Home DEGUSTAZIONI VINO Bianco Garofanata : antico vitigno autoctono marchigiano salvato dall’estinzione

Garofanata : antico vitigno autoctono marchigiano salvato dall’estinzione

L’Italia, secondo i dati ufficiali dell’ O.I.V. , Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, si colloca al terzo posto nel mondo con 453 vitigni autoctoni su un totale di ben 6.154

Nella tabella sotto riportata tutti i vitigni autoctoni detenuti da ogni singolo paese.

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Anche dopo 30 anni che mi occupo di vino ad ogni livello, prima come semplice appassionato, in seguito come addetto ai lavori, mi capitano nuove scoperte e nuove esperienze sensoriali dovuti ai vari vitigni autoctoni. Quasi impossibile per ognuno di noi poterli degustare tutti in una singola vita !

Ho trattato alcuni mesi fa di un’altro vitigno autoctono, che porta il nome dell’ampelografo marchigiano che lo ha creato incrociando il verdicchio con il sauvignon : Incrocio Bruni 54 ( leggi approfondimento e recensioni al link :

 

https://www.winetaste.it/incrocio-bruni-54-questo-grande-sconosciuto/

 

 

Approfondendo questo primo vitigno autoctono, sono venuto a conoscenza che ne esiste un’altro poco conosciuto, ma capace di regalarci buone emozioni sensoriali, si tratta del vitigno Garofanata !

 

GAROFANATA

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CENNI STORICI ED AREA DI DIFFUSIONE

 

L’accessione è a bacca bianca ed è stata recuperata con questo nome, non citato nei vecchi repertori ampelografici regionali, in un vecchio vigneto dell’area di Corinaldo (AN), dove un tempo avrebbe comunque avuto una certa diffusione.

Tracce bibliografiche della presenza nelle Marche del vitigno Garofanata è stato possibile trovarle solo nel dattiloscritto non pubblicato (appunti) “ampelografia marchigiana” (1962), dell’ampelografo marchigiano degli anni ’60 , B. Bruni.

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Il Bruni segnala come sottovarietà di Moscato bianco (pagg. 97 e 98) la Garofalata: “In alcune zone della regione si trovano diffusi vitigni di uva Garofalata o Moscato bastardo, che differiscono specialmente per essere più vigorosi, più produttivi, per produrre grappoli con acini leggermente sub – ovali e per sapore di moscato meno accentuato”. Bibliografia “Bollettino ampelografico” II, pag. 98, X pag. 58.

Nei Censimenti Agricoltura – ISTAT ’70, ’80 e 2000, non sono mai state rilevate superfici vitate di questo vitigno.

Le prove comportamentali agronomiche ed enologiche, nonché morfologiche e genetiche, svolte sino ad oggi, hanno interessato pertanto l’unico biotipo recuperato nell’area di Corinaldo (AN) e conservato presso il vigneto dell’ASSAM “Germoplasma viticolo delle Marche”, a Carassai (AP).

Allo stato attuale, in seguito all’azione di valorizzazione del vitigno svolta dall’ASSAM(2), la Garofanata ha trovato l’interesse di alcuni tecnici e viticoltori, per cui risulta recentemente piantato in alcuni vigneti di carattere amatoriale.

 

DESCRIZIONE MORFOLOGICA E GENETICA SPECIFICA

 

a) Analisi isoenzimatiche, genetiche e morfologiche (1)

Il suo profilo isoenzimatico (GPI 2 e PGM 1) risulta condiviso con altri vitigni a bacca

bianca descritti nel volume Vitigni d’Italia (Calò et Al. – 2006)(3) (Biancone b., Bombino b., Carricante b., Impigno b., Lumassina b., Moscatello selvatico b., Moscato bianco b., Mostosa b., Perera b., Rollo b.).

1. Sono state condotte le analisi genetiche, ma senza il confronto con i profili

molecolari di altri vitigni a bacca bianca con i quali la Garofanata condivide gli

stessi pattern isoenzimatici e, con alcuni di questi, presenta analogie morfologiche.

 

 

 

Attitudini enologiche

Il vino risulta di buona struttura e dotato di buona complessità gusto-olfattiva: colore

giallo paglierino di media intensità; profumo intenso con sentori floreali (biancospino),

mela, agrumi, speziato, secco, frutta esotica. Al gusto molto acido, di media struttura e sapido.

 

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Garofanata: Diffusa sporadicamente in provincia di Ancona, questa cultivar a bacca bianca è caratterizzata dall’aromaticità del succo delle sue uve, riscontrabile in seguito nel vino che da essa si ottiene.

Generalmente vinificata in uvaggio con altre varietà bianche locali, da sola produce un vino di colore giallo paglierino carico, con un profilo aromatico nel quale si evidenziano note floreali, fruttate (pesca) e speziate, da cui probabilmente deriva il nome della varietà. In bocca appare mediamente alcolico, ma dotato di una spiccata sapidità determinata da una buona concentrazione di acido malico.

 

SOCIETÀ  AGRICOLA VILLA LAZZARINI SRL

C.da Collevago,

62010 TREIA / MC / Italia

TEL 333 3553460 / 335 7728851

Web : http://www.villalazzarini-vini.it

Email : info@villalazzarini-vini.it

 

 

Vino Bianco Vellente- Bianco Igp Marche 2015 gr. 13,5

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Ottenuto con il 100% del vitigno garofanata :

devo anticipare che questo vino, pur appartenente alla famiglia dei “ moscati “, nulla ha che vedere con i moscati classici che conosciamo, non è molto aromatico al naso e nemmeno alla gustativa, ma presenta interessanti caratteristiche organolettiche e si fa ben apprezzare :

giallo paglierino con riflessi verdognoli ; naso intenso, gratificante con note eleganti e floreali ; in bocca è appagante, equilibrato, giustamente caldo, ampio ed intenso nel centro bocca, molto lungo nel finale, sapido e fa salivare !

Un prodotto molto interessante, da provare assolutamente.

Ci dimostra come l’Italia sia tra le prime nazioni al mondo in grado di donarci ottimi vini provenienti da vitigni autoctoni !

Ottimo / Eccellente 89-90/100

 

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Roberto Gatti

29 Agosto 2017, ore 17,20