Doc al Nero di Troia la Puglia del vino si spacca in due fronti |
Puglia del vino spaccata in due. Si alzano le barricate contro larrivo di una ventisettesima DOC. La proposta di Denominazione di origine controllata Terre del Nero di Troia, da un paio danni, ha dato il via ad una contrapposizione fortissima fra i proponenti, foggiani della zona appunto di Troia, ed una cordata traversale di produttori, organizzazioni professionali, consorzi ed esponenti politici di Bari e della BAT che remano contro. I perch dei no, con dovizia di particolari tecnico economici e con il garbo di rivolgersi a chi sul lato opposto della barricata chiamandoli sempre gli amici foggiani, sono stati spiegati ieri in conferenza stampa a Bari da Francesco Liantonio. In duplice veste, quella di vice presidente nazionale della Federdoc e di presidente del Consorzio del Castel del Monte DOC, Liantonio ha riassunto la questione in termini prettamente economici. L85-90% delle uve di Nero di Troia sono prodotte al di fuori del territorio per il quale stata proposta la nuova DOC. Ci, insomma, priverebbe del diritto di utilizzare il nome del vitigno e della menzione in quelle zone – ben pi ampie della nuova delimitazione proposta – dove, invece, ci sono milioni di euro di investimenti ed una marea di bottiglie di produzione di eccellenza. Il contesto, a tutti i livelli, va in direzione contraria. A livello locale in corso, proprio nel Nord della Puglia, unazione che mira a ridurre il numero delle DOC: e sono ben sei ad avere come vitigno di riferimento proprio luva di Troia. A livello europeo, con la nuova OCM, la direzione chiara: semplificare i marchi con la dicitura DOP invece di DOC. Siamo una provincia dellEuropa, ha ribadito il parlamentare europeo Sergio Silvestris (del centro destra) che ha sottolineato come, sulla necessit di stoppare una DOC che danneggerebbe l85% dei produttori, non esiter a confrontarsi col presidente della Commissione Agricoltura Eu Paolo De Castro (centro sinistra). Niente schieramenti politici, a quanto pare, ma produzione e produttori al centro dellat – tenzione. Sul fronte del no ci sono anche gli assessori allAgricoltura della Provincia di Bari Francesco Caputo e della BAT Mimmo Campana, con Confagricoltura in prima linea. A livello regionale, con un primo no ed una successiva presa di posizione possibilista, si attende ora una chiara presa di posizione dellassessorato alle Risorse Agroalimentari. Cosa potr succedere? Se proprio vogliono una nuova DOC – conclude Liantonio – dovranno trovare un altro nome. Certo che, nellera della globalizzazione, pi che dividersi sarebbe meglio fare squadra e promuovere, insieme, i tre vitigni di eccellenza pugliesi: Nero di Troia, Primitivo e Negroamaro. |
( Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno )
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