Il diserbante non potrà essere usato subito prima del raccolto. Vietato anche nelle aree urbane come i parchi e i giardinetti per bambini. Coldiretti scettica: “Occorre controllare anche l’import. Un pacco di pasta su cinque è fatto con grano estero trattato con l’erbicida”
ROMA – Entrano in vigore in Italia alcuni limiti per l’uso del glifosato. L’erbicida più usato al mondo è stato giudicato nel marzo 2015 dalla Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) probabilmente cancerogeno per l’uomo. Anche se valutazioni successive (in particolare quella dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare a ottobre dell’anno scorso) hanno smentito questo pericolo, l’allarme è scattato, insieme alla richiesta di molti gruppi di cittadini di abolire del tutto l’uso del pesticida. Una petizione online europea in particolare ha superato i due milioni di firme.
Un decreto del ministero della Salute in vigore da oggi vieta l’uso del glifosato nella fase di pre-raccolta in agricoltura. A volte infatti il diserbante viene spruzzato a pochi giorni dalla mietitura per eliminare le erbacce che ostacolerebbero l’operazione. Bandite anche alcune sostanze chimiche che venivano usate in combinazione con il diserbante per potenziarne l’efficacia (in particolare le Poe-tallowamine). Il prodotto brevettato dalla Monsanto nel 1974 (ma nel frattempo l’esclusiva industriale dell’azienda americana è scaduta) non potrà più essere usato nemmeno nelle aree urbane come i giardinetti o i bordi di strade e ferrovie. Il decreto in particolare ne vieta l’uso in zone “frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”.
Dei limiti all’uso del glifosato riguardano anche il resto dell’Europa. Il dibattito scientifico sulla pericolosità di questa sostanza è coinciso infatti con la scadenza dell’autorizzazione alla sua vendita nel territorio Ue, avvenuta lo scorso 30 giugno. La Commissione ha discusso per mesi sull’opportunità di prolungarne la licenza. Solo a fine giugno ha stabilito dei limiti all’uso del pesticida (come appunto “l’esame minuzioso dell’uso” in fase di pre-raccolta o in combinazione con le Poe-tallowamine) e ha fissato al 31 dicembre 2017 un nuovo termine alla vendita in Europa. Contro la decisione europea – perché favorevoli al bando totale del glifosato – votarono allora Francia e Malta, mentre la Germania decise di astenersi. Malta nel frattempo è stato il primo paese a decidere il divieto completo del pesticida.
Entro la fine dell’anno prossimo dovrebbe essere pronto un nuovo parere scientifico, che si spera questa volta definitivo. A pronunciarsi analizzando tutti i dati sulla sicurezza per la salute umana raccolti finora dovrà essere l’Agenzia chimica europea sui rischi per la salute.
La decisione del nostro Ministero della Salute lascia Coldiretti soddisfatta a metà. “Con questa scelta – ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo – l’Italia si conferma all’avanguardia in Europa e nel mondo nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare ed ambientale ma non saremo all’altezza nella difesa dei cittadini se non verranno bloccate le importazioni dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosato in pre-raccolta”. Moncalvo chiede ora al governo di regolamentare l’ingresso in Italia di “prodotti stranieri trattati con modalità analoghe, come il grano utilizzato per la pasta proveniente da Usa e Canada, dove viene fatto un uso intensivo dell’erbicida
per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato”. Il risultato, denuncia ancora Coldiretti, è che “quasi un pacco di pasta su cinque italiano è fatto con grano trattato con glifosato nonostante il divieto imposto in Italia”.
( Fonte La Repubblica )
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