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“Come d’incanto”, il Nero di Troia vinificato in bianco

All’interno l’intervista all’enologa Valentina Ciccimarra

 

Cari lettori e lettrici, in questa puntata voglio sorprendervi con un “blanc de noir” ovvero un vino bianco ottenuto da uve a bacca rossa.

 

Molti grandi vini bianchi francesi, soprattutto nel campo della spumantistica *metodo classico, sono ottenuti da blend di uva a bacca nera e bianca. La produzione di questi vini, prevede l’immediata separazione del succo d’uva dalle bucce e dai raspi, affinché le stesse non donino colore al mosto. In alcuni casi, se la polpa in fase di maturazione è stata colorata dalle materie coloranti presenti sulle bucce, certi produttori potrebbero decidere di schiarire il mosto con speciali filtri al carbone attivo, ma secondo il mio parere questo metodo toglie non solo colori, ma anche aromi al vino.

 

È una scelta di sicuro ardita per gli enologi che devono mettere in campo tutte le loro conoscenze per far si che questi vini risultino piacevoli e corretti, ed in alcuni casi la sfida ai dadi col destino, premia i produttori che fanno del “blanc de noir” il vino che rappresenta al meglio la loro cantina.

 

Il vino di cui voglio parlarvi ha un nome che è assolutamente rappresentativo e corrispondente al prodotto che troverete nella bottiglia: “Come d’incanto” è un blanc de noir prodotto dalle cantine Carpentiere. I loro vigneti sorgono sulle colline che un tempo venivano sorvolate dai falchi di Federico II, nei pressi del suo maniero, colline costantemente battute dal sole di Puglia e rinfrescate dalle escursioni termiche notturne, fattore fondamentale per produrre ottimi vini. Le cantine Carpentiere nascono nel 1997 da un’idea di Luigi e Vincenzo Carpentiere, due fratelli uniti non solo dal legame di sangue, ma anche e soprattutto dalla passione per il vino.

 

L’azienda è seguita dall’ enolgo Valentina Ciccimarra, che sicuramente lascia un po’ di sè in ogni bottiglia che produce con passione, dedizione e amore. Passiamo adesso alla recensione di questo fantastico vino.

 

NOME: Come d’incanto

AZIENDA PRODUTTRICE: Cantine Carpentiere

VITIGNO: Nero di Troia vinificato in bianco

GRADAZIONE ALCOLICA:14%

 

“Come d’incanto”: già il nome anticipa la finezza di questo Blanc de noir, prodotto da Nero di Troia, nella forma più elegante e pregiata vinificato in bianco. I profumi sono sorprendenti e vanno da una “cerasa” fresca e non matura ai fiori di campo e per finire a lievi sentori di mela cotogna e pasta di zucchero del tutto inaspettati, ma assolutamente corrispondenti. In bocca si presenta ricco nel gusto e negli aromi, armonico e sorprendente, leggermente sapido, fruttato e floreale con ottima persistenza. Per non cadere nel banale voglio abbinare questo bianco a piatti con aromi leggermente più marcati come ad esempio il galletto brasato in agrodolce o il piccione ripieno. Ottimo su un fine pasto con mozzarella di bufala affumicata o ricotta di pecora montata con miele e granella di pistacchio. Consiglio di servirlo ad una temperatura non inferiore ai 10 gradi centigradi.

 

Abbiamo sentito Valentina Ciccimarra, enologa delle Cantine Carpentiere.

 

Come è nata nata la tua passione per il mondo del vino?

 

«La passione per il vino l’ho ereditata dalla mia famiglia e farne il mio lavoro è stata una scelta consapevole e maturata negli anni, grazie all’amore verso la terra e i frutti che ci offre. Mi sono laureata in enologia e ho incominciato a lavorare nel mondo del vino senza mai dimenticare gli insegnamenti che mi ha trasmesso mio nonno (che enologo non era, ma il vino lo sapeva fare e lo faceva bene) ovvero il rispetto della natura, la pazienza, il coraggio di aspettare prima in vigna e poi in cantina. Oggi il vino non è solo una passione, non è solo un lavoro, è amore e non riesco ad immaginare la mia vita senza il vino».

 

Sembra una domanda scontata ma in realtà non lo è, hai avuto difficoltà ad emergere in un mondo, almeno quello dell’enologia, prettamente dominato dagli uomini?

 

«Come hai detto tu il mondo del vino è predominato da uomini e fino a poco tempo fa era declinato solo ed esclusivamente al maschile. Oggi ci sono tante produttrici ed enologi donne e nessuna di noi si sente emarginata. Mi sento ben integrata in questo ambiente, di certo devo dire grazie per i consigli e gli insegnamenti a tanti maestri che ho avuto, che ho e che avrò…maestri che per lo più sono uomini».

 

Parlaci del vostro “Come d’Incanto”.

