Dopo la lettera di formale protesta con cui la più grande cooperativa della Languedoc aveva chiesto di essere autorizzata all’utilizzo del saccarosio per l’arricchimento dei mosti, è la volta della Confederazione dei vini Igp di Francia a chiedere al ministro Le Foll di applicare equità di trattamento in tutto il Paese.
( zuccheraggio del mosto o ” chaptalisation” )
“Le situazioni grottesche verificatesi l’anno scorso nel trattamento delle domande di autorizzazione allo zuccheraggio non dovranno ripetersi”. L’anno scorso per esempio, dice Aurelia Souchal, direttore della Confederazione dei vini Igp,
“per l’Igp Ardèche solo i comuni della zona Aop Cotes du Rhone avevano ottenuto il permesso allo zuccheraggio. Lo stesso discorso per l’Igp Atlantique, dove il dipartimento della Charente non ha ottenuto lo zuccheraggio, mentre il resto della Igp è stato ammesso”.
Il trattamento differenziato a livello regionale e amministrativo deve essere evitato quest’anno, sostiene la Confederazione, “altrimenti ricorreremo a livello nazionale e se necessario adiremo la Corte di giustizia europea.
Ricordiamo che la Francia è l’unico Paese europeo che, in casi eccezionali, può ammettere all’utilizzo del saccarosio le zone che tradizionalmente utilizzano i mosti concentrati, situate a Sud. Con la fine del regime degli aiuti ai mosti, già l’anno scorso alcune zone avevano fatto richieta di essere ammesse allo zuccheraggio, ma molte di esse, essendo la decisione finale in capo ai prefetti, erano rimaste escluse. Quest’anno il problema, vista anche la crisi economica, si sta riproponendo con ancora più forza e sono molte le regioni che spingono per essere definitivamente parificate a quelle del Nord. (Fonte: “La Vigne”)
Il fronte italiano
L’Italia, il maggior produttore di mosti d’uva concentrati e rettificati (MCR), ha pagato un conto salato in termini di volumi prodotti e commercializzati nella campagna appena conclusasi. Ciò è imputabile al concomitante effetto della fine degli aiuti comunitari alla trasformazione dei mosti d’uva in mosti concentrati (luglio 2012) e alla Francia che, sempre dal 2012, ha consentito anche ad alcune regioni del Sud di usare saccarosio per arricchire i vini.
Fonte: MUST – FederMosti – Bertagni Consulting
Il problema, evidenzia MUST, il network che rappresenta l’80% dei produttori di mosti e succhi d’uva concentrati europei, potrebbe aggravarsi nella prossima campagna se il Governo Francese dovesse consentire l’uso dello zucchero anche alla Languedoc, la più grande regione vinicola e ultimo baluardo d’oltralpe dell’uso di derivati dell’uva nei vini. “Questa goccia farebbe traboccare il vaso – dice Marco Bertagni, presidente del Comitato esucutivo di MUST e direttore di FederMosti – fin dalla riforma dell’OCM del 2008 il settore dei mosti concentrati è stato trattato in maniera discriminatoria. L’accordo pre-riforma era quello di tagliare gli aiuti al MCR a fronte del divieto di zuccheraggio dei vini. Solo la prima parte di questa equazione si è realizzata. Come Categoria ci stiamo battendo e continueremo a farlo per introdurre alcuni basilari principi di trasparenza nel settore. Chiediamo semplicemente di riportare nell’etichetta dei vini la dizione Sugar added qualora sia stato aggiunto saccarosio per aumentare il grado alcolico di quel vino. Chiediamo anche di reintrodurre gli aiuti ai mosti per colmare il gap di prezzo col saccarosio. In conclusione – aggiunge Bertagni – la Francia e altre nazioni usano zucchero solo perché è meno costoso del MCR e anche perché non sono tenute a riportare questo ingrediente in etichetta. Cambiando la regola e permettendo al consumatore di sapere che nel vino che sta per bere c’è una materia prima completamente estranea alla filiera dell’uva, siamo certi che l’uso del saccarosio verrebbe scoraggiato e sarebbe ristabilita la leale concorrenza tra operatori di Paesi diversi.
Se la Languedoc dovesse consentire l’uso del saccarosio, l’Europa diventerebbe – ancor di più – una scacchiera dove, paradossalmente, le nazioni più attente alla qualità dei vini che consentono solo l’uso di derivati dell’uva (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) soffrirebbero della concorrenza sleale di Paesi che hanno deciso di abbandonare la politica di qualità per quella dei prezzi (Francia, Germania, Regno Unito, Austria). Questo – conclude Bertagni – potrebbe anche generare un effetto-domino perché i Paesi che permettono solo il MCR potrebbero ob torto collo consentire anche il saccarosio per non far perdere ulteriori quote di mercato ai propri operatori”.
( Fonte Il Corriere Vinicolo )
Annotazioni a margine
Sono contrario, da sempre, a questa pratica dell’aggiunta di saccarosio ( Zucchero ), in quanto trovo fuorviante aggiungere un prodotto della barbabietola o canna da zucchero, al prodotto ottenuto dall’uva. Dove vanno a finire l’identità territoriale ed il famoso ” terroir ” francese in questo modo ? Non sarebbe meglio autorizzare l’aggiunta di solo MCR / mosto concentrato rettificato ottenuto da succo d’uva, possibilmente della stessa varietà ??
RG