L’utente definì il vino «avariato» in una recensione
BOLOGNA – Per i più agguerriti difensori della libertà di espressione 2.0 è il primo caso di censura online, mentre per i numerosi detrattori dei siti specializzati in recensioni, solo la logica conseguenza di un eccesso di democrazia sul web. Comunque andrà, la decisione del giudice costituirà un precedente destinato a fare scuola nel mondo scivoloso delle recensioni online a cura degli utenti. Una professoressa dell’Alma Mater rischia infatti di finire a processo per una recensione su Tripadvisor ritenuta diffamatoria dai titolari di una nota osteria del centro. Interrogata dai carabinieri, si è difesa strenuamente invocando la libertà di espressione e il diritto di critica. Ha spiegato le sue ragioni in una memoria depositata dall’avvocato Amalia Lamanna ma a quanto pare non è bastato. Il pm Antonello Gustapane ha inviato alla docente un avviso di fine indagine, passaggio che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio. Un caso senza precedenti, almeno in Italia. Con tutti gli internauti che si improvvisano critici enogastronomici prima o poi doveva accadere.
È successo alla docente bolognese, assidua frequentatrice di Tripadvisor tanto da guadagnarsi il grado di «top reviewer» con più di 70 recensioni di alberghi e ristoranti di mezzo mondo. Quella che l’ha messa nei guai risale al giugno 2012. Dopo una cena affidò a Tripadvisor la sua pesante stroncatura: «Non è ammissibile essere serviti dopo ore e male solo perché “il locale è famoso e la gente fa la fila per entrare”. E, soprattutto, non è ammissibile presentarsi per tre volte di fila e ricevere vino imbevibile. Non parlo di vino cattivo, no, parlo di vino avariato, roba da creare problemi di salute. E questo non una sola volta, ma più volte di seguito». Toni non proprio distesi e giudizi sulla salubrità del vino che hanno indispettito gli osti, decisi a tutelare il buon nome del locale contro quella che non ritengono una semplice critica negativa. «Il commento è stato approvato dai gestori di Tripadvisor che evidentemente non l’hanno ritenuta diffamatoria, tanto che è ancora lì — dice l’avvocato Lamanna —. Inoltre l’oste ha accettato il regolamento del sito e quindi doveva accettare anche una critica negativa che riguardava un vino che peraltro non producono. L’espressione usata rientra nel diritto di critica, che va sempre difeso».
La docente ha preferito non commentare una vicenda che le sta procurando parecchi problemi. Dopo la pioggia di solidarietà ricevuta dagli utenti pare sia finita nel mirino dei blog di osti e ristoratori. In un eventuale processo, la difesa potrebbe chiamare a testimoniare i gestori di Tripadvisor, anche se il sito è rimasto fuori da questa vicenda da cui però prende le distanze: «I nostri termini di utilizzo segnalano chiaramente che chiunque posti contenuti sul sito accetta di non usare materiale diffamatorio. Ogni volta che un’accusa del genere viene portata alla nostra attenzione, esaminiamo il contenuto e, se viola le nostre linee guida, provvediamo alla rimozione». Di più da Londra, dove si trova la sede legale del sito, non dicono. Ai giudici l’ardua sentenza.
( Fonte corrieredibologna )
Annotazioni a margine
Molto probabilmente la signora che ha scritto la recensione ha ” sbagliato ” il termine, ritengo che ” avariato ” sia un termine eccessivo, fuori luogo e poco chiaro, lasciando la possibilità a diverse interpretazioni : ” roba da creare problemi alla salute ecc. “.
Cosa aveva quel vino, era difettato e se si cosa era ? Spunto acetico, era ossidato/maderizzato, tca, brett ecc. ? Solo argomentando la signora si sarebbe evitata la querela, oppure soppesando le parole poteva dire che il vino non era conservato bene e che non era piu’ bevibile, ovvero era ” scaduto ” da lavandino !
Per approfondimenti al link :
http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g187801-d800296-r132347416-Cantina_Bentivoglio-Bologna_Province_of_Bologna_Emilia_Romagna.html
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