GORIZIA – La Guardia di Finanza di Gorizia ha scoperto e sequestrato a Villesse 20.000 litri di mosto di vino concentrato destinato all’estero per il mercato nero del vino; il vino proveniva dal sud Italia.
I militari hanno fermato un autoarticolato con targa straniera vicino al casello autostradale di Villesse e l’autista ha mostrato loro fatture, lettere di vettura internazionali e documenti amministrativi di accompagnamento falsificati, relativi a un trasporto di vino bianco del gennaio scorso. Si tratta di un cittadino ceco alla guida di un mezzo proveniente dal sud Italia e diretto in Slovacchia. Dopo un po’, portato in caserma, l’uomo ha ammesso di essersi prestato, a causa di sue difficoltà economiche, a eseguire un trasporto illecito di mosto di vino prelevato da un’azienda con sede tra la Puglia e la Campania e destinato a essere immesso nel mercato vitivinicolo estero.
Costo del vaggio illecito 4mila euro
L’autista del mezzo, titolare di un’azienda di trasporto con sede a Praga ha ricostruito in dettaglio l’origine e la destinazione del viaggio, per il quale era stato pattuito un corrispettivo di 4mila euro, affermando di aver ricevuto, da parte di un intermediario slovacco, la proposta illecita a Napoli, dove era giunto dopo aver consegnato 30.000 litri di latte prelevati da un’azienda della Repubblica Ceca. A questo punto, dopo aver sterilizzato il rimorchio cisterna, il conducente è andato in un autogrill dell’autostrada A14, tra Foggia e Cerignola, dove alcuni emissari di una azienda vitivinicola della zona avrebbero provveduto a caricare il mezzo con 20.000 litri di mosto di vino concentrato, per restituirlo pronto per il viaggio verso la Slovacchia.
Tutto sotto sequestro
Il mosto di vino e l’autoarticolato sono stati sottoposti a sequestro probatorio; il conducente e le altre persone coinvolte nel trasporto illegale sono stati denunciati per falso materiale. Sono in corso altre verifiche per capire se siano state violate anche le norme sulle accise e sulla circolazione dei prodotti alcolici. Non si esclude, infatti, che il mosto di vino, del valore di circa 15mila euro, potesse essere destinato a operazioni di correzione di prodotti enologici da rivendere “in nero” sul mercato comunitario e, probabilmente, sullo stesso mercato italiano, con evasione delle accise e dell’Iva.
( Fonte Il Gazzettino )
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