Qualche sentore di come stiano andando le vendite di vino negli Stati Uniti, che per molte aziende italiane rappresenta il mercato di riferimento, erano gi arrivate. Notizie non di prima mano e, spesso, o troppo ottimistiche o decisamente di segno contrario. WineNews ha deciso, dunque, di intervistare, in esclusiva, uno dei protagonisti pi importanti di questo mercato, Leonardo LoCascio, presidente di Winebow, uno degli importatori di vini di produttori italiani pi importanti (tra gli altri, Allegrini, Argiolas, Bruno Giacosa, Castellare, Di Majo Norante, Falesco, Galardi, Hass, Mastroberardino, Montevetrano, Morgante, Nittardi, Prunotto, Roberto Voerzio, Selvapiana, Tasca dAlmerita, Tua Rita, Valdipiatta, Valle Reale, Zenato), che trova proprio nei prodotti del Bel Paese il suo core business. Unintervista che lascia pochi dubbi sulla reale portata della crisi economica, che, evidentemente, non ha risparmiato neppure il vino. Secondo LoCascio nellattuale congiuntura si sommano due fattori entrambi negativi e che i produttori italiani sembra non abbiamo compreso: il 2008 contiene due anni in uno. Fino a settembre stato un anno normalmente difficile: un po di recessione, problemi legati al super-euro, esuberanza dofferta, concorrenza dal Cile e dallArgentina. Ma ad ottobre c stato un vero e proprio cambio di passo ed i consumi sono letteralmente crollati e con loro i riordini degli operatori. Ad inizio 2008, produttori ed importatori si sono trovati di fronte ad un dollaro che ha velocemente raggiunto 1,50 con picchi di 1,60 contro leuro. Nessun operatore italiano o europeo stato – spiega LoCascio – in grado di resistere ed i prezzi sono aumentati sensibilmente provocando una rapida caduta della domanda. Una caduta di domanda che con leccezione del Pinot Grigio e del Prosecco che hanno retto, falsando per le statistiche con i loro numeri – continua LoCascio – il calo medio per gli altri vini stato almeno del 15% con punte ben pi elevate per alcune denominazioni. Per esempio, abbiamo visto i vini toscani molto penalizzati, specialmente il Brunello di Montalcino. Un inizio 2008 difficile, dunque, ma che poi ha cominciato a migliorare quando il dollaro ha recuperato un po ed i prezzi sono scesi – spiega il presidente di Winebow – pur restando molte scorte pagate col dollaro basso da piazzare. Un recupero possibile anche se riprendere posizioni – sottolinea LoCascio – non mai una cosa semplice. Ma ad ottobre arrivata la crisi, quella vera. Qui successo il finimondo con il crac dei mercati finanziari e la contrazione del credito bancario – racconta il presidente di Winebow – sono fallite tante grandi banche ed istituzioni finanziarie e per settimane le prime pagine dei giornali raccontavano scenari apocalittici. Il risultato stato un crollo dei consumi senza precedenti, e per di pi allinizio della stagione natalizia. In questa situazione le enoteche riportano cali di vendita del 20-30% e sono preoccupate di generare abbastanza liquidit per coprire laffitto e gli altri costi fissi – spiega LoCascio – parecchi ristoranti hanno chiuso o stanno per farlo. Per esempio a New York saltato Fiamma, dove appena un anno fa bisognava prenotare con settimane danticipo. Come possibile cambiare linerzia di una situazione simile? Ognuno si difende come pu – afferma LoCascio – le enoteche tagliano gli inventari ed i ristoranti abbassano i prezzi. Noi di Winebow, per adesso, abbiamo mandato a casa il 5% del personale, cancellato tanta pubblicit per il 2009 e abbiamo rinunciato alla riunione annuale di vendita ai Caraibi. Speriamo che basti e se non bastasse abbiamo – continua il presidente di Winebow – nel cassetto ulteriori tagli a spese e personale. Di fronte a questo scenario, tuttavia, il presidente di Winebow ribadisce il suo ottimismo a medio/lungo termine, perch i fondamentali continuano ad essere positivi. Il vino in America sta sempre pi diventando unabitudine giornaliera ed i consumi pro-capite continuano a salire. Il made in Italy continua a tirare – prosegue LoCascio – a partire dalla sua cucina per arrivare, naturalmente, al vino. Ma questanno e sar difficilissimo saranno fondamentali i rapporti consolidati fra produttore ed importatore basati sulla fiducia reciproca, i soli, che, alla fine, permettono di affrontare la situazione contingente con serenit e con una visione di lungo termine. |