Home Arrabbiature Cittadinanza onoraria “Perchè a Zonin e non ai nostri viticoltori?

Cittadinanza onoraria “Perchè a Zonin e non ai nostri viticoltori?

La polemica dopo la decisione del Comune di Asti di assegnare il riconoscimento

 

La polemica in un certo senso è partita a scoppio ritardato, ma come era nelle previsioni, poco per volta aumenta di tono: quella delibera del Comune di Asti per conferire la cittadinanza onoraria a Gianni Zonin fa storcere il naso a molti. La prima ad avanzare critiche era stata la consigliera regionale Pd Angela Motta, che in un comunicato ha invitato il Comune a ripensarci: «Ci sono decine di persone che hanno fatto investimenti in Asti e Provincia, con rispetto per la loro città e il loro territorio, mantenendo il dialogo, con umiltà e cercando di cambiare anche regole ritenute ingiuste». Parere simile a quello espresso da Laurana Lajolo nella sua rubrica su La Stampa, apprezzato da Giovanni Bosco del Coordinamento terre del Moscato: «Come il miglior Avedon, Laurana Lajolo sulla vicenda Zonin-cittadinanza onoraria, fotografa il livello culturale degli amministratori del Comune di Asti».

 

 

Il fronte dei «mugugni» si accresce anche di figure istituzionali. Il consigliere comunale di Costigliole Enrico Cavallero dice: «Asti avrebbe fatto bene a riconoscere questo premio ai nostri viticoltori per il lavoro e la dedizione». Commenti anche da colleghi di Brignolo. Da Nizza Flavio Pesce parla di «vicenda dal sapore amaro per tutti i produttori, nei confronti di un imprenditore che ha perso tutte le cause in tre gradi di giudizio». A Calamandrana Fabio Isnardi invita «a un maggior rispetto per i viticoltori che negli anni con fatica si sono battuti per offrire un prodotto di alta qualità nelle zone vocate». Dal piccolo paese di Quaranti, così riflette in uno scritto il sindaco Alessandro Gabutto: «Spesso si è tentato di ridurre la discussione come se fosse una divergenza tra la Città di Asti e le associazioni del settore, ma non è cosi semplice e riduttivo, ci sono altri aspetti. Esistono regolamenti e disciplinari precisi. Dall’altra parte va ricordata l’esigenza della Città di Asti. In questo senso la soluzione ipotizzata del riconoscimento di una parte di territorio già coltivata a moscato potrebbe essere un compromesso accettabile. Ma il Comune capoluogo deve avere una visione che vada oltre i confini comunali e provinciali».

E da parte del Consorzio di tutela? In questi giorni il presidente Gianni Marzagalli e il direttore Giorgio Bosticco si sono incontrati con il sindaco Brignolo e l’assessore Cerrato. Il Consorzio ha rinnovato l’intesa che mette a disposizione bottiglie di Asti in veste «istituzionale» e si sono concordate forme di promozione e sinergie. Si è pure parlato della vicenda Zonin, «in un clima costruttivo e senza nascondersi le difficoltà». Il sindaco Brignolo ha ribadito l’interesse del Comune ad essere compreso nell’area a docg. Il Consorzio su questa richiesta ricorda: «Il Consorzio ha fatto e farà la sua parte, nel rispetto dei ruoli,delle normative vigenti e nell’interesse della denominazione, monitorando la vicenda anche a livello europeo e lavorando per arrivare a soluzioni condivisibili e giuste».

 

 

( Fonte La Stampa )