 

«Come d’incanto nacque per gioco e per sfida, dal momento che nei nostri vigneti non ci sono vitigni a bacca bianca. Come sai é stato in assoluto il primo vino bianco da Nero di Troia. Questa sfida si rinnova di annata in annata. Col tempo abbiamo selezionato una porzione di vigna destinata solo ed esclusivamente alla produzione del Come d’incanto. Un ruolo molto importante viene dedicato alla degustazione delle uve in campo e al controllo dei parametri analitici. Le uve vengono vendemmiate solo quando raggiungono quell’equilibrio tale da conferire al vino la struttura, la freschezza e l’eleganza che ritroveremo nel bicchiere. Il lavoro più importante lo facciamo in vigna. Se degusti il “Come d’incanto” ci senti note di mela cotogna, mora selvatica, fiori bianchi, miele che possono predominare o no a seconda dell’annata; ma ti accorgerai che questo vino ha un filo conduttore che si rinnova di anno in anno: acidità e sapidità. Queste due caratteristiche sono intrinseche e costanti grazie alla tessitura dei nostri terreni, l’altitudine e l’escursione termica. È tutto merito della natura, a noi va solo il merito di avere pazienza e coraggio di aspettare».

 

L’uva di troia solitamente è un uva dal punto di vista enologico abbastanza “ingestibile”, la sua bassa acidità ed i suoi tannini ribelli rappresentano una vera e propria sfida per gli enologi ed i produttori. Vinificando l’uva di troia in bianco avete riscontrato le stesse difficoltà?

 

«Verissimo quello che dici: il Nero di Troia è un vitigno difficile, quasi ingestibile, ma solo se non lo rispetti nei suoi tempi. Per quanto ci riguarda non abbiamo problemi di acidità basse grazie al microclima e alle forti escursioni termiche durante il periodo di maturazione, invece per i tannini aspettiamo che le uve superino la maturazione fenolica, questo trasferisce ai vini un carattere potente ma allo stesso tempo elegante. Ovviamente questo equilibrio fra acidità e tannino conferisce al Nero di Troia una straordinaria longevità che consente di spingerci in lunghi affinamenti sia in botte che in bottiglia.

Per quanto riguarda il Come d’incanto essendo un Blanc de noir, non fermenta a contatto con le bucce e i vinaccioli per cui il problema del tannino ribelle non esiste».

 

Negli ultimi dieci anni i vini pugliesi hanno fatto passi da gigante, grandi vini iniziano ad affermarsi nel panorama nazionale ed internazionale. Quali sono le tue previsioni per quanto riguarda i vini di Puglia?

 

«La nostra Puglia è una regione molto fortunata perché può vantare un’antica cultura enologica, un patrimonio viticolo non indifferente ricco di autoctoni importanti, una diversità di territorio e quindi una diversità di prodotti. L’interesse verso i nostri vini è in forte crescita e sarà nostro dovere continuare a produrre vini di qualità che rispettino la nostra identità e il territorio da cui provengono, ma sempre senza trascurare la qualità. Dobbiamo continuare a produrre vini che emozionano, questa sarà la chiave del nostro successo».

 

Annata 2015, secondo il mio parere sarà, dopo quella del 2006, la migliore degli ultimi nove anni. Tu cosa ne pensi?

 

«Ho amato l’annata 2006 e l’annata in corso me la ricorda molto, come è stato nel 2012, ma per noi è ancora un po’ presto fare previsioni dal momento che siamo a metà Settembre e in cantina non è ancora entrato un grappolo di uva».

 

Cosa vorresti dire alle donne che intendono avvicinarsi alla tua professione?

 

«Dico che è un lavoro bellissimo, affascinante, creativo, ma richiede dedizione, costanza, impegno e sacrificio. Ma attenzione! Non è un lavoro fatto solo di Vinitaly, fiere, cene, eventi, degustazioni e foto sorridenti con un calice di vino. Questi sono momenti bellissimi, ma la quotidianità è fatta di studio e aggiornamento continuo, di sveglie alle 4:30 per essere in campagna o in cantina, di panini mangiati in macchina mentre guidi, di terrore quando consulti il meteo a prima mattina, di orari sballati, di unghie rotte, di pianti amari quando grandina, di parenti e amici comprensivi che non ti fanno pesare quando non ci sei ma che ti dicono: “non preoccuparti, arriva quando puoi, ti conservo una fetta di torta”».

 

Quali altre sorprese hai in cantiere per il nostro pubblico amante del buon vino?

 

«Abbiamo un piccolo progetto in mente, ma occorre un’annata molto molto speciale per poterlo realizzare. Già da qualche anno abbiamo fatto delle piccole sperimentazioni su qualche filare di Nero di Troia abbassando notevolmente la resa per pianta e spingendo avanti la maturazione. Sogniamo di fare un passito, questa è la nostra sorpresa in cantiere. E chi sa magari fra qualche anno il nostro sogno si concretizzerà con una nuova bottiglia in grado di emozionare».

 

 

 

( Fonte giovinazzoviva.it )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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