Un annoso e triste problema quello dei wine kit, specialmente quando richiamano vini dop o igp, ne avevamo scritto in passato qui, qui, ed anche qui
Purtroppo in internet ne circolano ancora molti di questi kit, per cui la lotta dovrà essere serrata e decisa, a tutela dei nostri bravi viticoltori, non è possibile svilire in questo modo un lavoro fatto di passione, fatica e sacrifici.
Oggi finalmente, dopo anni di attesa, arriva la prima condanna per i wine kit, ovvero preparati in polvere per produrre ” fai da te ” il vino ( ? ) in casa senza nemmeno aver visto un grappolo di uva. Per questo la Corte d’Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza di assoluzione del Tribunale di Reggio Emilia di alcuni ani fa.
Il danno arrecato al comparto si era stimato in circa 200 milioni di euro e forse sono ancora pochi. Finalmente dopo 3 anni la Corte di Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza di primo grado, condannando uno degli imputati in base all’art.517 del CP ” vendita di prodotti con segni mendaci, atti a trarre in inganno il consumatore ” !
Si erano costituiti parte civile la Federdoc e la Cia-Agricoltori che oggi manifestano approvazione alla sentenza della Corte di Appello di Bologna, che nella parte finale recita “…In conclusione, i nomi riportati sulle etichette contenute all’interno dei kit, erano perfettamente idonei a trarre in inganno l’acquirente sulla origine e sulla provenienza dei mosti utilizzati per comporre il kit, come quelli di origine territoriale dei vitigni da cui derivano i vini DOP contrassegnati da tali nominativi.”
Il Presidente della Cia-Agricoltori Sig. Dino Scanavino ( il cognome sembra il destino della sorte ndr ) ha rilasciato questa dichiarazione “Con questa sentenza, la Corte di appello di Bologna ha lanciato un segnale forte di trasparenza alimentare che va nella giusta direzione di tutela degli interessi di produttori e consumatori. Pratiche come quelle del wine kit, se non contrastate nelle sedi opportune, rischiano di danneggiare il sistema delle denominazioni di origine europee che, ormai da circa trent’anni, rappresenta il più importante elemento di distintività e tipicità che caratterizza le nostre produzioni agroalimentari, rendendole uniche nel mondo”