Nei primi cinque mesi dell’anno caduti nel Cormonese oltre 930 mm di acqua Se non arrivano giornate piene di sole timori per la prossima vendemmia.
CORMONS. Ore 15, preannunciate da lampo seguito da un sordo brontolio, inmmancabili cominciano a cadere i primi goccioloni che diventano pioggia vera e propria tra la Capriva e Mossa proprio mentre il Gr regionale annuncia che su tutto il Friuli venezia Giulia il cielo è sereno o poco nuvoloso. Ma sopra l’Isontino è arrivata la solita nuvola fantozziana che scarica a terra un po’ (tanta) di acqua.
E di acqua ne è caduta a secchi da gennaio a maggio, un vero record. Secondo i dati delle centraline agrometerologiche della Cantina produttori in 5 mesi sono caduti mediamente 930 millimetri d’acqua nell’area compresa tra Corno di Rosazzo, Cormons, Romans, Moraro e Farra. Il record spetta a Corno con 1.343 mm. Nei due anni precedenti, il 2012 e il 2011, non si era andati oltre i 350 mm. Andando più indietro con il tempo da almeno 50 anni non si ricorda una prima metà dell’anno così bagnata.
E ciò sta creando non pochi problemi all’agricoltura nei diversi settori dal cerealicolo agli ortaggi, ai frutteti. Serve sole, tanto sole, per far maturare frumento e orzo, ma soprattutto per la vite che è nella fase delicata del ciclo vegetativo. Ci troviamo, infatti, in piena fioritura di tutte le varietà e quindi servono giornate ventilate e sole per favorire un’equilibrata impollinatura. Altrimenti si rischia una minore produzione e una qualità non eccelsa della prossima vendemmia. Non è una novità che il vino buono nasce soprattutto nella vigna e questa fase è molto importante per poter avere poi grappoli consistenti e sani. Senza contare che le continue pioggie e il clima umido non aiutano a compiere i trattamenti anticrittogramici per prevenire le malattie della vite, funghi e muffe come l’oidio e la peronospora. Quest’ultima è già comparsa in varie zone a causa della difficoltà di intervento con i trattamenti, in particolare nelle zone di collina.
( Fonte ilpiccolo.gelocal.it )
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