Home Curiosità Dal Timorasso al Derthona, il vino bianco riscoperto punta in alto

Dal Timorasso al Derthona, il vino bianco riscoperto punta in alto

Il percorso di riscoperta di uno storico vitigno abbandonato, il Timorasso, sa dare vita a un vino bianco invecchiato che si lega al territorio dei colli tortonesi con il nome Derthona

 

 

Difficile scorgerlo sugli scaffali nel reparto vini della gdo, molto più semplice trovarlo sui siti delle insegne che hanno le enoteche online con un assortimento profondo, ma il suo canale di elezione è la ristorazione, anche di alta gamma. Stiamo parlando del Derthona, nome romano della città di Tortona, ma anche il nome scelto per il vino bianco Doc dei colli Tortonesi che nasce dal Timorasso, un antico vitigno riscoperto da alcuni vignaioli con un nome di riferimento, Walter Massa, che alla fine del secolo scorso hanno saputo riportare sulla scena un vino bianco, corposo e dalla forte personalità, che sta facendo da traino anche per la riscoperta di un territorio.

 

A oggi si contano 104 soci e un’estensione di 400 ettari (poco meno di 600 per la Barbera) con tre tipologie che si differenziano per i mesi di affinamento: Piccolo Derthona (6), Derthona (12) e Derthona Riserva (30), con il 40% della produzione esportata fuori Italia. Il progetto del Consorzio di Tutela è arrivare a 500, 550 ettari massimo, per preservare la qualità della produzione che non punta a diventare un vino da volumi.

 

 

 

La vendemmia 2024 del Timorasso

“Dopo due annate particolarmente siccitose -dice Giampaolo Repetto, presidente Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi-, la 2024 si caratterizza per la sua estrema piovosità (il doppio rispetto alla media dell’ultimo decennio) registrata soprattutto nel periodo primaverile, che ha portato a un incremento in particolare della peronospora rendendo complicata la gestione del vigneto. Tuttavia soprattutto nell’ultima fase di maturazione dei grappoli, la stabilizzazione delle condizioni metereologiche ha portato a un regolare corso in campagna”.

La diffusione della peronospora fa stimare una perdita significativa pari a circa il 30% delle uve rispetto alla media della denominazione, poiché il Timorasso è particolarmente sensibile a questo patogeno, una delle molteplici ragioni per cui si era deciso di abbandonarlo, “ma la qualità a livello medio non è compromessa -continua Repetto-, grazie alla tempestiva gestione da parte dei viticoltori, e risulta nel complesso molto buona. La raccolta delle uve Timorasso è iniziata nella prima decade di settembre, in leggero ritardo di qualche giorno rispetto alla normale epoca di maturazione, mentre il taglio dei grappoli di Barbera è previsto a nella terza decade di settembre. Per quel che concerne il Timorasso, al calice ci aspettiamo vini molto equilibrati, con un grado alcoolico leggermente più basso rispetto alla consuetudine, con un’acidità importante che ha consentito una maturità fenolica completa, garanzia di qualità e con una longevità nello stile Derthona”.

 

( Fonte Mark-up.it )