Premiato dal Comitato scientifico Expo il progetto della giovane ricercatrice friulana Paola Ferraretto
Un dono alla sua terra, fatta di colline e vigneti dove l’uomo può trovare modi tecnologicamente avanzati e innovativi per operare in modo sostenibile nell’agroalimentare.
Viene dai Colli Orientali più precisamente da Sant’Andrat di Corno di Rosazzo, Paola Ferraretto, classe 1979, la giovane ricercatrice dell’Università di Udine che il Comitato scientifico di Expo 2015 ha premiato per un progetto innovativo.
La ricerca di Paola permette, attraverso l’utilizzo degli ultrasuoni in ambito alimentare, di arrivare a un’enologia a basso impatto ambientale con una consistente diminuzione di additivi e coadiuvanti chimici, e una riduzione dei tempi e dei costi di gestione. Gli ultrasuono accompagnano l’intero processo di vinificazione .
«In Italia, e a Udine – spiega Paola – si fa ricerca ad alto livello, con progetti che, come il mio, trovano applicazione anche nel settore industriale. Vi è, però, la necessità di investire con finanziamenti pubblici e privati per permettere ai giovani ricercatori e dottorandi di continuare a lavorare nelle università italiane, anziché prendere in considerazione i bandi offerti da altri Paesi».
Un percorso, quello di Paola Ferrarretto, che vede nel riconoscimento di Expo una conferma importante. «Il Comitato scientifico – racconta – premiava i progetti di ricerca legati all’innovazione e alla sostenibilità agroalimentare e su 54 progetti, sono arrivata quinta».
La novità del suo lavoro non è tanto legata alla tecnologia degli ultrasuoni, già impiegata nel settore alimentare, quanto alla loro applicazione nel settore enologico. «Fino a pochi anni fa i lavori bibliografici in merito erano ben pochi e non riguardanti l’intera filiera enologica. Il mio progetto, presentato ad Expo, era uno dei pochi di applicazione pratica»
Dopo la maturità scientifica a Cividale, Paola si iscrive a Scienze e tecnologie alimentari a Udine. Lavora per l’Ersa con il Centro pilota per la Vinicoltura per cinque stagioni. «Le vendemmie in laboratorio sono intense, ma sono stati anni in cui ho imparato molto, così è nata anche la mia tesi di laurea, un caso studio per la valorizzazione e preservazione di vecchie varietà di uva a bacca rossa del Friuli-Venezia Giulia, che rientrava in un progetto più ampio di valorizzazione di varietà autoctone intrapreso dall’Ersa».
Dopo la laurea, è contrattista per un anno al Dipartimento di Scienze degli Alimenti, dove vince il concorso per il dottorato di ricerca che svolge dal 2010 al 2014 collaborando sempre con il professor Emilio Celotti, relatore anche della tesi di laurea.
«A gennaio 2015 è partito il progetto legato all’innovazione d’impresa finanziato
dalla Regione Veneto che ho presentato insieme a due aziende venete e all’università e che mi ha permesso di essere assunta come dottore di ricerca».
Paola oggi è sposata e vive con il marito e la figlia di quattro anni a Magnano in Riviera.
( Fonte messaggeroveneto )
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