L’elisir di lunga vita? «Bere un sorso di grappa nel caffè tutte le mattine e un buon bicchiere di vino a pranzo»
Ogni mattina, quasi all’alba, è l’unica figura che colora la neve bianca di Prato Nevoso, nel Cuneese. Sci ai piedi, tuta e caschetto rigorosamente in testa, scende veloce sulle piste ancora come fosse una giovincella. Nonostante gli anni, ne ha 86, per nonna Emilia il tempo sembra non essere trascorso. E quello di andare a sciare tutte le mattine è un appuntamento a cui non può, e non vuole mancare.
Ogni giorno attende quel momento come si fa con i grandi amori. Poi, appena la luce mostra la candida neve delle sue montagne lei esce di casa, raggiunge le piste, mette gli sci ai piedi e si lancia sulla coltre fresca ancora intonsa. Emilia Colombo, 86 anni compiuti, non se ne perde una di alba. Uno spettacolo che ama godersi da sola. Nel silenzio delle montagne. In valle la conoscono tutti. Così come conoscono le sue imprese sportive.
Classe 1936, bergamasca di nascita ma ormai residente a Cortemilia, piccolo borgo medievale nel cuore dell’Alta Langa cuneese, immerso nel verde delle colline, tra noccioleti e vigneti, vive lì praticamente da sempre. Ci è arrivata ad appena 17 anni , per amore. E ci è rimasta da sposata dopo il matrimonio con Bruno che per anni ha gestito l’hotel San Carlo. E lì, proprio sulle montagne che dominano il Cuneese ad appena un’ora da casa dove il marito gestiva la sua attività, si è innamorata della neve. Un amore a prima vista. Un colpo di fulmine che l’ha convinta ad imparare a sciare e poi, a 21anni, a studiare e fare ogni passo per diventare maestra di sci perché «quella passione andava condivisa anche con gli altri» racconta a chi ascolta le sue avventure. Un amore profondo, tanto che a 27 anni, dopo anni di partecipazioni alle gare, era riuscita a laurearsi anche vice campionessa di slalom gigante.
Emilia oggi è una nonna sprint, esempio di come l’età non conta ma invece basti la volontà. Tra i suoi allievi sulle pista è stata ribattezzata «La Colombina», nome che le era derivato da una trasmissione televisiva a cui da giovane aveva partecipato, e proprio dal mondo della tv arrivavano tanti suoi allievi sugli sci. Tra loro anche un giovane e ancora non popolare Mike Buongiorno, che sulle piste di Prato Nevoso andava già in cerca di tranquillità e riposo ma anche e soprattutto per imparare a sciare. Caparbia, tenace e con una grinta che sembra quella di un’adolescente, a tutti ripete sempre che ha un unico elisir di lunga vita «bere un sorso di grappa nel caffè tutte le mattine e un buon bicchiere di vino a pranzo». Oltre ovviamente al movimento costante. L’inverno sulle piste, senza saltare nemmeno un giorno, che dal 1992 trascorre a Prato Nevoso, dove acquista sempre lo skipass stagionale, come ha fatto anche quest’anno. L’estate invece la passa in bicicletta, coltivando rose nel suo giardino e curando il parco di Villa San Carlo. E poi la famiglia, fondamentale pilastro della sua vita. Due figli, uno dei quali è lo chef Carlo Zarri che ora si è trasferito negli Stati Uniti, e due nipoti con i quali fa la nonna a tempo pieno.
Emilia è anche una grande appassionata di calcio, tifosa dell’Atalanta, tanto da andare ogni tanto anche allo stadio a tifare per la sua squadra del cuore. Una donna e un’agonista, in ogni competizione. Per questo fa ancora parte dello Ski Team «Over di Capetta». E per non farsi mancare nulla, grazie alle sue abilità culinarie, nel 2002 a partecipato all’ Olimpiade di Salt Lake City nella squadra degli chef piemontesi che hanno gestito Casa italia preparando oltre mille porzioni di ravioli al plin in 15 giorni. «E non si fermerà — racconta il figlio Carlo, orgoglioso della sua mamma —. Ha promesso di voler continuare a sciare fino a quando le forze glielo consentiranno. Da lei c’è solo da imparare».
( Fonte Corriere.it )