquistate dai vini siciliani al Concorso Internazionale Vini di Montagna e delle Piccole Isole, la manifestazione organizzata dal Cervim, il Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, in collaborazione con l’Assessorato alle Risorse Agricole della Regione Sicilia e l’Istituto Vini e Oli di Sicilia che quest’anno, per la prima volta, è ospitata in Sicilia.

Domani, sabato 28 e domenica 29 settembre, all’NH Hotel di Palermo, si incontreranno produttori provenienti da nove nazioni per dar vita ad uno degli appuntamenti enologici più importanti per esperti del settore e wine lovers. Il Concorso, infatti, è l’unica manifestazione di livello internazionale dedicata ai vini prodotti in aree montane e nelle piccole isole, con l’obiettivo di esaltarne le caratteristiche uniche e di far conoscere ed apprezzare gli aspetti culturali connessi alla viticoltura praticata in zone di difficile coltivazione e la preziosa attività che i viticoltori svolgono a difesa del territorio e dell’ambiente.

E la Sicilia, scelta per la prima volta per ospitare la manifestazione per le caratteristiche di alcuni suoi territori vitati, si presenta all’appuntamento con un palmares di tutto rispetto, con una Gran Medaglia d’oro, un oro e sei argenti vinti. Ad una azienda siciliana è andato anche il premio assegnato al vino prodotto nelle piccole isole che ha ottenuto il miglior punteggio.

A primeggiare sono innanzitutto i vini delle isole, a testimonianza del loro pregio, frutto di un lavoro dell’uomo attento e incessante e di un territorio dalle caratteristiche uniche.

I Territori

Sono tre le zone della Sicilia nelle quali si pratica una viticultura estrema. Tre territori di straordinaria e naturale bellezza, accomunati da una natura vulcanica, da una cultura contadina, dall’unicità dei contesti produttivi e, soprattutto, da vini di altissima qualità, la sola in grado di remunerare tutto il lavoro che c’è dentro una bottiglia prodotta sull’Etna, a Pantelleria o nelle Eolie.

Nell’area dell’Etna, sull’isola di Salina e su quella di Pantelleria, la qualità delle uve e il lavoro dell’uomo sono i veri protagonisti. Luoghi in cui non esistono mezzi meccanici che possano alleviare le fatiche, dove le pietre per costruire i terrazzamenti vengono sottratte ai terreni e, ad una ad una, poi ricomposte a delineare un nuovo paesaggio, consentendo così all’uomo di gestire il rapporto con il suo territorio. Sono luoghi in cui le pendenze rendono molto complessa la conduzione di un vigneto, ma le cui produzioni sono pregiate e ricche di identità uniche e irripetibili. Luoghi eroici nei quali le ore di lavoro sono più del triplo rispetto a quelle necessarie in altri territori, come accade ad esempio a Pantelleria, dove ciascun ettaro, in un anno, colleziona oltre 750 ore, a fronte delle 180 occorrenti in un vigneto tradizionale.

 

 

L’Etna

 

 

 

La presenza della vite e la produzione del vino sulle pendici del vulcano Etna risalgono ad epoche remote. Omero, Virgilio, Plinio, Strabone celebrano nei loro scritti la qualità dei vini etnei e la fertilità del vulcano. Il ritrovamento di viti selvatiche scoperte sulle falde dell’Etna dimostra la presenza della vite già in epoca terziaria. La produzione vitivinicola etnea entra nella storia nel VIII secolo a.c. con i coloni greci, che introdussero la forma di allevamento nota come alberello egeo. La dominazione romana, ritenendo questa produzione enologica la migliore per il trasporto, contribuì a far conoscere i vini etnei anche in altri domini. Tra il ‘700 e la fine dell’800 la viticoltura etnea assunse vaste proporzioni, grazie al fiorente commercio dei vini con le marinerie francesi, austro-ungariche e britanniche. Nel XIX secolo Catania, con il territorio viticolo dell’Etna, raggiunse la massima superficie vitata con circa 8.000 ettari. Nel ‘900 la fillossera e la grande crisi commerciale determinarono una forte diminuzione della superficie vitata. Dopo la crisi economica del 1960, la vitivinicoltura dell’Etna si è andata sviluppando seguendo i modelli viticoli ed enologici più moderni. Oggi è una realtà universalmente conosciuta ed apprezzata: Robert Parker lo inserisce tra quei territori che possono rappresentare “una nuova frontiera dell’eccellenza” nel vecchio continente.

 

Caratteristiche strutturali

 

Superficie viticola totale del Parco dell’Etna (ha)

3.000

Superficie viticola totale con difficoltà strutturali

(altitudine, forte pendenza, terrazzamenti) (ha)

2.700

Superficie con pendenze > 30% (ha)

450

Superficie ad altitudine > 500 m s.l.m. (ha)

2.700

Superficie terrazzata (ha)

2.250

Limiti altimetrici dei vigneti (m s.l.m.)

1.200

Distribuzione dei vigneti con difficoltà strutturali sul territorio

Territori di montagna e collina alle pendici del vulcano.

