ROMA – La strage di ulivi secolari monumentali in Puglia da parte di bande criminali per fare business sulla legna da rivendere al mercato nero sono la punta dell’iceberg dell’allarme sicurezza nelle campagne.
Così la Coldiretti in riferimento al taglio di 40 rigogliosi ulivi centenari nel barese in un appezzamento di Santo Spirito con la perdita di un patrimonio storico del territorio con pesanti effetti ance sul piano economico ed occupazionale. Un vile atto che ha segnato la fine dell’attività olivicola di un giovane agricoltore che prima di poter raccogliere nuovamente olive, dovrà aspettare anni. Ogni albero garantiva circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono stati tagliati per rivendersi la legna.
Purtroppo è solo l’ultimo degli episodi di criminalità che colpiscono le campagne dove i clan agiscono sottraendo attrezzature e mezzi agricoli, abigeato di animali, furti di prodotti agricoli, danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni ma con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono anche la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Dai ladri di polli ai raid criminali organizzati con furti di intere mandrie e carichi di extravergine, intere cantine di vino svuotate, alveari scomparsi nel nulla ma anche trattori fatti sparire su commissione da bande specializzate dei Paesi dell’Est sono alcuni degli atti rilevati dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti.
Episodi che non hanno risparmiato anche personaggi pubblici come Bruno Vespa che nell’azienda vitivinicola del tarantino ha subito quest’estate il taglio dei ceppi di vite. Una situazione di pericolo che è affrontata nelle campagne tra l’altro con servizi di scorta ai raccolti di olive e ronde tra vicini per vigilare sui raccolti ma gli agricoltori nei territori più sensibili chiedono anche l’intervento dell’esercito. La criminalità organizzata che opera nelle campagne incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perchè a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili.
Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell’azione di repressione della criminalità, conclude la Coldiretti.
( Fonte Dire )
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