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I bevitori moderati vivono più degli astemi

Il vino fa male? Il prof di nutrizione Visioli replica ad Antonella Viola: «I bevitori moderati vivono più degli astemi»

 

a sx Prof. Visioli a dx Antonella Viola

 

Il docente universitario al Festival della prevenzione Lilt: «Sì fino a due o tre bicchieri al giorno, nessuna evidenza scientifica sui rischi. L’alcolismo è invece una piaga sociale e va combattuto»

 

«Un consumo moderato di alcol si associa o a nessun rischio o molto più probabilmente a una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari e a un rischio leggermente aumentato di tumori. E mettendo insieme tutti i dati, i bevitori moderati hanno una vita leggermente più lunga degli astemi e dei forti bevitori». Continua tra gli esperti il dibattito sul vino. Francesco Visioli, docente di Nutrizione umana del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, al Festival della prevenzione della Lilt «salva» l’alcol che venerdì è invece stato bocciato da Antonella Viola. L’immunologa, all’interno di un incontro sull’infiammazione silente cronica, ha sottolineato che «è infiammatorio, soprattutto nelle donne». Posizione già espressa in passato.

Più morbida la linea di Visioli, che a margine del talk dal titolo «La nutrizione come scudo per il corpo», in cui è intervenuto insieme alla ricercatrice Valeria Pala, ha approvato un consumo «moderato» di bevande alcoliche. Ma a cosa si riferisce questo termine? «Non è una parola scientifica, è il guaio principale. Indica uno o due drink al giorno per le donne, due o tre per gli uomini». Specifica ancora il docente: «Per drink si intende un bicchiere di vino o una birra o un bicchierino di liquore. Non tutti insieme, ma in alternativa». La quantità fa la differenza: il consumo eccessivo «è una piaga sociale pazzesca. L’alcolismo va combattuto».

 

Se il calice di rosso è promosso, si conferma il maggior rischio per l’universo femminile, come sottolineato anche da Viola. «Le donne con familiarità di tumore al seno e basso consumo di folati, che sono vitamine contenute nella frutta, nella verdura e nei cereali integrali, forse farebbero bene a smettere di bere — aggiunge Visioli —. Per tutti gli altri non c’è nessuna evidenza scientifica». Bocciati invece gli aperitivi eccessivamente alcolici. «Oggi i giovani sostituiscono il bicchiere al pasto quotidiano con il binge drinking, ovvero il bere molti drink tutti insieme: fa malissimo, l’effetto sulla salute è molto diverso».

Non solo bevande. Tra i temi trattati durante i tre giorni del Festival, che si è chiuso sabato, anche il ruolo dell’alimentazione nel prevenire le malattie oncologiche e non solo. Nei vari incontri è emerso il ruolo protettivo dei grassi «buoni», come l’olio extravergine d’oliva, della frutta e della verdura, dei cereali integrali. «Ci permettono di assumere vitamine, fibre e soprattutto composti fitochimici — ricorda ancora Visioli —, molecole che sono molto imoprtanti per la nostra salute attraverso meccanismi ancora allo studio».

 

Altro cardine della prevenzione, sia primaria sia terziaria (e quindi indirizzata a chi ha già una patologia o rischia recidive) è lo sport. Filippo De Braud, direttore dell’Oncologia medica dell’Istituto nazionale dei tumori, sottolinea l’importanza del mantenere un equilibrio nell’attività fisica: «Sì al movimento costante, che è diverso dall’agonismo», il suo messaggio. Vari studi ne dimostrano l’efficacia nel proteggere i pazienti dal cancro e nel migliorarne la prognosi in caso di malattia. Testimonial e medico è invece Massimo Di Maio, appassionato ciclista e presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica, che ha pedalato da Torino a Sorrento, sua terra natale, per promuovere lo sport. Anche Federica Constantini, pattinatrice e fitness coach, ha raccontato la sua esperienza di coinvolgimento dei cittadini nell’attività sportiva. Occasione che ha colto anche in Sala Buzzati al Corriere: pubblico in piedi a fare ginnastica per mezz’ora, secondo le sue istruzioni.

( Fonte Milano.corriere.it )

Annotazioni a margine

Personalmente condivido il pensiero del Prof. Visioli, pur consapevole che il consumo di vino deve essere moderato, cosi’ come per tutte le altre bevande alcoliche. Non piu’ di mezzo bicchiere a pranzo e mezzo alla sera, questa è la mia dose giornaliera. Solamente quando mi capitano dei grandi vini il quantitativo diventa un bicchiere a pasto, mai di piu’. Non ho grossi problemi di salute, qualche problema al fegato l’ho avuto i primi anni di questo lavoro, quando avrei voluto degustare il massimo possibile per fare un’ampia esperienza diretta, anche se i vini degustati andavano sputati nell’apposito contenitore e non ingurgitati.

Il mio consiglio rimane sempre quello di ” bere poco ma bere meglio che si puo’ in termini qualitativi “, perchè se il vino non è buono/molto buono che senso avrebbe berlo ?

Roberto Gatti