 

Ripartizione della superficie

La situazione aziendale più diffusa, 50% dei casi, è quella relativa ad aziende aventi una superficie compresa tra 0,2 e 1 ha. Questa situazione rappresenta il 38% della superficie. Il 40% delle aziende ha dimensioni inferiori a 0,2 ha corrispondenti al 10% della superficie. L’8% delle aziende ha estensione compresa tra 1 e 3 ha. Tale condizione rappresenta il 24% della superficie totale. Più rare le realtà con estensione maggiore di 3 ettari; vi si trova solo il 2% delle aziende rappresentanti il 28% della superficie totale.

Paesaggio viticolo

Il paesaggio viticolo etneo è stato plasmato dall’operosità dell’uomo che, da sempre, contrasta l’ambigua natura dell’Etna, “Fertile montagna” e “Orrido vulcano”.

I vigneti conservano ancora inalterati gli elementi caratteristici di un tempo che li hanno resi unici agli occhi dei viaggiatori del ‘700: appezzamenti irregolari, terrazzamenti con muretti a secco in pietra lavica, “torrette” di pietre, piccole casine ed eleganti dimore, talvolta complete di cantina e palmento in pietra lavica, ulivi, gelsi, ciliegi e castagni a ridosso dei confini. La viticoltura dell’Etna rappresenta anche un sito ad alto valore culturale e scientifico per l’elevata biodiversità che caratterizza i vitigni coltivati, gli stessi descritti nelle memorie degli studiosi del ‘700 e dell’800.

 

Principali vitigni

A bacca bianca:

· Carricante

 

A bacca rossa:

· Nerello Mascalese

 

· Nerello Cappuccio

 

 

 

L’isola di Pantelleria

 

 

 

L’isola di Pantelleria visse per tanti secoli un’economia agricola di sostentamento e per l’auto-consumo della popolazione residente. Le colture si susseguirono, introdotte di volta in volta, seguendo l’alternarsi delle dominazioni: da fenici e dai romani, poi dai bizantini, gli arabi (per lungo tempo) e, poi, gli spagnoli. Cotone, Ulivo, Vite – coltivati su terrazzamenti – hanno caratterizzato questa agricoltura – senza acqua – che piano piano ha comunque modellato il paesaggio e fatto raggiungere – nel rapporto natura uomo – un equilibrio unico e irripetibile. Nella seconda metà dello scorso secolo, grazie alla valorizzazione del Moscato d’Alessandria, meglio noto come Zibibbo, l’economia dell’isola ebbe nuovo sviluppo. Il nome di questo vitigno deriva dall’arabo zebib che significa uva secca. Intorno al 1929, lo zibibbo trova una nuova via di sbocco, l’esportazione allo stato di uva passa, forma di commercializzazione che garantisce una lunga conservazione dei grappoli, raggiunge il suo massimo apice. Per l’anno agrario 1906-1907 la Direzione della Statistica del Ministero Agricoltura Industria e Commercio misura la superficie del vigneto in ettari 3084,60. La massima estensione si raggiunge nel 1925 con 5.200 ettari. Nel 1930 il vigneto pantesco riceve il più duro colpo della sua esistenza: sbarca nell’isola la fillossera. A seguito dei reimpianti, nel 1975 si raggiunge la superficie pre-attacco fillosserico. La crisi generalizzata del settore agrario dell’isola ha portato a ridurre la superficie coltivata (tutte le colture) agli attuali 1400 ettari.

 

Caratteristiche strutturali

 

Superficie viticola totale dell’Isola di Pantelleria (Regione Sicilia) (ha)

circa 500

Superficie viticola totale con difficoltà strutturali

(altitudine, forte pendenza, terrazzamenti) (ha)

circa 400

Superficie con pendenze > 30% (ha)

200

Superficie ad altitudine > 500 m s.l.m. (ha)

60

Superficie terrazzata (ha)

circa 500

Limiti altimetrici dei vigneti (m s.l.m.)

500 – 600

Distribuzione dei vigneti con difficoltà strutturali sul territorio

Su tutto il territorio dell’isola

 

Ripartizione della superficie

La situazione più rappresentativa, 47% dei casi, è quella di aziende aventi dimensioni comprese tra 1 e 3 ettari. Segue il 43% delle aziende con dimensioni comprese tra 0,2 e 1 ettaro. Le aziende con ha totali superiori ai 3 rappresentano l’8%. Meno frequenti quelle con superficie inferiore ai 0,2 ettari, se ne trovano solo il 2%.

Paesaggio viticolo

Il paesaggio isolano, costruito dall’opera dell’uomo, è caratterizzato dalla presenza di terrazzamenti e manufatti realizzati in pietra a secco e da colture che assumono forme peculiari, spesso esclusive dell’isola. Le terrazze hanno un elevato valore estetico per la loro presenza ordinatrice e di connessione tra elementi di un paesaggio molto ricco di contrasti.

