Tempi duri per i sommelier, una squadra di labrador cileni è stata addestrata per individuare le sostanze odorose che creano problemi al vino .
E’ risaputo quanto sia sviluppato il senso dell’olfatto nei cani, per comprendere quanto sia potente l’olfatto di un cane rispetto al nostro, basteranno alcune cifre: la superficie dell’epitelio olfattivo di un cane ha un’estensione che misura dai 18 ai 150 cm quadrati, mentre nell’uomo misura dai 2,5 ai 4 cm quadrati; i ricettori olfattivi in un cane arrivano a 220 milioni in un Labrador Retriever, 200 milioni in un Cane da Pastore tedesco, 147 milioni in un Fox Terrier, 125 milioni in un Bassotto, 100 in un Bulldog … Mentre nell’uomo? Nell’uomo sono soltanto 5 milioni.
LE DEVIANZE NEL VINO
Da qui nasce la curiosa iniziativa di un produttore di botti cileno, la Tn Coopers, il quale ha addestrato un gruppo di cani per individuare le sostanze odorose nocive per il vino, quali ” il brettanomices ” , ” il TCA tricloroanisolo ” oppure il TBA 2,4,6-Tribromoanisole, per citarne alcune tra le piu’ conosciute.
Molto spesso la contaminazione sorge prima dell’imbottigliamento. La coppia TCA-TBA sopra citata, insieme ad altri sostanze contaminanti, può manifestarsi anche nelle botti e nei fusti utilizzati per l’affinamento, nelle capriate di ferro delle cantine trattate con vernici contaminate. La presenza di questi composti viene rilevata con strumenti di laboratorio, ma spesso è difficile risalire all’origine del problema, ovvero individuare esattamente il punto esatto della contaminazione.
I CANI ADDESTRATI ANTI DIFETTI NEL VINO
La squadra canina addestrata è composta dai cinque labrador Ambrosia, Odysé, Moro, Mamba e Zamba. In questo progetto ribattezzato “Natinga Project”, sono stati addestrati per ricercare con la massima precisione il focolaio del TCA grazie al loro fiuto infallibile, e i risultati finora ottenuti si sono dimostrati molto soddisfacenti.
Come riporta la rivista americana Wine Spectator, i cani salva-vino sono ormai in forza alla TN Coopers, garantendo cosi’ che le botti prodotte siano in condizioni perfette prima di uscire dagli stabilimenti dell’azienda. Su richiesta, vengono anche inviati in trasferta nelle cantine dei viticoltori , i quali abbiano problemi molto difficili da risolvere dovuti alla puzza di tappo.