Firenze – La Cina ha scoperto il vino italiano. E’ entusiasta Giovanni Busi, presidente del consorzio vino Chianti all’indomani della partecipazione del Consorzio a ‘Prowine Shanghai 2016’ dove, in uno stand di 150 metri quadri si è presentato con 34 aziende associate e 200 etichette in assaggio.
“Siamo estremamente soddisfatti dell’attenzione dimostrata dai buyers incontrati in Cina – spiega il produttore – e torniamo da Shanghai con ancora più convinzione di aver aperto una finestra importante su un mercato che nei prossimi anni sarà fra i principali del nostro export”. Busi spiega come questo intresse sia una novità maturata in pochissimo tempo: “Se fino a tre anni fa in Cina non solo non riconoscevano la nostra denominazione ma difficilmente inserivano il vino toscano fra le scelte principali – dice – oggi possiamo vantare un buon numero di nuovi buyers che abbiamo incrementato e consolidato grazie alla partecipazione a questa ultima fiera. Abbiamo aperto una porta su questo mercato, sta a noi adesso farla diventare un accesso principale per le nostre aziende guardando ad un futuro sempre più orientato ai paesi dell’est. Quando si parla di Cina dobbiamo poi ricordarci non solo delle città principali ma di tutto il territorio al cui interno sono presenti centri abitati magari meno noti ma al di sopra di un milione di abitanti. La mostra di Shanghai – conclude Busi – non è che la conferma di un percorso intrapreso dalla nostra denominazione che deve cogliere al meglio questa opportunità con una presenza più assidua e dettagliata che ripeteremo nei prossimi anni”.
Secondo Wine Monitor, l’Osservatorio del Vino di Nomisma, nel corso di un decennio, l’import di vino nel continente asiatico è passato da 1,6 a 6,1 miliardi di dollari, arrivando così a pesare per il 17% sulle importazioni mondiali. Di questi 6,1 miliardi quasi l’80% fa riferimento a Giappone e Cina. Con oltre 21 milioni di ettolitri, la Cina rappresenta uno dei primi mercati al mondo per consumi di vino con un incremento fra il 2014 e il 2015 del 10%(+44,7% rispetto al 2010). Oggi rappresenta circa l’11% del consumo mondiale (dati Wine Monitor). Più in generale, l’Asia pesa ormai per il 6,5% nell’export vinicolo italiano (contro il 4,6% di dieci anni fa) e rappresenta un importante mercato di sbocco per i vini rossi della Toscana: nel 2014, l’export nel continente di questa categoria ha superato i 41 milioni di euro, vale a dire l’8% di tutte le esportazioni dei vini rossi Toscani, con una crescita che solo negli ultimi quattro anni e’ stata del 186%.
( Fonte Agi )
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