Principali vitigni

A bacca bianca:

· Zibibbo – Moscato d’Alessadria

 

 

 

Le isole Eolie – Salina

 

 

 

L’incombente e minacciosa presenza dei pirati aveva spopolato l’isola sin dall’età bizantina e aveva spinto i liparesi a frequentarla soltanto per le cure stagionali delle vigne e per i raccolti. Il ripopolamento vero e proprio di Salina, dopo l’abbandono di molti secoli, parte molto lentamente, alla fine del 1500, incoraggiato dalle concessioni enfiteutiche del Vescovo di Lipari e raggiunge l’apice nella metà dell’800. L’improvvisa crescita della domanda di Malvasia, avvenuta nel primo decennio dell’Ottocento ad opera dei 10.000 soldati inglesi che a Messina tentavano di fronteggiare una possibile avanzata di Napoleone nell’isola, permette ai salinari l’accumulo degli strumenti necessari per incrementare la qualità. Per 10 anni i commissari per gli approvvigionamenti dell’armata britannica richiedono il noto passito eoliano “la malvasia”, e lo collocano sulle tavole degli ufficiali. Una commessa così duratura innesca il processo di sviluppo dell’economia locale.

 

Caratteristiche strutturali

 

Superficie viticola totale delle Isole Eolie(Regione Sicilia) (ha)

144

Superficie viticola totale con difficoltà strutturali

(altitudine, forte pendenza, terrazzamenti) (ha)

86,40

Superficie con pendenze > 30% (ha)

86,40

Superficie ad altitudine > 500 m s.l.m. (ha)

0

Superficie terrazzata (ha)

47

Limiti altimetrici dei vigneti (m s.l.m.)

350

Distribuzione dei vigneti con difficoltà strutturali sul territorio

Pendici declive di colline

 

Ripartizione della superficie

È evidente la forte polverizzazione fondiaria, infatti il 30% delle aziende ha dimensioni inferiori a 0,2 ettari. Un altro 30% è rappresentato da aziende aventi estensioni comprese tra 0,2 e 1 ettaro. Il 20% delle aziende ha dimensioni comprese tra 1 e 3 ha. Le aziende aventi estensione maggiore ai 3 ettari sono il 20%.

Paesaggio viticolo

Il territorio è caratterizzato da una forte polverizzazione fondiaria e da un mercato rigido che non permette l’accorpamento di superfici. Inoltre è notevole il costo degli interventi di miglioramento fondiario, legati sia all’insularità che ai vincoli cui è sottoposto l’intero territorio riconosciuto come patrimonio dell’UNESCO nel 2000.

Il paesaggio agrario delle Eolie è caratterizzato fondamentalmente dalla presenza della vite, del cappero e del fico.

 

Principali vitigni

A bacca bianca:

· Malvasia delle Lipari

 

A bacca rossa:

Corinto Nero

LE AZIENDE SICILIANE PREMIATE

Categoria 7- VINI DOLCI (CON RESIDUO ZUCCHERINO SUPERIORE A 45,1 G/L)

 

Gran medaglia oro

 

Malvasia Delle Lipari Doc Passito “Fenech” – 2010

Az. Agricola Fenech – Malfa (Sicilia)

Medaglia d’oro

 

Passito Di Pantelleria Doc “Abraxas” – 2009

Abraxas Viigne Di Pantelleria Soc .Agr .S.R.L. – Palermo (Sicilia)

 

Medaglia d’argento

 

Moscato Di Pantelleria Doc “Kabir” – 2012

Donnafugata Srl Società Agricola (Sicilia)

 

Categoria 1 – VINI BIANCHI TRANQUILLI (CON RESIDUO ZUCCHERINO FINO A 6 G/L)

 

Medaglia d’argento

 

Terre Siciliane Igp Zibibbo “Lighea” – 2012

Donnafugata Srl Società Agricola – Marsala/Tp (Sicilia)

 

Sicilia Igt Cataratto “Shiarà” – 2008

Castellucci Miano Spa – Valledolmo (Sicilia)

Categoria 3 – VINI ROSSI TRANQUILLI PRODOTTI NELLA VENDEMMIA 2012 E 2011

 

Medaglia d’argento

 

Sicilia Igt Syrah – 2011

Azienda Agricola Guanà– San Giovanni Gemini (Sicilia)

Categoria 4- VINI ROSSI TRANQUILLI PRODOTTI NELLA VENDEMMIA 2010 E PRECEDENTI

 

Medaglia d’argento

 

Sicilia Rosso Igp Nero D’avola “Sensinverso” – Vino Biologico – 2010

Abbazia Santa Anastasia Spa – Castelbuono – (Sicilia)

 

Sicilia Igt Nero D’avola “Nero D’altura” – 2010

Lombardo Vini Soc.Agr. S.S – Caltanissetta (Sicilia)

 

PREMIO – CERVIM PICCOLE ISOLE 2013 – ASSEGNATO AL VINO PRODOTTO NELLE PICCOLE ISOLE CHE HA OTTENUTO IL MIGLIOR PUNTEGGIO

 

Malvasia Delle Lipari Doc Passito “Fenech” – 2010 – Azienda Agricola Fenech (Me)

 

Credit: Le foto Pantelleria e dell’Etna sono di Michele Di Dio ‐ Francesco Passante

Palermo, 27 settembre 2013

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