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I ROSATI PUGLIESI TRA I MIGLIORI D’ITALIA

C’è una Puglia differente e colorata di rosa, fa tendenza e le vendite dei vini rosati mostrano una salita inattesa ma frutto di una scommessa alla quale i viticoltori pugliesi non si sono sottratti, abbattendo scetticismi, tradizioni e guardando verso il futuro.

 

Sta esplodendo attorno a un vitigno, il Primitivo di Gioia del Colle, l’interesse per i vini rosè ed i produttori hanno verificato che le bottiglie rosa si fanno più interessanti con il passare del tempo. “Quattro, a volte cinque anni di invecchiamento danno a questi vini una corposità inattesa, dice ad Askanews Lucia Nettis, direttrice dell’Associazione Puglia in rosè. Ora la sfida è quella di far conoscere sempre di più sui mercati esteri la “terza via” del vino: bianco rosso o rosè. Così nel Belpaese alle coltivazioni tradizionali si affiancano produzioni diffuse un pò ovunque orientate al consumo sempre più glamour de “la vie en rose” del vino”. Il vino rosato non nasce mescolando il vino rosso e il bianco ma c’è una precisa tecnica di vinificazione molto complessa che ha origine nel Salento, portata dai Greci.

La caratteristica dei vini rosati è che sono di facile abbinamento sia con i primi piatti che con i piatti di pesce o con le carni bianche, oppure come aperitivo: una versatilità che ne facilita il consumo. Questo territorio, ricco di eccellenze enogastronomiche ora vuole farsi conoscere dopo aver sperimentato tra i primi con grande coraggio e determinazione i “rosati”. Caratteristica dei vini rosati pugliesi oltre ai loro frutti di bosco e alla salinità marina è la loro capacità di “invecchiare” anche se il rosè vintage a volte non suscita curiosità ma rimane ottimo in bottiglia per molto tempo e il potenziale di questi vini rosati è davvero vasto.

Tra le cantine che producono vino rosè spicca l’azienda Palamà che mette sul mercato il Metiusco Rosato, oltre che il bianco e il rosso rubino, fatto da uve Negramaro al 100%. La cantina racchiude tre generazioni di viticoltori nati e cresciuti nel Salento con una propensione alla ricerca di vini sempre più originali ma con un inconfondibile “sapore di casa”, dalle vigne al bicchiere con sacrificio ed emozione. ( leggi recensioni qui )

Una tradizione familiare è anche quella di Castellana Grotte, Terre Carsiche 1939 che rappresenta la sintesi tra una lunga esperienza nella produzione di vini d’eccellenza e la competenza nel settore della commercializzazione. L’azienda che opera nel territorio delle Murge, in zone terre carsiche, ha infatti una forte vocazione internazionale.

 

Oggi la cantina produce vini IGT e Doc di Gioia del Colle e Valle d’Itria, con un affaccio anche nell’area di Castel del Monte, valorizzando i principali vigneti autoctoni ormai celebri della Puglia. E’ il caso del rosso Primitivo Fanova da degustare con arrosti e piatti di terra scoprendo i sentori di confettura di ciliegia e frutta rossa. Il Primitivo di Gioia del Colle, con il Negramaro e il Nero di Troia è tra i più famosi vitigni pugliesi e una delle dieci varietà più coltivate nel Belpaese. Deve il suo nome a un sacerdote di Gioia del Colle, Francesco Filippo Indelicati, che verso la fine del XVIII secolo compì studi approfonditi su questa varietà di vitigno che si distingueva per la precocità nella maturazione battezzandolo così col nome di “Primitivo”.

I rosè hanno sempre più successo anche nella versione spumanti, tra i quali un apprezzamento particolare va al Liboll Rosè Extra Dry della Cantina San Marzano. Il Liboll Rosè metodo Charmat, fresco e dal finale asciutto è il risultato di una selezione di uve rosse del Salento. La Cantina San Marzano è diventata una realtà che conta circa 1.200 viticoltori e oltre 1.500 ettari di vigneto, con una straordinaria coscienza collettiva e un forte radicamento al territorio.

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Era il 1962 quando a San Marzano di San Giuseppe, un piccolissimo paese della provincia tarantina, 19 tenaci viticoltori crearono una piccola cantina sociale, iniziativa che è stata premiata negli anni ed ora arriva anche il riconoscimento del Gambero Rosso, che nella Guida Vini d’Italia 2022, l’ha riconosciuta come la Cantina Cooperativa dell’Anno, dopo una crescita che ha consacrato l’impegno delle imprese cooperative che contribuiscono allo sviluppo del territorio sociale ed economico dell’intero territorio.

Nelle vicinanze di Manduria più di 2000 anni fa si narra che i greci portarono il vitigno noto ormai come Primitivo di Manduria. Il sole, il mare, il vento è la formula magica che descrive il Salento e proprio il vino rosato “Lu Sule” celebra la zona, precisamente Sava, dove si produce il Primitivo trasformando in una dizione che corrisponde ad un vino Dop la cui produzione è consentita nella sola provincia di Taranto.

( Fonte Askanews )