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Francesca Faotto, la “Signora del Prosecco”

Incontriamo oggi Francesca Faotto, una donna imprenditrice che, come altre, riesce a trovare il punto d’equilibrio tra vita professionale e vita privata riuscendo bene nell’una e nell’altra, senza clamore, con semplicità ed eleganza.

 

 

 

 

Nata a Treviso, Francesca è sposata e ha due figlie, è una donna riservata e un’instancabile lavoratrice. Fin da bambina ha avuto due grandi passioni che tuttora coltiva: la natura e i viaggi. E’ amante delle cose semplici ma allo stesso tempo raffinate e di buon gusto. Qualità queste che trasferisce anche nei prodotti dei suoi vigneti.

 

Francesca Faotto, si parla di lei come di una donna che ha fatto della viticultura una ragione di vita, perché?

 

Ho sempre amato le colline di Valdobbiadene dove mi rifugiavo spesso con mio marito per evadere dalla vita frenetica della città che si divideva tra la famiglia e i viaggi di affari di un marito manager. Valdobbiadene rappresenta il passato, la calma, la natura, un’atmosfera rilassante d’altri tempi. Il destino ha voluto che nella mia vita entrasse la viticoltura e da quel momento è iniziata l’avventura che tutt’ora mia vede a capo della cantina, nella produzione di prosecco, vino che rappresenta l’essenza dell’animo femminile, in quanto delicato, leggero ma deciso.

 

Spesso per una donna avere successo nel lavoro significa sacrificare qualcos’altro nella vita, quali sono, se ci sono i suoi sacrifici?

 

All’inizio non è stato facile rientrare nel mondo del lavoro dopo una pausa di molti anni e 2 figlie adolescenti da gestire, ma la tenuta è vicino a casa e questo mi aiuta molto. Essendo un’azienda vitivinicola a gestione familiare, è inoltre indispensabile il supporto di persone come mia cugina Julka, che mi affianca nella conduzione. Il duro lavoro comunque ha portato a dei risultati così sorprendenti che non riesco ad avere rimpianti per i sacrifici fatti.

 

In Italia, le imprese al femminile, anche se incontrano molti ostacoli, stanno mostrando qualità e capacità creative senza pari. Qual è il valore aggiunto che da alla sua azienda la sua personale visione dell’impresa?

 

Noi donne siamo delle organizzatrici eccezionali, riusciamo a fare più cose contemporaneamente. Siamo rapide nel prendere decisioni e abbiamo una sensibilità e un gusto innati. Credo che la gestione femminile di una impresa la renda più semplice, veloce e flessibile, senza complicazioni che non sono necessarie per il bene aziendale.

 

Come nasce e in cosa si differenzia, sotto un profilo metodologico e organizzativo, la sua Cantina da un’altra che produce il medesimo prodotto?

 

Ripeto sempre che noi non saremmo mai un’industria. Rimarremo sempre una realtà legata alla tradizione, alla terra, alle cose belle e genuine di un tempo con un’attenzione maniacale alla qualità. Sempre. La terra è degli uomini, non delle macchine e se la rispetti, ti ricompenserà. Questo vale in tutti i settori, non solo in quello agricolo.

 

La sua etichetta ha un héritage importante e innovativo allo stesso tempo, come è arrivata a raggiungere questo traguardo?

 

Volevo un bottiglia raffinata ed elegante, ma al tempo stesso innovativa, che potesse arredare le tavole dei migliori ristoranti del mondo. Ci siamo affidati ad Hangar Design Group per lo studio dell’immagine aziendale e devo dire che hanno saputo tradurre le mie idee nel migliore dei modi. Mi capita spesso di sentirmi dire “Con una bottiglia così non potrà che essere un vino eccezionale”. Io sorrido perché so che hanno ragione, quindi vista, olfatto e gusto sono soddisfatti ed appagati.

 

Le donne amano sempre più il prosecco. Secondo il punto di vista di una donna che lo produce, ciò da cosa dipende?

 

A noi donne piacciono le cose semplici, eleganti e raffinate, proprio come il prosecco. In più la gradazione alcolica moderata la sua freschezza lo rendono un prodotto che può accompagnare una serata dall’aperitivo fino al dessert.

 

Il prosecco è un prodotto che al di là della indiscussa qualità, grazie a brillanti operazioni di marketing, si è affermato anche al di fuori dei confini nazionali. Attualmente il suo brand è presente all’estero? E quali sono per la sua azienda i mercati futuri più interessanti?

 

Siamo presenti nei mercati esteri anche se parliamo sempre di una nicchia di mercato, perché la grande distribuzione non ci interessa. Attualmente i mercati che ci interessano maggiormente sono, oltre all’Europa, la Nuova Zelanda e una parte del mercato Cinese, molto attenta ai prodotti di alta qualità, con un’immagine raffinata e presenti in un mercato selezionato.

 

Francesca sa cucinare? Quale ricetta consiglierebbe alle nostre lettrici da abbinare ai suoi prodotti?

 

Mi piace dilettarmi a cucinare per la mia famiglia, prediligo i piatti semplici ma con prodotti di ottima qualità. Penso che non ci sia un modo migliore per iniziare una cena tra amici che con un calice ghiacciato del nostro Cartizze Dry. Per i piatti più leggeri a base di verdura come uno sformatino di melanzane o asparagi o una vellutata prediligo il prosecco Extra Dry, mentre il Brut lo consiglio con il pesce bianco al forno o alla griglia, come una orata al sale o un branzino al forno con le patate, oppure un piatto a base di carni bianche come il pollo al limone. Il nostro Extra Brut invece si accompagna meravigliosamente a crostacei e pesce crudo.

 

 

( Fonte www.donnesulweb.it )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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