Nessuna esitazione nella denuncia. C’ una bolla speculativa sulle uve rosse o su quelle non protette da accordi interprofessionali. Mai come per la vendemmia in corso si pu parlare a ragione di eccellente qualit e mai come quest’anno il rischio che corrono i viticoltori del Basso Alessandrino quello di essere costretti a svendere le uve prodotte con un gioco al ribasso (si arrivati a temere lo spauracchio del pagamento di 0,20 centesimi al chilo di uve rosse) da parte delle aziende che vinificano o imbottigliano.
in atto un meccanismo – denuncia infatti la Coldiretti con il suo direttore Piero Torchio – innescato a valle della produzione per far s che si deprezzino le uve rosse. La qualit molto alta quest’anno, l’appello di Coldiretti al mondo agricolo perch non svendano.
Per parlar chiaro la parte industriale, quella che ai grossi produttori dell’Acquese e dell’Ovadese ha sempre garantito il ritiro di elevati quantitativi di prodotto raccolto o semi lavorato sta giocando come il gatto col topo. Con un tira e molla che logora i nervi degli agricoltori. Ecco, cos la rincorsa delle associazioni di categoria non solo nell’amplificare l’allarme ma anche nella ricerca di soluzioni. Chi si ritrova con il prodotto invenduto – spiega Torchio – potr rivolgersi alle cooperative del territorio e conferire le uve. O come socio annuale quindi temporaneo o come venditore. A giorni sar ratificato un accordo presso il Consorzio Vini d’Asti per la barbera d’Asti e del Monferrato e per il dolcetto d’Acqui.
Il primo salvagente questo, lanciato in fretta dalle associazioni delle due province di Alessandria e Asti per evitare il tracollo di centinaia di aziende vitivinicole e di una fetta di agricoltura che ricopre un ruolo determinante nel sistema economico locale e regionale.
Faremo un incontro a breve con le parti industriali – prosegue Coldiretti- per individuare le partite di uve rosse da acquistare e per fissare il prezzo sotto il quale non scendere. il momento di fare chiarezza agendo nella trasparenza a tutela del reddito di molte aziende. Difficile ancora dire a quale prezzo saranno alla fine vendute le uve rosse. Di certo un accordo impedir speculazioni.
Anche perch i produttori grandi e piccoli, dopo aver lanciato forte e chiaro l’allarme, minacciano di non staccare l’uva delle viti per lasciarla marcire. Con questi prezzi come se avesse grandinato, ha detto e scritto in una denuncia accorata il sindaco di Quaranti Luigi Scovazzi. Duecento ettari di vigneto su 300 di territorio con 6 vini a Doc e 2 Docg, il territorio del suo Comune a cavallo fra Astigiano e Acquese l’esempio della crisi che i produttori di barbera, dolcetto, cortese, e altre uve attraversano. Anche se stiamo vendemmiando una bellissima uva come se fosse arrivata la pi grande grandinata della storia. Avvoltoi famelici si gettano sulla preda offrendo per le uve e il vino prezzi da fame, meno della peggiore acqua minerale. Abbiamo toccato il fondo e per riemergere, a mio avviso, servono la collaborazione e l’aiuto di tutti, governo, Regione, Provincia, Camera di commercio, organizzazioni sindacali, Consorzi di tutela e anche dei consumatori che per i prodotti agricoli, compreso il vino, subiscono dei rincari eccessivi.
Va fissato un prezzo minimo sulle uve e vino al di sotto del quale non si possa andare. Il viticoltore a sua volta deve produrre uva di qualit per avere le carte in regola: questo chiede Scovazzi il cui appello stato raccolto dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) che dar fiato alla richiesta di regole anche per le uve rosse come gi per moscato e brachetto d’Acqui.
( Fonte il Secolo XIX )
Considerazioni amare
Ha ragione il Sindaco di Quaranti Luigi Scovazzi quando afferma che avvoltoi famelici si gettano sulla preda offrendo per le uve ed il vino prezzi da fame , e benissimo ha fatto a porre sotto la lente dingrandimento questo increscioso atteggiamento, degli imbottigliatori e cantine commercialmente piu potenti. Daltronde il pesce grosso ha sempre mangiato il pesce piccolo, ma se tanti pesci piccoli si associano e fanno quadrato allora diventer piu difficile anche per gli avvoltoi avventarsi sulle povere prede, che in questo caso sono viticoltori che si spaccano la schiena tra i filari dei loro vigneti : bravo sig. Sindaco si faccia sentire in tutte le sedi per il bene dei suoi viticoltori e di chi ha la fronte sudata dalla fatica del proprio lavoro !
Roberto Gatti
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