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Finite le scorte di Prosecco: caccia al vino a prezzi folli

La domanda in Usa ed Europa è esplosa negli ultimi mesi piu’ 26%, produttori in difficoltà. C’è chi è disposto a pagare ai viticoltori anche 2,60 euro al litro contro 1,30 di mercato

 

 

UDINE. Scorte di Prosecco agli sgoccioli. E caccia agli ultimi quantitativi, nelle cantine di Friuli e Veneto, a prezzi folli, fino a 2,60 euro al litro, il doppio del normale.

Non sono bastate 300 milioni di bottiglie per soddisfare una domanda mondiale che cresce a ritmi vertiginosi, come i titoli tecnologici alla borsa di New York, all’inizio degli anni Duemila.

Tra gennaio e giugno 2015 il mercato delle bollicine nostrane è aumentato del 28 per cento come volumi e del 16 per cento in valore rispetto ad appena 12 mesi prima. Un boom inaspettato, almeno nelle proporzioni.

E’ da qualche anno che il prodotto piace, si vende bene e soddisfa tutta la filiera, dai viticoltori, alle aziende ai distributori. Ma che il 2015 facesse registrare questi numeri, francamente nessuno se lo aspettava.

E così, complice la scarsa produzione (si fa per dire, visto che buona parte delle province di Treviso, Belluno, Venezia, Udine, Gorizia, Trieste e Pordenone ormai sono tappezzate di uva glera, con la quale si fa il Prosecco) della vendemmia 2014, caratterizzata da tantissima pioggia, i maggiori imbottigliatori hanno già svuotato le cisterne.

 

Tanto che da luglio è partita una corsa senza precedenti ad accaparrarsi anche piccole quantità di vino. E i grandi sono disposti a pagare cifre esorbitanti pur di etichettare ancora Doc Prosecco. Perchè i contratti stipulati con i big della distribuzione o con gli importatori tedeschi e americani, prevedono forti penali in caso di mancata consegna della merce.

E se il vino è finito è chiaro che non può essere nemmeno venduto. Così si è arrivati ai 2,60 euro dell’ultima settimana. «E’ un business da far paura – ammette un noto viticoltore dei Colli Orientali del Friuli -. Hai voglia a curare le viti autoctone e storiche della collina, a quei prezzi lì è più comodo buttarsi sul Prosecco. Se teniamo conto che oltre i 2,60 euro al produttore, per confezionare una bottiglia da vendere sugli scaffali dei supermercati serve almeno un altro euro, è evidente che il margine di guadagno, in questo periodo, è limitato. Però il Consorzio e le grandi cantine hanno interesse a onorare i contratti da milioni di euro con la grande distribuzione e così si accontentano».

Il Prosecco ormai è diventato un vino-spumante da bere in ogni occasione, dall’aperitivo al bar o a cena. E’ una moda che negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra e Germania è consolidata. E ha ripreso quota pure in Italia, gradito soprattutto dai più giovani. Così il consumo è diventato di massa e il prodotto 2014 è quasi terminato, nonostante in vigna si producano fino a 180 quintali per ettaro.

«Le scorte si stanno assottigliando a vista d’occho – conferma Pietro Biscontin direttore della cantina di Casarsa e numero uno del Consorzio Doc del Friuli Venezia Giulia -. Fino alle prime settimane di settembre siamo ancora tranquilli, poi si vedrà. In ogni caso in tanti arriveranno ai limiti. La vendemmia 2015 promette benissimo e il nuovo Prosecco sarà già in commercio in ottobre, considerata la scarsità attuale di prodotto e la domanda che è in continuo incremento.

E’ vero c’è tensione sui prezzi in questo momento, abbiamo sfondato la quota di 2 euro al litro, qualcuno si spinge fino a 2,50 euro. Se pensiamo che durante la stagione il Prosecco è quotato 1,30 euro al litro, è evidente l’impennata».

Oltre alle piazze del Nord America e dell’Europa il Prosecco sta facendo capolino perfino in Cina e pare che, dai primi riscontri, sia piuttosto apprezzato. Se in un futuro non lontano ci dovesse essere una forte richiesta pure da Pechino, il modo di produrre e i prezzi di questo vino che fino a poche decine di anni fa era confinato tra la Marca e il Friuli, con l’enclave del Carso triestino da cui deriva il nome, cambieranno radicalmente.

Il Prosecco oggi è tutelato da una Doc che comprende le province del Fvg e da una Docg nell’area di Conegliano-Valdobbiadene, la più vocata in assoluto. Un lembo ancora più circoscritto di quel territorio è riservato al Cartizze, il top di gamma.

 

 

( Fonte messaggero veneto )